Si sono chiusi oggi gli incontri in programma tra Conerobus, le organizzazioni sindacali regionali FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL, UGL AUTOFERRO e la RSU con una rottura dovuta dalla mancanza di interessamento da parte della Regione Marche e del Comune Ancona. Nonostante le ripetute richieste di incontro, né la Regione Marche né il Comune di Ancona hanno convocato le controparti. Un silenzio giudicato incomprensibile e dannoso non solo per Conerobus ma per l’intero trasporto della regione. Non è più rinviabile un intervento strutturale e stabile a sostegno del trasporto pubblico locale marchigiano.
Il confronto ha nuovamente confermato la gravità della situazione economica dell’azienda, che ha appena chiuso il bilancio 2024 con un considerevole passivo, segnale evidente della crisi ormai strutturale in cui versa il principale gestore del trasporto pubblico dell’area anconetana.
Le rappresentanze dei lavoratori, FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL, UGL AUTOFERRO, hanno ribadito all’unanimità che la crisi di Conerobus non può essere scaricata né sui dipendenti né sui cittadini, e che non è sostenibile procedere con strategie emergenziali o con piani di risanamento privi di basi economiche solide.
Senza risorse certe, strutturali e adeguate, ogni ipotesi di risanamento resta un esercizio teorico, incapace di salvaguardare il futuro di Conerobus, la tutela dei lavoratori e la garanzia di un trasporto pubblico efficiente.
Le organizzazioni sindacali di categoria FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL, UGL AUTOFERRO insistono in particolare su alcuni punti imprescindibili:
· Interventi economici strutturali e continuativi da parte della Regione Marche, soggetto titolare dei contratti di servizio verso le aziende consortili provinciali della Regione Marche;
· rivisitazione dei contratti di servizio stipulati tra Regione Marche e aziende consortili, adeguandoli ai reali costi di carburante, manutenzione, ricambi e all’inflazione;
· adeguamento del costo chilometrico al contesto economico attuale.
Senza questi presupposti le organizzazioni sindacali, pur ribadendo la disponibilità al confronto, non chiederanno ulteriori sacrifici né al personale né tantomeno ai cittadini. Non possono essere i lavoratori e gli utenti a pagare le conseguenze delle inefficienze del sistema e delle mancate scelte politiche.
Per questo le organizzazioni sindacali chiamano in causa direttamente Regione Marche, Comune di Ancona e tutti i soci, ad un impegno immediato, concreto e soprattutto vincolante e strutturale, che permetta all’azienda di operare su basi economiche stabili e di programmare il futuro del trasporto pubblico locale in maniera seria e responsabile.
È arrivato il momento che la politica scenda davvero in campo. Servono atti concreti. Senza risorse strutturali non ci sarà né risanamento, né qualità del servizio, né tutela dell’occupazione, né trasporto pubblico locale. È in gioco il diritto alla mobilità dei cittadini di tutta la regione e la tenuta del trasporto pubblico marchigiano.
Rimane confermato lo sciopero del 20 novembre al quale invitiamo tutta la cittadinanza a partecipare a sostegno del trasporto pubblico marchigiano.