Gentilissima dottoressa Guidi, in occasione della sua presenza qui a Pesaro vorremo portare a conoscenza della grave situazione aziendale in cui versa oramai da tempo la BVB s.r.l., azienda che produce componenti per refrigerazione con il 67% di proprietà della famiglia Marcegaglia, in questi anni abbiamo subito un costante calo dell’attività produttiva vuoi per la crisi oramai strutturale del bianco ma molto anche per le scelte di gruppo di spostare produzione da S.Lorenzo in Campo in altri stabilimenti del gruppo italiani ed esteri con conseguente riduzione di personale da 140 dipendenti circa nel 2005 agli attuali 74. In questi anni la situazione ha visto l’utilizzo massiccio di ammortizzatori sociali, è stata utilizzata prima tutta la cig ordinaria, poi un’anno di cigs per crisi aziendale e adesso ci apprestiamo a terminare l’anno di cigs per riconversione e ristrutturazione, nel frattempo abbiamo fatto uscire dall’azienda 11 lavoratori con una procedura di mobilità. Nel discutere la cigs per riconversione e ristrutturazione, l’azienda ha fornito un programma di formazione e riconversione su due prodotti legati alle energie rinnovabili, su quello abbiamo scommesso un po tutti sapendo che avremo dovuto comunque affrontare una difficile situazione occupazionale. Attualmente la situazione vede i 74 dipendenti lavorare 3 giorni su 15, al ritorno dalle ferie estive l’azienda ci ha comunicato un’ulteriore riduzione delle giornate per lo spostamento della fornitura del maggior cliente da S. Lorenzo allo stabilimento polacco, portandola a due giorni settimanali con la possibilità della chiusura totale settimanale. Vorremmo ricordare che l’attuale presidente di Confindustria Emma Marcegaglia nelle sue dichiarazioni, anche in merito alle vicende fiat, ricorda che bisogna favorire il rientro delle produzioni in Italia, mentre nell’azienda dove ha una quota azionaria di maggioranza fa l’esatto contrario, contravvenendo anche alle parole che negli innumerevoli coordinamenti nazionali del Gruppo, il Cavaliere Steno Marcegaglia non ha mai perso occasione di ricordare a tutti i delegati sindacali presenti che questo Gruppo non ha mai lasciato a piedi nessun lavoratore e non ha mai chiuso un’azienda. Qui a San Lorenzo invece, il gruppo cede quote gratuitamente al socio di minoranza senza garantire un futuro sull’occupazione, lasciando il socio di minoranza ed i lavoratori in mezzo al guado con la consapevolezza che la chiusura è dietro l’angolo. Attualmente i lavoratori che rischiano il posto di lavoro sono una cinquantina, in una vallata quella del CESANO dove già tante aziende hanno serrato gli ingressi per la grave crisi economica e dove per anni si farà fatica a ricollocarsi. C’è la forte preoccupazione che per chi resta in stabilimento che il licenziamento sia dietro l’angolo. Le maestranze chiedono che il più grande gruppo siderurgico italiano non scappi da questa vallata, l’annuncio di ricollocare tutti i lavoratori e le lavoratrici in altri siti produttivi e un bel gesto (provocatorio) ma impraticabile e di poca efficacia. Gli stabilimenti più vicini sono quelli di Forlì, Ravenna e Gazoldo degli Ippoliti (Mantova). Le radici e gli affetti di noi lavoratori BVB sono qui distribuiti in nove comuni, un grande gruppo si rivela tale se oltre che pensare al profitto e all’espansione, è in grado di accollarsi le problematiche sociali di un territorio come cita la Costituzione Italiana. Chiediamo pertanto un’assunzione di responsabilità sia per il ruolo pubblico che Emma Marcegaglia ricopre a livello nazionale come Presidente di Confindustria, sopratutto dimostri che dietro alle parole annunciate in questi momenti difficili ci sia un comportamento coerente rispetto alle problematiche nelle sue aziende, ma soprattutto di noi lavoratori e lavoratrici suoi dipendenti. San Lorenzo in Campo, 21 settembre 2010