“Salviamo la sanità pubblica”. Medici, veterinari, dirigenti sanitari, associazioni di cittadini e pazienti oggi giovedì 15 giugno si sono mobilitati in difesa del Servizio sanitario nazionale in tutta Italia. Anche le Marche non hanno fatto eccezione e, come nelle altre regioni, a promuovere l’iniziativa congiuntamente sono stati: CISL Medici, Fp Cgil medici e dirigenti Ssn, Coordinamento nazionale delle aree contrattuali medica, veterinaria e sanitaria Uil Fpl, l’Anaao-Assomed, Cimo-Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fvm Federazione veterinari e medici.
Sit-in alle ore 11, 00 ad Ancona, davanti all’ingresso dell’Ospedale Regionale di Torrette e poi l’assemblea nell’Aula Totti con i segretari regionali dei sindacati di categoria che hanno organizzato la mobilitazione.
Insieme ai sindacati dei medici e dirigenti sanitari le associazioni dei cittadini e dei pazienti con l’obiettivo di sollevare una voce unica a difesa della sanità pubblica e del Servizio Sanitario Nazionale afflitto da storiche carenze di personale e riorganizzazioni sul territorio ma mal si conciliano con detta mancanza di professionisti della sanità di difficile reperibilità soprattutto per talune specializzazioni.
La carenza di operatori sanitari attraversa tutta l’Italia senza distinzione tra Nord e Sud. Mancano medici ospedalieri, di famiglia, pediatri di libera scelta e infermieri, ma il fenomeno della desertificazione sanitaria diventa esplosivo soprattutto le aree interne. Il problema rischia di non essere colmato dai fondi messi a disposizione dal Pnrr perché tali fondi non possono essere utilizzati per ovviare alle carenze di personale. Alle mancanze di risorse umane seguono le sempre più difficili condizioni di lavoro per il personale il servizio, la difficoltà sempre crescente a conciliare i tempi di vita con quelli di lavoro, le tensioni in termini di sicurezza nei Pronto Soccorso, le difficoltà a riconoscere le professionalità dei medici in servizio e la definizione di percorsi chiari di carriera.
Il Piano sanitario regionale che la giunta regionale ha varato nelle scorse settimane ha azzerato Asur e Marche Nord e creato le 5 Ast provinciali dovrà passare al vaglio dell’assemblea legislativa entro l’estate ma il tema resta quello della carenza di personale e dei precari non stabilizzati.
La carenza non riguarda solo i medici. Secondo i sindacati nelle Marche servirebbero 7mila lavoratori per dare concretezza alla riforma del sistema sanitario regionale molti dei quali già in servizio dall’epoca Covid parte dei quali in attesa di stabilizzazione.