Il riordino della sanità marchigiana deve essere accompagnata da un confronto costante e reale con le organizzazioni sindacali rappresentative dei lavoratori del settore e dei cittadini utenti dei servizi, a partire dal recupero delle relazioni sindacali sui territori e in Area Vasta. È quanto emerso con forza nel corso dell'assemblea unitaria organizzata da Cgil Cisl Uil, prima tappa del percorso di mobilitazione unitaria per sostenere una vera riforma della sanità nelle Marche incisiva e attenta ai bisogni della comunità, che si è tenuta oggi ad Ancona.
Oltre 200 persone hanno partecipato ai lavori della mattinata. Presenti tutte le Rappresentanze Sindacali Unitarie della sanità marchigiana (Asur, Aziende Ospedaliere Marche Nord e Ospedali Riuniti, Inrca) e i dirigenti sindacali delle Confederazioni e delle Federazioni dei lavoratori pubblici e dei Pensionati.
Sono stati illustrati gli esiti dell'incontro tra Regione e Sindacati di lunedì 11 gennaio scorso, nel corso del quale è stata assicurata la sospensione degli effetti della Legge 32 del 23 dicembre scorso, che accentrando la contrattazione in Asur ne aveva, inopinatamente, sottratto la titolarità alle RSU elette in Area Vasta. Il confronto che si aprirà nelle prossime settimane fra Regione e sindacati dovrà individuare delle soluzioni in grado di tenere assieme una maggiore armonizzazione nelle politiche contrattuali con l’articolazione del confronto nel territorio, valorizzando ulteriormente il ruolo delle RSU.
Valutazioni critiche sono state espresse nei confronti di quei provvedimenti con i quali Regione ed Asur hanno impresso una svolta improvvisa ed unilaterale ad un percorso di riorganizzazione sul quale, con non poca fatica, si stavano cercando sintesi unitarie. A partire dall'attivazione delle reti cliniche, con il rischio di non riuscire a garantire servizi adeguati ai bisogni degli utenti e condizioni di lavoro accettabili per gli operatori. Non è ancora chiaro il progetto di sviluppo della rete regionale delle Case della salute, in particolare per la definizione delle loro caratteristiche e delle modalità con le quali dovranno svolgere il loro ruolo strategico di cerniera tra ospedali e servizi territoriali.
Manca poi – e in tal senso è stata avanzata dal sindacato alla Regione una richiesta a presentare in tempi brevi una proposta concreta - un percorso convincente di rafforzamento della prevenzione e dei servizi socio sanitari (residenziali, semiresidenziali e domiciliari), rispetto ai quali è urgente anche la necessità di trovare le risorse per compensare l'aumento delle rette a carico di utenti e Comuni, deliberato dalla Regione. Restano ancora tutti da valutare, infine, gli effetti del piano regionale approvato nel settembre scorso per il contenimento dei tempi d'attesa, ancora oggi uno dei principali ostacoli per l'accesso alla sanità pubblica dei cittadini marchigiani, in particolare di quelli più anziani.
Il riordino della sanità marchigiana è un processo inevitabile, sul quale Cgil Cisl Uil Marche hanno da sempre manifestato grande responsabilità. Se però vengono a mancare la contestualità tra riordino ed investimenti e un confronto vero e sistematico con le forze sociali, le tensioni nelle comunità locali sono destinate a diventare insostenibili, così come crescente e deciso sarà il dissenso dei lavoratori e dei pensionati.