E' un fortissimo grido d'allarme sulla sanità quello lanciato da Cgil, Cisl, Uil, Nursind e Fsi. «La carenza della classe politica m marchigiana e le iniziative dell'Asur stanno compromettendo gravernen te la qualità della sanità pubblica a tutto vantaggio delle strutture priva- te».
Perché i cittadini si rivolgono sempre più alla sanità privata lo dimostrano i numeri, «Ci vogliono 7 mesi per una risonanza magnetica, 3 per una tac, 5 per l'Ect, 8 per le biopsie alla tiroide o alla mammella, 4 per un ecocardiogramma, 6 per una visita cardiologia, 6 per un test da sforzo. 10 per una visita urologia, 7 per un Ect alla prostata, 8 mesi per un'elettromiografia; addirittura un anno per interventi in day surgery» dice Paolo Villa (Rsu Cisl).
«La situazione sta precipitando» aggiunge Giorgio Cipollini (Cisl). «Gli utenti stanno subendo le negative ripercussioni dello svuotamento delle singole unità operative. A questo si aggiunga che non ci sono notizie del rinnovo dei 90 contratti di infermieri e 35 di socio sanitari che scadono il 30 giugno prossimo. Si rischia di paralizzare l'intero sistema sanitario che già sconta l'assenza di ben 18 primari nelle varie unità operative di Ascoli e San Ben ed etto».
Riferendosi in particolare al Mazzoni Paolo Villa ha denunciato che «a pneumologia ci sono 3 medici che fanno 11 reperibilità a testa. Radioterapia, senza primario e medici, deve chiudere alle 14. In urologia non c'è personale medico per far funzionare l'innovativo sistema Synergo (ipertermia e chemioterapia per tumori vescicali) donato dalla Fondazione Carisap, vanto del centro tumori di Milano e dell'Università di Palermo. Per quanto riguarda gli infermieri siamo sotto gli standard minimi fissati dell'Asur. Eppure a giugno a medicina donne andranno via 9 infermieri su 12, 4 a cardiologia, 4 al pronto soccorso, 7 alla Rsa, E mancato sangue Rh negativo al pronto soccorso perché non c'è un coordinatore, si fanno in reparto letti bis, ter, quater ed é fuori legge: due acceleratori donati a Radioterapia dalla Fondazione Carisap sono fermi agli anni Novanta, mai adeguati, Tac e risonanza sono ancora a 16 scansioni invece che 256. E poi - conclude- c'è una legge regionale che farà chiudere il punto nascite di San Benedetto e che il direttore Stroppa non può smentire solo a parole»,
Sull'azienda ospedaliera Francesco Neroni (Cgil) afferma che «funziona come una stnittura privata che deve auto finanziarsi, con conseguenze a carico del territorio».«A preoccuparci è l’integrazione fra Ascoli e San Benedetto intesa come razionamento delle risorse, oltre ai soldi spesi con logica politica invece che per il bene del cittadino» concludono Roberto Fioravanti (Cgil), Mauro Martini (Uil), Tiziana Traini (Nursind) e Fausto Menzietti (Fsi).