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  • «Lavorare sulle possibili fonti di valore economico, sociale e civile per le nostre comunità».

di Stefano Mastrovincenzo, Segretario Generale Cisl Marche

La fine del 2012, pur col positivo recupero di credibilità internazionale del nostro paese, ripropone uno scenario in cui debito, tagli di bilancio, recessione produttiva, calo dell’occupazione, alimentano un forte disagio sociale. Preoccupano la riduzione dei consumi, la caduta del potere d’acquisto delle famiglie, l’impennata delle sofferenze bancarie. Servirebbe una politica antirecessiva (illusione che sia concertata in Europa ?), con riduzione delle tasse sul lavoro, sostegno alla contrattazione decentrata per alzare la produttività, rilancio degli investimenti, superando i vincoli del patto di stabilità per gli enti pubblici virtuosi. Nelle Marche è in atto un ridimensionamento del sistema produttivo, che risente di un gap di internazionalizzazione, verso i paesi a forte sviluppo, e di innovazione, (spesa in Ricerca/Sviluppo allo 0,3%), e c’è il rischio che si accentui l’uscita senza ritorno di giovani qualificati. Ci sono state positive azioni del governo regionale e delle parti socialinel sostenere le imprese per l’export e per il credito e nel varare misure per il lavoro, ma è chiaro che l’incisività delle politiche sui singoli territori e settori sia limitata dagli spazi globali e dai tempi stretti delle trasformazioni. Consapevoli che non ci saranno riconsegnate le condizioni preesistenti alla grande crisi e non esistono ricette magiche, si può lavorare sulle possibili fonti di valore economico, sociale e civile per le nostre comunità: consumi, che da fattore di ansia possono diventare un elemento di promozione territoriale delle imprese ad alto valore aggiunto sociale e ambientale;

  • conoscenza, per rafforzare un rapporto di scambio tra infrastrutture cognitive e sistema produttivo nel suo complesso;
  • cooperazione, per unire imprese, ma anche i tanti soggetti presenti sul territorio, e lavorare su nuovi prodotti complessi frutto di un’interazione tra settori eterogenei;
  • beni comuni (rigenerazione urbana, efficientamento energetico, digitalizzazione territori, etc;
  • innovazione, non come adempimento ma come approccio e metodo trasversale, anche nella contrattazione per la produttività e per l'organizzazione delle flessibilità.
Possibili fonti di valore su cui ipotizzare alcuni progetti, per sperimentare sul campo con coraggio ed equilibrio, le condizioni per un nuovo sviluppo.

12 settembre 2012

RASSEGNA STAMPA: MARCHE DOMANI