• Home/
  • Aver cura dei noi Come rafforzare le reti di welfare sul territorio La Cisl Marche verso il Congresso

“Aver cura dei noi.  Come rafforzare le reti di welfare sul territorio?” martedì 11 maggio si è tenuto il secondo appuntamento dei tre webinar che accompagneranno il gruppo dirigente  della Cisl Marche verso la stagione congressuale in programma per il prossimo autunno.

Ai lavori, introdotti dal Segretario Generale della Cisl Marche Sauro Rossi, sono intervenuti  Luigina Mortari, Università degli Studi di Verona,  su “Perché il paradigma della Cura sta divenendo sempre più centrale e attuale”, Giovanni Devastato, Università di Roma1 La Sapienza su “Quale innovazione è possibile per rafforzare le reti di welfare sul territorio?” e  Franco Pesaresi, Asp Jesi, su “Integrare sociale, lavoro , istruzione e sanità. Quali evidenze dal caso di una Azienda per i Servizi alla Persona?”.

«Per dare impronta sociale allo sviluppo, non si può prescindere dal miglioramento delle reti di welfare - ha esordito Sauro Rossi in apertura del webinar -. Un rafforzamento che va programmato adattandosi ai contesti e ai bisogni che cambiano: significa applicare capacità di innovazione e integrazione».

Luigina Mortari, nel corso del suo intervento, ha ricordato che «La politica è cura della comunità. Abbiamo bisogno di aver cura degli altri. Senza attenzione per gli altri, la nostra vita perde di qualità, le nostre politiche implodono. Molte scelte fatte negli ultimi anni hanno frantumato il welfare e hanno sottratto forza vitale alle istituzioni: basti pensare alla qualità dei nostri sistemi sanitari, ora alle prese con la pandemia. C’è stata poca attenzione a una sanità al servizio dei cittadini, soppiantata da una società al servizio di logiche aziendali. Non c’è più spazio per alimentare l’animo delle persone: è qualcosa che manca anche nella scuola, dove occorre rompere la crosta dell'individualismo. Alla base dell'agire politico deve esserci il pensiero etico, cercare ciò che è bene. Per farlo occorrono virtù come il coraggio, il rispetto, il dialogo, la sapienza e l'affetto per la cosa comune».

«Rafforzare le reti di welfare significa ragionare sugli scenari post-pandemia - ha spiegato Giovanni Devastato -. Occorre reinventare una etica collettiva, implementando gli hub di innovazione sociale e i driver di sviluppo. Lo sviluppo delle visioni deve avere necessariamente un percorso di confronto tra le persone. Il futuro va esplorato a partire dal presente. Non è una fuga in avanti. Occorre una analisi serrata del presente per innestare inneschi trasformativi di nuove modalità. Dobbiamo pensare il futuro in un’epoca di crisi, di catastrofe. Siamo dentro una catastrofe, dentro la fine di un mondo. Ora dobbiamo avere la forza di generarne uno nuovo. La speranza è una forza sociale».

«L’integrazione delle reti di welfare è la necessità di lavorare con altri settori e altre competenze: significa garantire continuità dei percorsi, completezza degli interventi, qualità delle prestazioni.

Come Asp Jesi, stiamo sperimentando forme di integrazione soprattutto in campi come la ricerca dell'occupazione e le politiche abitative. Maggiori difficoltà incontriamo in campo socio-sanitario, dove i protocolli di integrazione sono spesso insufficienti.

Franco Pesaresi, riportando ad esempio l'azione dell'Asp di Jesi, ha puntualizzato l'imporantza dell'integrazione tra i vari attori delle reti di welfare: «Il principio che guida il nostro lavoro è far funzionare l’integrazione in tutte le fasi dell’assistenza alle persone: è un impegno maggiore per tutte le realtà coinvolte, che devono mettere a disposizione personale qualificato e risorse adeguate, ma porta a risultati più rilevanti, a servizi per i cittadini completi e di qualità».

A conclusione dei lavori, Sauro Rossi ha definito ulteriormente le possibili strategie di rafforzamento del welfare: «Se vogliamo dare valore ai rapporti sociali, il concetto di cura deve legare etica e politica. A noi compete offrire un contributo importante all’idea di rigenerazione esprimendo visioni frutto di intelligenze collettive. Gli ultimi mesi hanno compresso la speranza del futuro, ma dobbiamo continuare a coltivare il possibile nella logica del dialogo, cioè della capacità di allacciare alleanze per essere costruttori di comunità, con la responsabilità di offrire risposte ai bisogni, partendo sempre dai più deboli».

Da Youtube