Sono tempi difficili per la sanità marchigiana, messa sotto pressione dal disastroso avvio del Centro unico regionale di prenotazione. Pur evitando di cavalcare l’onda di polemiche facili l’occasione è propizia per una riflessione sulle patologie che affliggono il servizio sanitario regionale. A maggior ragione ora che sono in corso di svolgimento le audizioni della quinta Commissione del Consiglio regionale, che dovrà mettere a punto la modifica della legge regionale istitutiva dell’ Azienda sanitaria unica regionale. In arrivo tagli pesanti. Il dibattito sulla nuova legge, per quanto interessante, rischia a conti fatti di risultare inutile. Perché nel frattempo la sanità regionale, al pari di quella nazionale, è minacciata dai pesanti tagli previsti dalla manovra finanziaria correttiva approvata con legge 30 luglio n. 122. La Regione Marche potrà contare su 134,5 milioni di € in meno per il triennio 2010-2012, ai quali vanno sommati i circa 56 milioni di € di deficit accumulati dalle 13 Zone territoriali. Che la gestione dell’Asur fosse in perdita non è una novità. Nel triennio 2007-2009 l’Azienda unica ha bruciato tra 70 e 90 milioni di €, generosamente ripianati dal governo regionale. Per far tornare i conti è bastato modificare la legge regionale n. 47 del 1996 e consentire alla Giunta di attingere alle riserve patrimoniali dell’Asur – costituite da beni immobili e patrimoniali - per coprire le perdite. Risparmi su personale e farmaci . Una volta liquidati i “gioielli di famiglia” i cordoni della borsa sono stati sigillati. A questo punto i lavoratori e i cittadini pagheranno un prezzo molto alto, perché i risparmi imposti al sistema verranno in gran parte dalla spesa farmaceutica e da quella per il personale. Questo significa nell’immediato non sostituire i lavoratori che andranno in pensione (blocco del turn over) e aumentare i carichi di lavoro per quelli in servizio. Nella realtà provinciale sono evidenti i segnali di un sistema che sta perdendo la bussola. Il reparto di Emergenza Urgenza dell’Ospedale di Macerata è sull’orlo di una crisi di nervi, con i pazienti in attesa per ore e il personale in costante apnea. La riduzione degli anestesisti significa meno sedute in sala operatoria e quindi tempi più lunghi per chi deve sottoporsi ad interventi chirurgici. La vicenda del servizio mensa, dato in gestione a privati, ha umiliato il personale. Nelle altre Zone non va meglio. L’allarme lanciato dal Sindaco di Recanati sui gravi segnali di cedimento del servizio sanitario nella Zona 8 non può lasciare indifferenti. Il rischio concreto è quello di un blocco generalizzato delle attività e di una diffusa riduzione dei servizi - sia ospedalieri che territoriali - su tutto il territorio della provincia di Macerata. Rafforzare le Aree Vaste provinciali. Siamo consapevoli che non esistono ricette facili, ma alcune linee strategiche possono essere tracciate. Sarebbe fin troppo facile decretare il fallimento dell’Azienda unica – nata anche per ridurre i costi del servizio sanitario regionale - e chiederne a voce alta lo smantellamento. Si risparmierebbero da subito circa 60 milioni di €. La proposta di riforma della legge 13, rafforzando il ruolo delle Aree Vaste, rilancia la dimensione provinciale delle Aziende sanitarie. In questo contesto le Zone territoriali diventano una sovrastruttura inutile di cui dovremmo fare a meno. Si risparmierebbero risorse preziose da reinvestire sul territorio, dando allo stesso tempo un segnale importante di condivisione dei sacrifici che verranno imposti anche ai cittadini e ai lavoratori. Più risorse per il territorio maceratese. Oltre che risparmiate, le risorse vanno spese meglio, riequilibrandone la distribuzione sul territorio. I criteri attualmente in uso per assegnare i budget di spesa alle Zone territoriali penalizzano il territorio maceratese, che privo di aziende ospedaliere - con le quali i budget vengono contrattati a parte - può contare su risorse molto inferiori a quelle che affluiscono a Pesaro ed Ancona. Di conseguenza i cittadini maceratesi sono costretti a spostarsi di frequente per accedere ai servizi sanitari d’eccellenza, con ulteriori costi in capo alle zone territoriali di residenza. Per questo è urgente fermarsi e riflettere con attenzione, programmando l’offerta dei servizi sul territorio regionale in modo da garantire reale equità e parità di accesso per tutti i cittadini marchigiani. Recuperare la concertazione. Constatiamo con amarezza che la situazione che ci troveremo ad affrontare poteva essere prevenuta se solo il sistema fosse stato gestito in modo meno verticistico ed elitario. Per questo rivolgiamo un appello a non perseverare negli errori commessi, recuperando il valore della concertazione e del confronto con le forze sociali e sindacali, vero punto di forza della programmazione sanitaria. Per leggere la rassegna stampa sul tema clicca qui: Messaggero Macerata Il Resto del Carlino Macerata Corriere Adriatico Macerata