Nei mesi scorsi la Cisl di Fano denunciò la scomparsa del servizio di fisioterapia e riabilitazione a Fano. Ad oggi, per il bacino di Fano, l’Area Vasta non eroga questo servizio e i cittadini, costretti pure ad essere accompagnati, devono recarsi in strutture private (30 euro per mezz'ora di trattamento fisioterapico) oppure vengono dirottati a pergola Fossombrone e Cagli.
«Per anni si è discusso del nuovo ospedale unico come se la sua realizzazione risolvesse le grave carenze del sistema sanitario della nostra provincia - dichiara Giovanni Giovanelli, responsabile della Cisl di Fano -. Nel frattempo continua l’inesorabile spoliazione dei servizi sanitari territoriali pubblici a favore della sanità privata».
Criticità che emergono anche nell'ambito del trasporto sanitario, finanziato in misura ridotta e affidato ai Comuni nella forma di trasporto sociale: «Un cittadino che ricorre alla dialisi o con altre patologie gravi e invalidanti necessità di un trasporto sanitario qualificato e svolto da personale debitamente formato - prosegue Giovanelli -. Il paradosso di questa vicenda è poi la grave scelta fatta: il trasporto sanitario verrà svolto non da ditte strutturate con dipendenti propri ma da associazioni di volontariato, con l’inevitabile licenziamento di 70 lavoratori. Gravissima scelta sia per la sleale concorrenza, dal momento che i volontari non sono dipendenti, sia per le gravissime ricadute occupazionali. È come su un comune decidesse di affidare il servizio mensa della scuola ad una associazione di volontariato».
Altri segnali della destrutturazione del servizio sanitario pubblico arrivano dal comune di Terre Roveresche, costretto a convenzionare con risorse proprie un'automedica per l’inefficienza del servizio di emergenza-urgenza del suo territorio. «il bilancio della Regione nel comparto sanità chiude in attivo - osserva Giovanelli - ma poi un sindaco è costretto con risorse proprie ad attivare un servizio di emergenza. Dove siamo finiti? Lungimirante il sindaco, gravemente deficitaria l’Area Vasta: non è possibile che il servizio sanitario regionale dell’emergenza-urgenza sia sostituito da un servizio comunale».
Molti altri sono i disservizi, come il continuo depotenziamento dei servizi ambulatoriali e dei punti prelievo: «In a alcuni casi, come a Marotta, per un semplice prelievo del sangue è necessario fare tre viaggi - spiega il responsabile della Cisl di Fano -. I cittadini di Marotta sono costretti a recarsi a Mondolfo per la prenotazione, a Marotta viene effettuato il prelievo e a Mondolfo viene ritirato il referto. Questo incentiva il ricorso ai laboratori privati nei quali, paradossalmente, il servizio costa anche meno che nel settore pubblico».
«L’Area Vasta - conclude Giovanelli - apra immediatamente al confronto con i sindacati e sveli realmente il suo modello di sanità, rafforzi i servizi territoriali ambulatoriali e specialistici e renda omogenea ed efficiente in tutto il territorio la rete dell’emergenza-urgenza. Basta con questo inesorabile declino del sistema sanitario pubblico».