Assistiamo sgomenti alle immagini di centinaia di cadaveri raccolti in mare, ragazzi,donne e bambini rovesciati in acqua dopo l’incendio scoppiato a bordo di un barcone diretto verso l’Europa.
Si tratta di richiedenti asilo,donne e uomini in fuga da guerra e persecuzioni,cosi come gli altri morti in mare nel corso di questi decenni, ormai circa 20.000
E’ormai chiaro che il problema non è solo di leggi da modificare o di impegno dell’ltalia.
L’Europa intera ha il dovere,a fronte di questa continua richiesta di aiuto,di fare si che chi fugge dalla morte per raggiungere l’Europa, non trovi la morte nel suo cammino.
Da tempo si chiede che venga aperto a livello europeo,un canale umanitario affinché chi fugge dalla guerra possa chiedere asilo direttamente alle istituzione europee in Libia,in Egitto,in Siria o la dove è necessario ( anche presso i consolati o altri uffici) senza doversi imbarcare alimentando il traffico di essere umani e il bollettino dei naufragi.
C’è la necessità che l’Europa si faccia veramente carico di evitare queste morti costruendo una presenza diretta che,fin dall’interno dei confini africani, possa raccogliere le richieste di chi chiede protezione per poi accogliere sul suolo europeo ed esaminare qui la sua domanda.
Responsabile ANOLF-Macerata
Sammy Kunoun
Macerata,04/10/2013