I sindacati SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e UGL esprimono profonda indignazione per l’ennesima manovra che intacca l’identità storica e produttiva di Fabriano. La recente operazione messa in atto da Fedrigoni Group, attraverso la cessione in licenza del marchio Fabriano a un distributore internazionale, costituisce un vero e proprio inganno contro la città, la sua tradizione industriale e i lavoratori che da secoli hanno reso celebre questo nome. Il marchio Fabriano, simbolo di eccellenza, artigianalità e qualità Made in Italy, non può essere ridotto a mero strumento di logica commerciale. Concedere la licenza d’uso a un soggetto esterno, che intitola “Fabriano – Copy 1 e 2” prodotti realizzati al di fuori della città, equivale a negare il valore e l’impegno dei fabrianesi. Questa scelta, oltre a tradire la memoria e la dignità di una realtà che ha costruito la sua identità sul lavoro, si configura come una palese mistificazione che lederebbe non solo l’immagine del marchio, ma l’intero sistema produttivo locale.
Questa operazione conferma le preoccupazioni già espresse dalle organizzazioni sindacali: la chiusura del sito produttivo di Giano non è stato un semplice ridimensionamento, ma parte di una strategia più ampia che oggi si è concretizzata con la vendita di marchi storici Copy1 e Copy 2 che rappresentano un ulteriore passo verso lo smantellamento di un marchio storico e di competenze maturate negli anni nei siti produttivi delle cartiere di Fabriano. Infine esprimiamo forte preoccupazione per le ricadute che questa scelta avrà sul futuro industriale delle cartiere di Fabriano e sui siti di tutta l’area Marche.
«Per questo chiediamo un intervento immediato. Sollecitiamo il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ad intervenire tempestivamente per bloccare questa operazione, che distorce i parametri concordati nei precedenti incontri, inclusa la gestione della vertenza Giano - rilanciano i sindacati di categoria - La tutela della territorialità diventa imprescindibile difendere la territorialità del marchio Fabriano, simbolo della nostra storia e dell’eccellenza italiana, contro logiche di puro sfruttamento commerciale. Chiediamo che tutti i soggetti coinvolti, dalla proprietà e dal management di Fedrigoni fino agli interlocutori istituzionali, si assumano le proprie responsabilità per un’operazione che mette a repentaglio l’identità e la dignità dei lavoratori fabrianesi. - sottolineano - Invitiamo la Regione Marche e gli altri enti locali a collaborare attivamente per proteggere il patrimonio produttivo e culturale della città, garantendo il rispetto della memoria storica e dei diritti dei lavoratori.»
«I lavoratori e le lavoratrici hanno già pagato un prezzo altissimo con la chiusura dello stabilimento Giano. Non possiamo accettare che si continui a smantellare pezzo dopo pezzo un'azienda storica. Per questo i sindacati uniti SLC CGIL, FISTEL CISL, UILCOM UIL e UGL non possono e non vogliono restare in silenzio di fronte a un’azione che mina la reputazione e il valore di Fabriano – la Città della Carta e della Filigrana. Difenderemo con fermezza il lavoro, la storia e l’orgoglio di una comunità che non merita di essere ridotta a strumento di logiche di pura convenienza commerciale. - concludono - La nostra battaglia è quella per la tutela della dignità dei lavoratori e per la preservazione di un patrimonio culturale e produttivo unico, che deve rimanere intatto per le future generazioni. Di fronte a questa ennesima decisione da parte dell’azienda non possiamo restare in silenzio! Per questo motivo in tempi brevi, noi segretari territoriali, ci riuniremo per decidere quali azioni intraprendere per tutelare il futuro del marchio Fabriano e dei siti dell’area Marche.»