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  • 2 Giugno 1946 - 2016: settant'anni di Repubblica

70 anni di Italia repubblicana e costituzionale 

2 giugno 1946: nasce la Repubblica Italiana. Dopo la dittatura fascista, la tragedia della guerra, la lotta di liberazione, l’Italia sceglie. Il referendum istituzionale vede la vittoria dei repubblicani con il 54,3% dei voti contro il 47,7% dei monarchici. Per la prima volta in Italia votano anche le donne. Il passaggio dalla monarchia alla Repubblica avviene in un clima di tensione, tra polemiche sulla regolarità del referendum e accuse di brogli. Avviene in un Paese fragile con istituzioni democratiche tutte da costruire, “sorvegliato a vista” dalla potenze alleate, con gli inglesi favorevoli a confermare la monarchia come argine al comunismo e gli americani più propensi a rimettere al corpo elettorale la scelta sulla forma dello Stato. Avviene in un Paese profondamente diviso tra un Nord repubblicano e un Sud monarchico.

In questo contesto, il 2 giugno 1946 ha rappresentato non solo un passaggio obbligato per la soluzione della questione istituzionale e la definizione degli equilibri politici, ma soprattutto un nuovo inizio, il fondamento di un nuovo corso democratico e di cittadinanza costituzionale.

Fare memoria oggi di questo “spirito costituente” porta inevitabilmente a guardare con attenzione, interesse, partecipazione il percorso della revisione costituzionale su cui gli italiani saranno chiamati ad esprimersi con referendum nel prossimo autunno; porta a leggere con sconcerto il livello di tensione sempre più evidente, che va assumendo le forme di una lotta senza quartiere sulla permanenza in carica dell’attuale Governo; porta a ribadire che La Costituzione è e deve rimanere il patto condiviso sui valori e le regole della nostra convivenza civile e politica, e bisogna evitare di trasformarla in terreno di scontro politico contingente.

È necessario allora che il confronto venga riportato sui contenuti della riforma costituzionale, e si garantisca una informazione ampia e corretta perché il voto popolare possa essere esercitato in modo davvero libero e consapevole.

70 anni di Italia repubblicana ed europea

2 giugno 1946: l’Italia repubblicana inizia un lungo cammino di profondi mutamenti culturali, sociali, politici ed economici. L’Europa ha rappresentato, in questo non facile percorso, un riferimento costante: l’Italia, anche grazie al suo insostituibile contributo politico e di riflessione, ha visto progressivamente concretizzarsi il sogno dell’integrazione europea.

Oggi viviamo immersi nel disincanto di un’Europa che mostra i suoi limiti, soprattutto nell’incapacità di prefigurare, con una politica sociale ed economica comune, percorsi di nuovo sviluppo e di inclusione, e di affrontare in modo responsabile e condiviso il dramma dei migranti....un’Europa a cui Papa Francesco ha augurato di saper dare la luce ad un nuovo umanesimo basato sulla capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare.

Dare un contributo al rilancio di un’Europa “famiglia di popoli” vuol dire per il nostro Paese riscoprire e far respirare l’anima più profonda e vitale della sua Costituzione repubblicana, quella fondata sul lavoro, come elemento di dignità personale e di contributo al benessere sociale, fondata sul valore della persona,  sulla partecipazione, sulla solidarietà.

70  anni di italiane cittadine della Repubblica

2 giugno 1946: per la prima volta le donne italiane sono chiamate alle urne. È un traguardo sofferto e conquistato attraverso un lungo percorso di lenta trasformazione della condizione, del ruolo e dell’immagine della donna. È davvero il momento della svolta che apre le porte della partecipazione politica e democratica alla componente femminile del Paese, fino ad allora esclusa per quell’idea che il prevalere della dimensione emotiva ne avrebbe compromesso la capacità di decidere e legiferare. L’affluenza femminile al voto è altissima in tutta la penisola e 21 donne vengono elette all’Assemblea Costituente. Quelle 21 donne, pur provenendo da percorsi politici differenti, sono accomunate dalla volontà di dare voce e rappresentanza alle istanze del mondo femminile italiano, di segnare l’affermazione delle donne come soggetto imprescindibile della vita politica e sociale del Paese.

È anche merito delle donne Costituenti se la nostra Carta costituzionale offre risposte alle richieste di uguaglianza tra i sessi, parità di tutele lavorative per le donne, sostegno familiare, garanzie per la maternità e pari opportunità formative e professionali per lavoratori e lavoratrici.  E’ merito delle tante donne impegnate nel sindacato e nell’associazionismo, che si sono battute in questi anni per una pari dignità tra uomini e donne, se altri diritti sono stati riconosciuti e varie tutele hanno trovato realizzazione anche grazie alla contrattazione, pur se ancora sono forti i divari tra uomini e donne nel tasso di occupazione, nei livelli retributivi, nelle possibilità di crescita professionale.

Il 2 giugno 1946 è un tornante fondamentale del percorso italiano di emancipazione femminile, con il riconoscimento dei diritti politici delle donne che costituì uno degli elementi fondativi della nostra Repubblica.

2 giugno quindi come giornata in cui fare memoria e al contempo ribadire e rinnovare gli impegni per una piena parità tra uomo e donna,  per promuovere politiche di conciliazione tra tempi di vita e di lavoro, per investire nei servizi a sostegno della genitorialità, per favorire nuove opportunità di crescita in una società che sia più inclusiva, aperta, solidale.

di  Stefano Mastrovincenzo

2 Giugno 2016