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  • Primo maggio a Pioraco

Amici e compagni, come da buona tradizione, anche oggi 1° Maggio, siamo qui in questa piazza per celebrare la festa del lavoro.

Ogni anno, CGIL, CISL e UIL, scelgono un tema ed un luogo simbolo per dare visibilità con una grande manifestazione alla festa dei lavoratori.

Quest’anno, le organizzazioni sindacali nazionali hanno scelto la città di ROSARNO; come tutti ricorderete, lo scorso Gennaio, la località Calabrese fu teatro di drammatici fatti che hanno posto alla ribalta nuovamente il fenomeno dell’immigrazione; la scelta del luogo è dettata dalla necessità di rilanciare l’immagine di una Regione che vuole smarcarsi dalla morsa di criminalità e illegalità.

Il tema scelto per la manifestazione nazionale che si concluderà con i comizi dei segretari generali EPIFANI, BONANNI e ANGELETTI è LAVORO, LEGALITA’ E SOLIDARIETA’.

LEGALITA E SOLIDARIETA’ due condizioni che, legate a quel “ LAVORO” che è il cuore dei festeggiamenti di oggi, formano il centro della strategia che da sempre il sindacato ha posto alla base delle proprie rivendicazioni per il mezzogiorno…e non solo. Il mezzogiorno, che sembra, ogni volta che cambia la compagine governativa, essere destinatario di forti politiche per sconfiggere i problemi di sempre e per dare un contributo a risollevare le sorti di se stesso e dell’intero paese. Ma al di la degli annunci e di alcune azioni messe in campo, staremo a vedere nei fatti cosa il governo intende fare concretamente per contrastare fenomeni come il lavoro sommerso, il caporalato, lo sfruttamento dei lavoratori ed un nuovo schiavismo; quali misure attuerà per contrastare la criminalità organizzata, favorire interventi e politiche di sviluppo per il sud nella legalità.

Non mancherà anche quest’anno il tradizionale concerto in piazza San Giovanni a Roma; il titolo del concerto è: “ il colore delle parole “ dal nome della celebre poesia di Edoardo De Filippo. Di fronte alla classe dirigente che litiga tutti i giorni pronunciando parole che non hanno colore e sono distanti dalla realtà, il Primo Maggio dia sostegno a coloro che vogliono invece dare più forza al colore delle parole che pronunciano.

L’Italia, che dalla seconda metà degli anni novanta, stava attraversando un periodo di economia a bassa crescita, ora si trova da circa un anno e mezzo a vivere una profonda crisi. Le vicende finanziarie avvenute negli Stati Uniti , hanno provocato in molte parti del mondo una forte recessione che ha coinvolto tutta l’Europa ed in maniera pesante anche il nostro paese. La perdita di prodotto interno lordo dell’Italia è stata nel biennio 2008 e 2009 sul 2007 del 6,1 %. I riflessi sulla disponibilità di reddito dei lavoratori e delle famiglie sono stati pesanti provocando un crescente impoverimento delle famiglie con un conseguente ulteriore indebitamento e contrazione dei consumi. In questo momento, alcuni istituti nazionali e internazionali rilevano dei segnali di inversione, che sono tuttavia deboli e discontinui. Dal punto di vista occupazionale, la perdita di posti di lavoro è stata rilevante ed all’esaurirsi degli ammortizzatori sociali ed all’acuirsi delle difficoltà finanziarie delle aziende, proseguirà drammaticamente. Il Fondo Monetario internazionale, prevede che nel 2010 il PIL mondiale crescerà mediamente del 4,1%. La ripresa sarà trainata da: Stati Uniti, Cina, India e America Latina. Alcuni economisti ci dicono che la crescita dell’economia ci sarà anche nel continente Europeo, ma essa si sposterà verso est. La crescita del PIL Italiano per l’anno in corso, stimato a più 0,8 % sul 2009, non produrrà effetti significativi, anzi per tornare ai livelli prima della crisi ci vorranno anni. Ora diventano indispensabili riforme e politiche industriali lungimiranti, che sappiano guadare al futuro, capaci di farci agganciare la ripresa senza dover per forza sperare di essere trascinati dagli altri. E’ necessario favorire politiche basate sulla redistribuzione della ricchezza a favore delle classi sociali basse e medie, insieme a misure di controllo dei mercati finanziari. La struttura del reddito della nostra società sta subendo cambiamenti importanti; in particolare, la scomparsa della “classe media” che sprofonda verso il basso sta determinando l’aumento della povertà. La crisi economica preoccupa tanto più in quanto si colloca all’interno di una crisi più generale che investe il nostro paese dal punto di vista etico, dei valori e dei comportamenti. Serietà, correttezza, responsabilità, confronto leale, lungimiranza e solidarietà vengono soppiantati da superficialità, spregiudicatezza, e arroganza. Il governo, trincerandosi dietro la necessità di tenere in ordine i conti, taglia la spesa pubblica; il taglio della spesa per la protezione sociale aumenta le difficoltà dei lavoratori e dei pensionati per poi provocare ulteriori crolli dei consumi che invece andrebbero rilanciati con una profonda riforma fiscale per una migliore distribuzione della ricchezza, che altrimenti si concentrerà sempre più in mani di pochi. La tanto sbandierata riforma della scuola, non affrontata veramente i problemi della produttività e della riduzione degli sprechi, ma semplicemente taglia le risorse al sistema scolastico, minandone profondamente la qualità con aumento degli alunni per classe , riduzione del tempo pieno e degli insegnanti di sostegno. Un paese che non investe, che non fa ricerca e che taglia sull’istruzione delle giovani generazioni non ha futuro. Come sindacato, pur in una fase estremamente difficile stiamo rinnovando i contratti nazionali di lavoro nei tempi stabiliti e senza conflittualità che in questa fase sarebbe stata insostenibile. Ci troviamo a fare i conti ancora una volta con la globalizzazione, che se lasciata nelle mani di pochi, rischia con il suo effetto moltiplicatore, di determinare divari sempre maggiori tra i pochi nord e i tanti sud del mondo. La globalizzazione va governata e bisogna fare in modo che oltre al mercato si globalizzino anche le tutele e i diritti dei lavoratori. Non solo è possibile, ma è una condizione necessaria per sapere che siamo esseri umani; donne e uomini che vivono coscientemente il proprio tempo. Con questo animo, il sindacato nel mondo del lavoro è portatore di forti valori, sostenendo l’uguaglianza, la libertà e la solidarietà come modello di vita. Nella nostra idea non c’è un mondo appiattito, senza opportunità per i singoli, ma abbiamo in mente un mondo vitale dove i diritti individuali trovino un forte equilibrio e una vera valorizzazione nel pieno esercizio dei diritti collettivi. Sono i diritti collettivi, che assumono e rendono possibile l’applicazione nella quotidianità dei principi sanciti dalla nostra Costituzione e dalla dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Riguardo ai diritti sindacali, ci riferiamo alla libertà di associazione, al diritto di riunirsi, di eleggere i propri rappresentanti, di accedere alle informazioni, di non essere discriminati e di poter partecipare alla vita aziendale e allo sviluppo economico e sociale della nostra comunità.

Un diritto inalienabile e del quale come sindacato siamo fortemente impegnati è quello della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.

Come persone tutti !!!, ma soprattutto come sindacalisti, che abbiamo scelto di farci carico delle esigenze dei lavoratori, siamo chiamati ogni giorno ad affrontare il difficile e complesso tema del lavoro.

Ma nessuno può, di fronte ai dati drammatici che ancora oggi nel mondo fanno registrare migliaia di vittime sul lavoro, non sentirsi investito del dovere di compiere, con modalità e mezzi diversi, interventi che vadano verso la sempre più radicata affermazione di una costante azione di prevenzione, di tutela, di valorizzazione ed affermazione della centralità della persona all’interno dell’ambiente di lavoro.

Ognuno nel proprio settore di riferimento, ognuno nel proprio ambito di intervento e competenza, ognuno quale tessera essenziale di un mosaico deve prendere parte ad una azione coesa e sinergica verso la promozione della salute e sicurezza in tutti gli ambienti di lavoro, a partire dalla prevenzione e dall’istruzione.

La responsabilità di evitare una morte, un infortunio, una malattia professionale, non può essere oggetto di facile delega o di alleggerimento di responsabilità. Nel corso del 2009, in Italia si è registrata una diminuzione degli infortuni e dei morti per il lavoro; non ci illudiamo, al risultato ha sicuramente contribuito la riduzione delle ore lavorate; pertanto dobbiamo sempre più far permeare nella società la cultura della prevenzione.

Tornando al tema del lavoro e dell’economia, la nostra Provincia basata su una imprenditorialità diffusa, centrata sui distretti, da tempo mostrava segni di cedimento; l’attuale crisi stà amplificando le difficoltà del sistema produttivo che lentamente scivola verso il declino industriale. Basti pensare alle decine di aziende che hanno chiuso i battenti o fortemente ridotto il loro organico; le ragioni delle difficoltà sono ascrivibili al tipo di sistema produttivo locale; il piccolo e bello, che ci sembrava essere la nostra forza, oggi si è trasformato nella nostra maggiore difficoltà per reggere la competizione globale derivante, da un lato dalle multinazionali e dall’altro da chi produce i nostri stessi beni a costi estremamente più bassi; inoltre le nostre aziende sono prevalentemente terziste, sottocapitalizzate e a conduzione familiare.

Il tavolo di concertazione Provinciale istituito a Dicembre, di recente è stato riconvocato , mentre prosegue il confronto con le forze sociali. Dobbiamo lavorare ad un progetto che mobiliti risorse e partecipazione per ridisegnare il nostro territorio come sistema in grado di innovare. Si tratta di promuovere le attività industriali innovative e con alto valore aggiunto, senza trascurare le attività tradizionali esistenti.

Gli enti locali e la Provincia dovrebbero riassumere il ruolo di soggetti attivi nella programmazione di politiche sociali capaci di sostenere lo sforzo comune che la situazione ci impone. Il governo delle risorse del territorio, deve diventare elemento qualificante e volano per riprogrammare lo sviluppo, attraverso il confronto ed il coinvolgimento di tutti i soggetti di rappresentanza reale.

La Provincia deve svolgere inoltre un ruolo attivo nelle politiche dei prezzi e delle tariffe, coinvolgendo nel controllo delle loro dinamiche le istituzioni, le associazioni dei consumatori e dei produttori. Inoltre va concertata con tutti gli enti locali della provincia una politica tariffaria antinflazionistica per tutti i servizi erogati, prevedendo tariffe sociali agevolate. La qualità della vita, il benessere raggiunto nel nostro territorio, non sono solo il risultato di un particolare momento, al contrario sono la base sociale e culturale dello sviluppo del recente passato e patrimonio collettivo accumulato che ci permetterà di affrontare con fiducia il nostro futuro. Non posso a questo punto non citare le deroghe firmate da alcuni comuni per l’apertura degli esercizi commerciali il 1° Maggio; il 1° Maggio va rispettata la chiusura dei negozi proprio per il significato della festa e per il martirio e la morte delle lavoratrici che per decenni furono vittime dell’avidità umana.

VIVA LE LAVORATRICI, VIVA I LAVORATORI VIVA IL PRIMO MAGGIO!!! -