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  • Vaccini: tra diritto alla salute e libertà di cura

In questi giorni molto si è discusso sull’opportunità di estendere l’obbligo delle vaccinazioni in tutte le Regioni. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e le Regioni, hanno condiviso "l'esigenza di arrivare in tempi relativamente brevi a una legge nazionale sulla obbligatorietà delle vaccinazioni”, per garantire un’offerta vaccinale uniforme in tutte le zone del Paese, quindi uguali livelli di assistenza sanitaria, e per far fronte a nuove emergenze.

Il piano vaccinale 2017-19, che prevede nuovi vaccini gratuiti, è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni, ma si dovrà discutere delle modalità attuative e la Commissione Salute ha rappresentato al ministro la posizione regionale di favore verso un intervento legislativo nazionale che renda obbligatorie le vaccinazioni per l'accesso ai percorsi scolastici nella scuola dell'infanzia e dell'obbligo. Tra gli obiettivi anche quello di raggiungere lo stato morbillo-free e rosolia-free.

Con il nuovo piano si prevede la somministrazione gratuita per fasce più a rischio :

Anti-Papillomavirus anche adolescenti maschi

 Varicella per i più piccoli

Anti-Pneumococco e Zoster per gli anziani

Anti-Meningococco B

Rotavirus

Sono consigliati  vaccini anti-influenzali per gli anziani ultrasessantacinquenni, per evitare complicazioni e ospedalizzazioni, da effettuarsi in autunno.

Sono state stanziate risorse per circa 220 milioni di euro per i vaccini, che rientrano nella prevenzione sanitaria, per il periodo 2017-2019.

Al di là delle opinioni che ognuno di noi può avere su questa argomento, è bene ricordare che l’art.32 della Costituzione sancisce il diritto alla salute come fondamentale per l’individuo e per l’interesse della collettività: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.. in relazione però al ben collettivo della comunità. In altri termini la libertà individuale non può ledere un superiore interesse collettivo.

La situazione di benessere psico-fisico intesa in senso ampio, bene “salute”, si traduce nella tutela costituzionale dell’integrità psico-fisica, del diritto ad un ambiente salubre, del diritto alle prestazioni sanitarie e della cosiddetta libertà di cura (in altri termini, diritto di essere curato e di non essere curato).

La Carta costituzionale sancisce il diritto dei cittadini a vedere tutelata la propria salute, lo Stato deve assumersi il compito di realizzare tutte le condizioni affinché ciò avvenga; questo equivale a dire che il servizio sanitario nazionale è l’esplicazione dei doveri costituzionali a carico dello Stato e a favore della comunità.