In queste ultime settimane abbiamo l’impressione che il Presidente di Confindustria Marche Schiavoni non rifletta molto prima di esternare le sue posizioni. Altrimenti sprezzanti attacchi come quello rivolto ieri a CGIL CISL UIL non prenderebbero forma.
Confindustria Marche ha deciso di non firmare il Protocollo siglato da Regione, ANCI e parti sociali per accompagnare la ripartenza delle attività produttive nei nostri territori. E’ un peccato perché sarebbe stato importante condividere anche con questa Associazione il percorso raccogliendo sue valutazioni e suggerimenti, al pari di ciò che è accaduto con tutti i firmatari.
Una lettura attenta del documento permette di coglierne, a differenza di quanto sostenuto da Schiavoni, la coerenza con i Protocolli nazionali e il sostanziale equilibrio delle posizioni. I percorsi ipotizzati segnano una convergenza tra punti di vista diversi e presuppongono assunzioni di responsabilità, anche fuori dai luoghi di lavoro, di cui evidentemente Confindustria non intende farsi carico.
Fin qui, seppur con toni un po’ astiosi e con argomentazioni sommarie e discutibili, siamo nel campo delle legittime prese di posizione di ognuno.
Ciò che non è accettabile è la protervia con cui il Presidente Schiavoni arriva ad affermare che i sindacati non hanno ragione di esistere. La pesante affermazione è sorprendente in bocca a un leader di associazione d’impresa, perché cancella decenni di relazioni sindacali volte a combinare al meglio gli interessi di lavoratori e imprese come accaduto anche nelle nostre realtà regionali.
Secondo Schiavoni gli imprenditori è bene che si associno mentre per i lavoratori è inutile. Questa ad essere buoni si chiama incultura e denota una superbia nel confronto tra le parti che non fa onore a chi ha espresso tale posizione.
Ad ogni modo per fortuna non è il Presidente Schiavoni il padrone del nostro destino. Ci sono nelle Marche 200 mila lavoratrici e lavoratori (molti dei quali operano nelle imprese che aderiscono a Confindustria), a cui si aggiungono anche tanti pensionati, che scelgono di farsi rappresentare da CGIL CISL UIL. E vorremmo ricordare che c’è anche la Costituzione della Repubblica e i suoi valori.
Per noi entrare nelle aziende non è, come sembra dalle parole di Schiavoni, un’azione proditoria volta a minacciare le imprese ma un modo per assistere, tutelare e rappresentare lavoratrici e lavoratori e contribuire, migliorando le loro condizioni, allo sviluppo delle imprese stesse e del territorio.
Il nostro auspicio è che il Presidente di Confindustria Marche riveda posizioni così grossolane e radicali e riporti la sua Associazione a giocare il ruolo che le compete, per contribuire al benessere delle nostre comunità, qualificando il confronto, dentro e fuori i luoghi di lavoro, nel rispetto di tutti gli interlocutori, soprattutto in questo delicato momento in cui è necessaria la massima coesione.
Le Segreterie di CGIL CISL UIL Marche