«Sono numeri impressionanti che dovrebbero indignare tutti gli italiani. Nonostante qualche piccolo miglioramento è ancora agghiacciante il numero delle donne che nel corso della vita sono state vittime di violenza, molestie, ricatti sessuali sul luogo di lavoro per essere assunte, per mantenere il posto di lavoro o per ottenere progressioni nella carriera». È quanto sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, commentando i dati diffusi oggi dall’Istat relativi alla violenza sulle donne nel nostro paese. «Solo negli ultimi tre anni sono state 167mila le donne che in ufficio o in azienda hanno subito forme di ricatto, molte delle quali lavorava o cercava lavoro nel settore delle attività professionali, scientifiche e tecniche ed in quello del lavoro domestico. Ed è emblematico che nell’80% dei casi le vittime non ne hanno parlato sul posto di lavoro, quasi nessuna ha denunciato quanto accaduto alle forze dell’ordine. Ecco perché è molto importante per la Cisl attuare l'accordo che abbiamo sottoscritto nel 2016 con la Confindustria per prevenire e contrastare le molestie in ogni luogo di lavoro, mettere in atto concretamente adeguate procedure per il rispetto della salute, del benessere e della dignità della persona. A tal proposito attendiamo ancora anche il decreto attuativo riguardante gli sgravi contributivi per l'assunzione delle donne vittime di violenza, un provvedimento che andrebbe esteso a tutti i settori produttivi. La strada verso la libertà da ogni sopruso e violenza resta l’atto primario della denuncia, aiutando le donne ad uscire dal silenzio. Per questo occorre rinnovare una vera alleanza tra le istituzioni, le imprese, il sindacato, il mondo della scuola e dell’informazione, per contrastare questa piaga della nostra società. Dovrebbe far parte dei processi educativi e della cultura civica di un paese avanzato e moderno come l'Italia, fin dai primi anni dell'infanzia, spiegare che il rispetto reciproco tra uomini e donne è il fondamento di una comunità».