Oggi, ad Ancona, nel corso della riunione dei tre parlamentini sindacali, Cgil, Cisl e Uil Marche rilanciano nella regione la proposta sindacale già inviata a Confindustria e a tutte le parti datoriali per migliorare e qualificare la contrattazione. Il documento unitario "Un moderno sistema di relazione industriali" si basa su tre pilastri: contrattazione, partecipazione e regole della rappresentanza con il consolidamento delle norme varate dal Testo unico del 10 gennaio 2014 dai sindacati con Confindustria e poi con successivi accordi con Confservizi, Alleanza delle cooperative e Confcommercio.
Per la contrattazione, si confermano i due livelli con il contratto nazionale rafforzato nella sua funzione di primaria fonte normativa e di centro regolatore dei rapporti di lavoro; gli aumenti salariali vengono legati, oltre all’inflazione, anche ad altri “indicatori macroeconomici e settoriali” puntando a sostenere il potere di acquisto; d’altro canto si punta ad implementare la contrattazione di secondo livello (aziendale o territoriale) basata su obiettivi di qualità e produttività e sull’ampliamento delle misure di welfare.
Si mira alla rappresentanza e alla tutela di tutti i lavoratori, occupati con le varie tipologie contrattuali. Cgil, Cisl e Uil chiedono “l’esigibilità universale” dei minimi salariali definiti dai contratti nazionali, “in alternativa all’ipotesi del salario minimo legale” che va “sancita attraverso un intervento legislativo di sostegno”.
I sindacati, poi, puntano alla partecipazione dei lavoratori alle scelte delle imprese, a partire dal confronto sulle scelte di organizzazione del lavoro fino all’eventuale presenza nei consigli di sorveglianza.
Cgil Cisl e Uil ritengono che la contrattazione possa essere uno degli strumenti per stimolare l’innovazione e accompagnare gli impatti crescenti della rivoluzione tecnologica e digitale. Per la rappresentanza, i sindacati chiedono che la misurazione della rappresentatività venga estesa anche alle associazioni d’impresa.
La contrattazione decentrata nelle Marche, prima della crisi, coinvolgeva circa 150mila lavoratori privati con circa 200 aziende interessate (55mila lavoratori) e 95mila lavoratori della contrattazione territoriale. Negli ultimi anni, la contrattazione integrativa si è fortemente ridimensionata per effetto della crisi mentre è aumentata la cosiddetta “contrattazione difensiva” con, al centro, il tema della salvaguardia dell’occupazione.
«Dobbiamo riprendere un ruolo forte nel definire l'organizzazione del lavoro nelle imprese - ha dichiarato Gigi Petteni, segretario nazionale Cisl, che ha concluso i lavori dei consigli generali -. Dalle prossime settimane dipendono le sorti del confronto. Rimettiamoci in gioco con responsabilità e convinzione».