Si è svolta giovedì 28 settembre l ‘assemblea provinciale dei quadri e delegati della Cisl di Pesaro – Urbino.
E’ stata un’ assemblea partecipata che ha visto la presenza di più di 160 delegati. I temi posti all’attenzione riguardavano le recenti manovre economiche del governo e le conseguenze di queste sotto il profilo dell’equità sociale.
Il Segretario Generale UST di Pesaro – Urbino Sauro Rossi, introducendo i lavori, ha ribadito le tesi della Cisl: per risanare il Paese occorrono la salvaguardia del lavoro e il rilancio dello sviluppo nel segno della coerenza, della responsabilità e dell’equità.
Facendo riferimento alla attuale crisi valoriale oltre che economica e finanziaria, Stefano Mastrovincenzo Segretario Generale della Cisl Marche, ha messo in evidenza come la piramide formata da etica, politica, economia, finanza in questo periodo storico si è capovolta, la finanza ormai detta le regole sia sull’economia che sulla politica, siamo di fronte ad crisi di civilizzazione.
La crisi economica è talmente profonda, continua Mastrovincenzo, da mettere in discussione perfino le sovranità nazionali portando sull’orlo del fallimento gli Stati. Si tratta di uno scenario per noi assolutamente nuovo e, in questa misura, imprevedibile. Sul tema del lavoro ha posto l’attenzione sulla crescita esponenziale di nuovi disoccupati nel mondo occidentale e del ruolo del sindacato di fronte a questa nuova realtà. E’ questa una crisi che sta mettendo in discussione il futuro delle giovani generazioni che vedono seriamente compromessa la possibilità di realizzare i propri progetti di vita.
Il Segretario Nazionale Liliana Ocmin, ha portato le conclusioni al dibattito che è stato articolato ed approfondito. La Ocmin sostiene che la coerenza, la responsabilità e l’equità sono i tre pilastri su cui dovranno appoggiare le misure che saranno realizzate per consentire al paese di risollevarsi e riprendere a crescere, ha posto, inoltre, l’attenzione sulla questione di genere, sul basso tasso di occupazione femminile in Italia che raggiunge il 49% e come questo dato sia un fattore negativo per la crescita del Paese, la piena occupazione femminile è condizione senza la quale non può realizzarsi un armonico sviluppo del Paese.