«Alla nuova Confindustria del Presidente Bonomi ed alle altre associazioni imprenditoriali, oggi lanciamo una sfida: cambiamo insieme le regole del lavoro, rendiamo le nostre imprese più sicure, più innovative, attraverso relazioni industriali più moderne, più partecipative, adeguate alla prova della necessaria competitività e della globalizzazione». E' quanto sottolinea oggi in un intervento sul quotidiano cattolico Avvenire la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, a 50 anni dallo Statuto dei lavoratori.
La leader Cisl ricorda che lo Statuto «fu indubbiamente una svolta per le relazioni industriali e la democrazia sindacale, frutto di anni di lotte operaie aspre per l'affermazione di diritti fondamentali ed il rispetto della dignità del lavoro. Oggi molte cose sono cambiate negli assetti economici e nel mondo produttivo. È emersa sempre più in questi anni l'esigenza di proteggere tutte le forme di lavoro, soprattutto quelle piu’ flessibili ed atipiche, di garantire una giusta tutela ad ogni persona che lavora. Offrire, insomma, una vera sicurezza economica e professionale ai lavoratori per tutto l'arco della loro vita.»
A tal proposito la Furlan sottolinea che «non abbiamo bisogno di leggi, calate dall'alto, per regolare il mondo del lavoro ed estendere le tutele a chi oggi ne e' privo. Chiediamo e lavoriamo insieme al Governo per un grande “patto sociale” per gestire uno dei tornanti piu’ difficili e piu’ drammatici delle nostra storia, per cambiare il nostro modello di sviluppo e ricostruire profondamente il nostro Paese che non vogliamo più sia quello di prima», aggiunge la leader Cisl.
«Un accordo di concertazione per ridisegnare l’economia a cominciare dagli investimenti nel Mezzogiorno, lo sblocco delle infrastutture, una vera sburocratizzazione, la sostenibilità ambientale, il riassetto del territorio, l'innovazione, la ricerca, la diffusione della banda larga.
Uno sforzo straordinario di partecipazione delle parti sociali ai processi innovativi, dal Green New Deal, alla transizione digitale, attraverso progetti di formazione, riconversione, riqualificazione permanenti. Bisogna promuovere lo sviluppo, uscire dalle logiche solo assistenziali, ricostruire un tessuto produttivo frammentato e sfibrato da anni di crisi e dalla mancanza di investimenti capaci di sostenere reti, occupazione e produzione, anche alla luce dei grandi cambiamenti tecnologici in atto.
Oggi dobbiamo, insomma, ripartire dalla centralità del lavoro e della persona, utilizzare questa fase di ricostruzione per cambiare anche il nostro modello capitalistico. Ci fa piacere che anche la Cgil parli oggi di forme di partecipazione dei lavoratori, un tema "fondativo" per la Cisl.
In un momento in cui lo Stato giustamente si fa carico di sostenere la ricapitalizzazione delle imprese, con compensazioni a fondo perduto dei mancati ricavi, aiuti specifici per i settori piu’ colpiti, mobilitando ingenti risorse pubbliche, di tutti, il Governo si dovrebbe fare promotore di una legge di sostegno per allargare la "governance" delle aziende ai rappresentanti dei lavoratori e degli altri stakeholders.
Oggi abbiamo una occasione storica per introdurre nel nostro paese la democrazia economica , che e' la vera garanzia per difendere e favorire gli investimenti in Italia di tutte le imprese, a partire da Fca », conclude la leader Cisl.