«Le Marche hanno indici simili a quelli delle regioni del Mezzogiorno più che a quelle del Centro-Nord, eppure il governo centrale non fa scattare quelle misure di sostegno che stanno consentendo e consentiranno al Sud di recuperare il gap con il resto del Paese che va più veloce». Sauro Rossi, Segretario Generale della Cisl Marche, non nasconde la sua preoccupazione per una lettura basata su vecchi schemi e oggi «molto penalizzante».
L'essere regione cerniera, e non solo per la sua collocazione geografica, rischia di essere «una condizione penalizzante» e un'ulteriore criticità, che va a sommarsi alla piccola dimensione delle imprese, all'isolamento infrastrutturale, all'impatto pesante di quattro crisi in 12 anni e a territori che, specie nelle aree interne, si stanno spopolando; nello stesso periodo, sono andati persi 30 mila posti di lavoro: si tratta in gran parte di autonorni, che da sempre rappresentano una delle peculiarità del modello marchigiano.
«Perdiamo in efficienza e quel modello non esiste più - ammette Rossi -. Tutte le Marche valgono, in termini demografici, come tutto l'hinterland di Milano, ma su un territorio che è nove volte più grande». Così la sfida della competitività richiede più energia, anche perché l'obiettivo proposto dal sindacato è ambizioso: «Capire come questa regione è in grado dl affrontare lo sviluppo sostenibile».
La strada proposta dalla Cisl si regge su un metodo e su contenuti. Il sindacato sta organizzando una serie di tavoli tematici, che successivamente saranno aperti alle altre sigle per diventare una piattaforma di confronto con le associazioni datoriali, con le quali il rapporto è storicamente non conflittuale. «Una capacità di dialogo che è un vantaggio in questo momento, ma non è scontata e va costantemente alimentata» osserva Rossi, che guarda a uno sforzo comune di imprese, mondo del lavoro e istituzioni, «per selezionare gli interventi tra diverse opzioni e mirare a uno sviluppo più equilibrato delle Marche, a cominciare dalle aree colpite dal sisma».
Il leader della Cisl mette in fila anche i temi prioritari da affrontare: «Riqualificare il manufatturiero, che resta la spina dorsale dell'economia regionale, attraverso produzioni a più alto contenuto tecnologico, orientando allo stesso modo il sistema dei servizi perché possa essere un supporto efficace per le imprese». E, insieme, quelli storicamente più cari al sindacato, che chiede di incrociare le politiche aziendali con quelle del territorio, di guardare al giovani «perché le dinamiche del lavoro evidenziano ornai da anni numeri in negativo», e alle donne, «rendendo più distribuite le respon-sabilità familiari attraverso un'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro». Non per ultimo, il modo di concepire il trasporto pubblico nei prossimi anni, «aprendo un ragionamento coordinato con il coinvolimento di tutti i settori produttivi per ridisegnare la mobilità di città e borghi delle Marche».
di Michele Romano, Il Sole24 ORE del 16 aprile 2021