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  • Osimo:leggero miglioramento per categorie e sindacati

Corriere Adriatico Data:     13/05/2010    Pagina: 11 GIACOMO QUATTRINI Osimo: Un'impresa su due patisce un allungamento dei termini di pagamento da parte dei clienti, a fronte dell'88% delle aziende che invece si sforzano per mantenere gli impegni presi con i fornitori: poche le entrate molti i debiti saldati. E naturalmente la situazione bancaria originata da questa situazione si riflette sulla esposizione bancaria, che è in aumento per il 32% delle imprese. E infine la gravità della crisi ha prodotto ripercussioni occupazionali negative per il 28% delle aziende. Sono i dati principali emersi dall’indagine svolta dalla Cna zona Sud sui primi quattro mesi del 2010, In generale l’associazione di categoria parla di ripresa ma lenta, cosi come la stessa Confindustria aveva spiegato fra 1'ottimismo di Marco Zannini e la cautela di Giuseppe Casali nelle scorse settimane durante un incontro con la stampa. L'inizio anno denota un deciso alleggerimento della situazione di crisi: 1'andamento della produzione mostra un segno negativo inferiore rispetto al 2009. "Considerando i settori e confrontandoli con 1'andamento dell’ultimo trimestre del 2009 -dichiara il segretario della Cna zona Sud Maurizio Bestini- rileviamo che la situazione dell'edilizia e dell'impiantistica e in ulteriore peggioramento, ma per il settore manifatturiero le imprese in miglioramento dovrebbero superare quelle in difficoltà. Dallo studio emerge anche che per le imprese in conto terzi della zona Sud la congiuntura e più favorevole rispetto alle imprese che operano in conto proprio". Le previsioni per il 2010, secondo la Cna. restano orientate largamente al prevalere delle difficoltà sia per il fatturato che per gli utili. Dai sindacati la fotografia sullo stato della crisi economica in un distretto altamente industrializzato e pluri-settoriale come la Valmusone conferma la presenza di segnali positivi, ma di una mancata corrispondenza dal punto di vista occupazionale, dove ancora la ripresa non c'è, anzi, il rischio che alcune aziende passino dalla cassa integrazione alla mobilità permane, anche se appare più lontano rispetto a un anno fa. Marco Bastianelli della Cgil di zona conferma infatti che "qualche segnale c'è ma non dal punto di vista del lavoro, dove c’è ancora tantissima cassa integrazione. E' vero che ci sono nuovi ordini e che la punta della crisi è stata smussata, ma non andiamo oltre. Speriamo che i segnali diventino ripresa vera e che quando la Cig si esaurirà non si passi più alla richiesta di mobilita". Dalla Cisl di Osimo Angelo Paolucci ribadisce che "questa leggera ripresa la vediamo anche noi, la caduta si e arrestata in molti settori e rispetto a un anno fa i primi quattro mesi del 2010 sono andati meglio per fatturati e ordinativi". Semmai il problema che permane è per la Cisl il fatto che "a questa ripresa non corrisponde quella occupazione, dove la crisi è ancora attuale: l'azienda che torna a lavorare prima di riassumere aspetta molto di più c'e più cautela, anche perchè i margini di guadagno sono diminuiti e pur di riprendere le commesse molte imprese sono costrette a termini finanziari penalizzanti. Ma prima di richiedere la mobilità ci penseranno bene in questa fase di lenta di ripresa".