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  • Sauro Rossi a Corriere dell'Economia: «Dalla crisi pandemica si esce tutti insieme»

Lavoro, situazione post pandemia, infrastrutture, settori che ancora non si sono ripresi del tutto. Corriere dell'Economia ne parla con Sauro Rossi, segretario generale di Cisl Marche. La regione sta uscendo dalla crisi, i segnali di ripresa ci sono tutti, ma per raggiungere i livelli pre-covid bisogna ancora fare un po’ di strada. “Le proiezioni relativamente all’anno in corso sono confortanti. Sono in elaborazione i dati del terzo trimestre e vediamo buoni segnali sia per la produzione e il consumo, sia per il lavoro”.

Nel primo semestre la crescita del Pil è stata dell’8,5 per cento: “Seppur di pochissimo, sopra alla media nazionale. E questo è un segnale importantissimo per le Marche che, nel decennio scorso, sono sempre cresciute di meno rispetto all’Italia. Notiamo una ripresa del lavoro, anche se la maggior parte dei nuovi avviamenti riguarda contratti a tempo determinato ( più dell’80 per cento). L’impulso alla ripresa c’è in tutti i settori: manifatturiero, servizi, costruzioni. Abbiamo un confortante +24.4 per cento rispetto al 2020 di nuove assunzioni, ma partivamo da un dato bassissimo a causa della pandemia. Rispetto al 2019 siamo infatti a -10,7 per cento e rispetto al 2018 al -20,6 per cento. Insomma, riassumendo, la ripresa c’è, ma bisogna ancora camminare per raggiungere i livelli pre crisi pandemica. Ci vorrà almeno tutto il 2022. Quello che ci fa ben sperare è che è cresciuta anche l’occupazione di giovani e donne, le categorie più penalizzate dalla crisi covid. Anche in questo caso, per raggiungere in valori assoluti i numeri del 2019 il tragitto è ancora lungo”.

Argomento scottante nella regione è quello delle infrastrutture per evitare che le Marche restino isolate dal resto della nazione e, in generale, dallo sviluppo europeo: “E’ un obiettivo rilevantissimo dei prossimi anni. Speriamo di utilizzare bene le risorse del Pnrr perché abbiamo pagato dei ritardi nell’avvio delle infrastrutture viarie e immateriali, e mi riferisco al digitale. Ora bisogna intervenire con grande energia. La situazione è ancora sospesa per quel che riguarda i collegamenti con il porto di Ancona, c’è il famoso ultimo miglio che collega l’autostrada alla struttura portuale da completare, in modo da favorire un’entrata e un’uscita più fluida dalla città di Ancona. Il traffico portuale, nel 2021, ha registrato un buon andamento”. Ancona e il suo porto non sono gli unici punti importanti sulla cartina regionale: “Bisogna connettere meglio le Marche sull’asse est-ovest, rafforzare le tratte ferroviarie lungo la dorsale adriatica. Ci sono segnali per quel che riguarda la Falconara-Roma, opera che non può essere più ritardata. E poi situazioni che tutti conoscono, come i raccordi con la Quadrilatero. O le diverse sezioni delle Pedemontane. Infine, bisogna recuperare le grandi potenzialità legate al completamento della Fano-Grosseto”.

Si torna sull’argomento ripresa per andare a scoprire se ci sono dei ‘calimero’ nei diversi comparti: “Gli andamenti più convincenti, in termini di domanda di lavoro, li abbiamo registrati nel meccanico e legno, (+91 per cento) ripresa un po’ più debole per tessile-abbigliamento-calzaturiero. Positive le costruzioni, con un +68 per cento rispetto al 2020, bene anche il turismo (+103.5 per cento). C’è un fatto su cui bisogna riflettere attentamente: le Marche devono fare i conti con un serio problema di innalzamento tecnologico delle produzioni. Si deve puntare sulla qualità di queste e sulla qualità del lavoro. Bisogna ragionare sugli investimenti necessari per rinforzare la base tecnologica delle nostre imprese. Altrimenti, resteremo ai margini dello scenario internazionale. Ci sono argomenti su cui ci battiamo da sempre, come la sicurezza sul lavoro e la formazione, su cui c’è tanto da investire. Riscontriamo alcuni elementi di debolezza, serve l’aggregazione tra imprese per irrobustirci e facilitare l’accesso al credito, diventando così ancora più competitivi nel manifatturiero e nei servizi”.

Una battuta, infine, sullo sciopero generale del 16 dicembre 2021 a cui hanno aderito Cgil e Uil, ma non la Cisl: “C’è una diversa valutazione su ciò che è accaduto negli ultimi mesi nel confronto con il Governo per rilanciare l’economia del Paese. Noi siamo per una transizione digitale ed ecologica che interessi tutti i settori e abbia una marcata impronta sociale. La valutazione va fatta sul medio periodo (Pnrr e altri fondi comunitari) ma anche sulla Legge di bilancio. La Cisl non aderisce allo sciopero perché ritiene che in questa fase sia importante mantenere un canale di dialogo con il Governo e le altre parti sociali, e lo ribadiremo nella manifestazione di sabato prossimo. Noi vogliamo discutere di sviluppo. Lo sciopero rompe i canali di dialogo, speriamo solo momentaneamente. La manovra di bilancio non ha risolto tutti i problemi e non è stata fatta accogliendo tutte le sollecitazioni delle organizzazioni sindacali, ma dei miglioramenti evidenti ci sono stati; per esempio, su ammortizzatori sociali, assistenza sociale, sanità, contrasto alla povertà e sostegno alla rete scolastica. Valorizziamo ancora al meglio il confronto con Governo e Parlamento per provare a migliorare ulteriormente la Manovra nei giorni che mancano all’approvazione. Lo sciopero rischia di incrinare e disarticolare il confronto che invece va tenuto vivo, anche sui temi importanti della previdenza e del fisco. Da sempre, come Cisl, sosteniamo che in Italia serve lo sforzo di tutti i soggetti in campo per arrivare a un vero e proprio Patto sociale per lo sviluppo. Dalla pandemia si esce con il contributo di tutti e la logica degli interessi generali deve prevalere su quelli di parte”.