Oggi, mercoledì 8 marzo, le lavoratrici e i lavoratori di Tecnowind di Fabriano sono scesi in strada per manifestare il proprio disagio: 285 operai ed impiegati ed altrettanti lavoratori dell'indotto rischiano il proprio lavoro per meri interessi finanziari. Dopo mesi di trattative con diversi acquirenti che non si sono mai concretizzate senza sapere le motivazioni reali, siamo giunti ad una nuova proposta non vincolante che mantiene acceso un lumicino di speranza.
Il pool di banche coinvolte (Bnl, Unicredit, Mps, Banca Intesa, Banca Marche, Ubi e Veneto Banca) hanno bloccato da diversi mesi le linee auto liquidanti, mettendo a rischio l'attività industriale e di conseguenza ritardando il pagamento degli stipendi. Chiediamo al sistema bancario una responsabilità sociale; le banche, piuttosto che cercare di distruggere ciò che è realizzabile, con le Istituzioni dovrebbero essere impegnate a supportare il progetto industriale.
La difesa degli interessi del capitale vale ben poco anche per chi la promuove, se passa attraverso la distruzione di ogni opportunità di ripresa per il lavoro e per I' economia del territorio compromettendone il futuro. Non possiamo, nel territorio fabrianese devastato dalla crisi, far pagare sempre e solo ai lavoratori.
Fim Fiom Uilm Ancona