Fistel Cisl, Slc Cgil e Uilcom Uil hanno proclamato per martedì 13 dicembre, sciopero nazionale di otto ore dei lavoratori Tim, con manifestazione regionale ad Ancona, p.zza Roma ore 10,00. Nelle Marche sono circa 850 i lavoratori coinvolti, tra reparti impiegatizi, tecnici e call center. Oltre 250 lavoratori marchigiani hanno sfilato per le strade di Ancona, a poche settimane di distanza dalle manifestazioni del 29 novembre davanti alle sedi storiche della Telecom, che nelle Marche ha visto un'adesione tra l'80 e il 90%.
Tutti i sindacati delle Marche unitariamente, protestano per l’ulteriore deriva della società TIM (già Telecom Italia), che dopo la disastrosa privatizzazione e la successione di 4 amministratori delegati, non ha un chiaro piano industriale, sta perdendo centralità nello sviluppo della diffusione della ultra banda larga (Fibra), punta al taglio drastico dei costi per 1,6 mld di euro, principalmente attraverso la riduzione di salario, tutele e diritti dei lavoratori.
Con l’ultima gestione dell’AD Cattaneo, i lavoratori hanno subìto l’eliminazione del premio di risultato 2015 e la disdetta del contratto integrativo, peraltro in assenza del rinnovo del CCNL TLC, ormai scaduto da 2 anni.
In alternativa all’attuale contratto aziendale, TIM impone un taglio drastico a diritti e tutele, ad istituti salariali, dequalificazioni con riduzione di livello e salario, taglio delle sedi, come nel caso di Ancona Via Miglioli, con trasferimento in sedi fatiscenti come corso Stamira.
L’azienda ha inoltre comunicato di voler controllare individualmente i lavoratori a distanza, per imporre loro meccanismi incentivanti o disincentivanti, con una sorta di cottimo, mirati all’aumento della produzione individuale.
Tutto questo aggravato dal fatto che l’AD Cattaneo e soci si riservano un “premio speciale” di circa 55 milioni di euro, al raggiungimento di questi obiettivi.
Quindi, mentre i lavoratori, già da anni in cassa integrazione, dovrebbero continuare la cura “dimagrante”, il top management si riserva un ottimo “banchetto”, in assenza di un piano complessivo di rilancio industriale.
Nel frattempo, per esclusiva responsabilità aziendale, pendono sui lavoratori anche le imminenti decisioni dell’Autorità AGCOM, che potrebbero addirittura portare ad esuberi e/o trasferimenti territoriali tra i tecnici di rete, oltre 250 lavoratori sugli 850 totali.
13/12/2016