Cgil e Cisl di Pesaro - Urbino ritengono di certo apprezzabile l’idea di base di predisporre un protocollo d'intesa tra tutti i soggetti istituzionali e sociali coinvolti nel ruolo e nella responsabilità di individuare gli strumenti necessari per il rilancio economico ed il sostegno alle attività produttive della provincia di Pesaro Urbino, duramente colpite dall’evento epidemico del COVID 19.
Per questo, oltre ad aderire al protocollo, hanno anche inviato una nota, che abbiamo chiesto di essere messa a verbale che valorizza quanto fatto ed impegna il tavolo sul lavoro da fare.
Cgil e Cisl intendono richiamare l’attenzione sull’importanza di cogliere l’attuale momento come occasione non ulteriormente rinviabile per definire gli obiettivi strategici per il rilancio della intera filiera economica e dello sviluppo che dovrà caratterizzarne il futuro della provincia di Pesaro - Urbino.
«Non può essere dimenticato - dichiarano Maurizio Andreolini, Responsabile della Cisl di Pesaro, Giovanni Giovanelli, Responsabile della Cisl di Fano, Leonardo Piccinno, Responsabile della Cisl di Urbino, e Roberto Rossini, Segretario generale della Cgil di Pesaro - come il territorio provinciale sia quello che nelle Marche ha subito maggiormente il notevole peso della crisi economica, produttiva e finanziaria partita nel 2008 e fino ad oggi mai superata nella individuazione di percorsi e strumenti strategici per riannodare i fili dello sviluppo e benessere diffuso».
Non si può prescindere dal guardare alla sicurezza nei luoghi di lavoro come obbligo primario, non solo verso gli operatori, ma principalmente verso l’intera popolazione, pena il rischio di un ritorno involutivo e drammatico della diffusione epidemica, applicando l'accordo tra Governo e Parti Sociali del 14 marzo.
«Riteniamo importante che Il protocollo d’Intesa sia condiviso tra i soggetti principalmente coinvolti nella fase di individuazione delle linee di orientamento, ovvero, la Provincia in primis, gli Enti Locali, il sistema di rappresentanza del mondo delle imprese e del mondo finanziario e creditizio, le Parti Sociali di rappresentanza dei lavoratori e non ultimo il coinvolgimento degli esperti dell’Università di Urbino e dei centri di ricerca innovazione e formazione presenti nel territorio - proseguono Andreolini, Giovanelli, Piccinno e Rossini -. Riteniamo altresì fondamentale che la Provincia svolga il compito di coordinare e programmare le fasi necessarie per la realizzazione degli obiettivi stessi e dei punti programmatici definiti nel protocollo».
Se da un lato Cgil e Cisl condividono le indicazioni dei punti in premessa 1, 2 e 3 dall’altro per quanto attiene il punto 4, ovvero, l’obiettivo di favorire ed agevolare la fase di ricerca ed inserimento nel tessuto economico produttivo del territorio di nuovi player’s imprenditoriali, occorre tenere ben presente almeno i seguenti aspetti:
1. i nuovi investimenti dovrebbero rientrare in un quadro di politiche ed indirizzi settoriali ben individuati e definiti, in grado di intercettare i bisogni e le vocazioni del territorio, favorire ed accompagnare le specializzazioni già presenti in una forma armonica e non di contrasto aggressivo, di avere progetti di medio e lungo temine e di generare nuova occupazione in riferimento a specializzazioni innovative e tecnologiche;
2. dovremmo evitare di prendere in considerazione proposte “speculative” e non chiaramente identificate nel progetto e nella natura degli investitori. Questo al fine di evitare di aprire gli spazi a forme speculative indesiderate, difficilmente controllabili e superabili;
È necessario inoltre far rientrare gli obiettivi di sviluppo in una proposta condivisa con il mondo accademico che possa sollecitare ed orientare le politiche della Regione Marche verso la individuazione e completamento delle infrastrutture materiali ed immateriali necessarie ad un corretto sviluppo economico del territorio. In questa direzione occorre accelerare la copertura di tutto il territorio provinciale con la fibra ottica, l’adeguamento del TPL alle nuove esigenze, l’accelerazione delle fasi necessarie per l’avvio dei cantieri della Fano Grosseto.
Prioritaria sarà la progettazione condivisa con il sistema pubblico privato di percorsi di formazione per i lavoratori che, anche a seguito degli effetti del COVID-19, saranno espulsi dal mercato del lavoro o saranno privi delle competenze necessarie per affrontare la difficile transizione.
Occorre sostenere la popolazione più debole con risorse finanziare adeguate per misure stabili e permanenti ad integrazione delle misure nazionali.