• Home/
  • Comunità energetiche rinnovabili opportunità di sviluppo economico e sociale

Le comunità energetiche rinnovabili: quale contributo allo sviluppo dei territori” è il tema al centro dell’ iniziativa della Cisl Marche che si è svolta ieri pomeriggio a Pesaro.

Proposta Cisl e, come nella tradizione del sindacato, spazio alle voci espressione del territorio. Introduzione firmata dal responsabile CISL di Pesaro e Urbino Maurizio Andreolini, relazioni del prof Francesco Corvaro (Politecnica delle Marche) e di Antonio Losetti, responsabile nazionale per le politiche energetiche di Flaei CISL . Poi il confronto, ovviamente dialogante, tra l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Maria Antonini (collegato da remoto), il sindaco di Urbino Maurizio Gambini, il vicesindaco di Fano Cristian Fanesi, l’assessora comunale di Pesaro Maria Rosa Conti e il segretario regionale CISL  Marche Marco Ferracuti.

Un tema globale, quello dell’approvvigionamento energetico, ma anche molto locale visti i risvolti economici e sociali sottolineati in apertura da Maurizio Andreolini: «la questione non è solo alla base del nostro sviluppo ma è anche elemento cruciale per le famiglie e la loro qualità della vita. La sostenibilità ambientale è un obbiettivo che dobbiamo prefiggerci di raggiungere quanto prima e uno dei fattori che possono contribuire al suo raggiungimento è il progressivo abbandono delle fonti fossili a vantaggio delle energie rinnovabili».

Lo stato dell’arte, e le novità appena deliberate, lo ha illustrato l’assessore regionale Antonini: «La Regione si muove in sintonia con gli indirizzi europei, ci siamo già dotati di una legge per le comunità energetiche. Negli ultimi decenni l’Italia non ha avuto una adeguata politica energetica, ce ne siamo resi conti negli ultimi anni, questo è avvenuto nonostante abbiamo avuto marchigiani del livello di Mattei, negli ultimi anni la Regione ha invertito la rotta. Stiamo presentando nei territori i finanziamenti per milioni di euro di sostegno all’acquisto degli impianti. A breve faremo un bando da 2.5 milioni di euro per sostenere le famiglie più fragili nell’acquisto di mini-impianti per l’abbattimento dei costi dell’energia: il cittadino non è più un consumatore ma un produttore di energia».

Detto dello scenario istituzionale regionale, il microfono è passato ad Antonio Losetti: «La dipendenza energetica italiana è alta, importiamo il 73% del fabbisogno, negli ultimi 30 anni è aumentato. Criticità energetica legata ai prezzi, alla produzione, alla scarsità idrica. Nel 2021 si è avuto un incremento del 44% degli impianti fotovoltaici, dato positivo ma se vogliamo raggiungere gli obiettivi europei dobbiamo fare passi da gigante nel rinnovabile. Le comunità energetiche rinnovabili saranno un tassello importante, i primi esempi si sono visti in Trentino e in Alto Adige.» Quanto ai riscontri economici Losetti ha detto che «l’accesso agli incentivi per l’energia condivisa è basato su un sistema di tariffazione che premia l’energia che, all’interno della comunità, nello stesso istante, è da una parte consumata e da una parte immessa in rete». Potenzialità alta, ma problemi tecnici di trasmissione: «Stiamo andando piuttosto a rilento» ha osservato infine Losetti riferendosi all’iter burocratico.

Chi può fare cosa lo ha spiegato il prof Corvaro analizzando anche i casi più ricorrenti legati agli incentivi per le comunità energetiche rinnovabili. «I finanziamenti del Piano nazionale complementare al Pnrr nell’area sisma sono principalmente destinati ai Comuni che però possono coinvolgere imprese e cittadini, un impulso utile a restituire vitalità ad aree abbandonate». Ancora Corvaro: «Le fonti rinnovabili non sono solo i pannelli, ci sono anche idroelettrico e eolico. Dove ci siamo incasinati? Far capire bene ai sindaci il concetto di bilanciamento della Cer, c’è una mancanza normativa, i decreti attuativi non sono ancora usciti. ». Tra le soluzioni operative evidenziate quella di un partenariato pubblico-privato che ha già visto applicazioni positive in giro per l’Italia, iniziando da quella attuata a Montevarchi.

L’assessore comunale di Pesaro Maria Rosa Conti: «Il Comune si sta muovendo sul fronte della partnership pubblico-privato, abbiamo delle proposte a cura dei privati, evoluzione normativa che ho seguito dal 2019. La Regione, con il protocollo d’intesa, ha fatto un’operazione interessante. L’obiettivo è quello di fare una pianificazione energetica  almeno di ambito provinciale tenendo presenti le risorse naturali disponibili».

Il vicesindaco di Fano Cristian Fanesi: «Gli Enti locali possono dare una mano, stiamo lavorando a un progetto di autoconsumo dislocato, necessità vasta soprattutto per l’ambito scolastico. Per il resto se non diamo un freno ai pannelli fotovoltaici, riempiremmo la valle di questi impianti. Sì ad impianti alternativi ma che siano utili ai cittadini, no alle speculazioni. Faremo la comunità energetica a Fano, ce la stanno chiedendo e va bene. Pannelli fotovoltaici sì, ma senza deturpare l’ambiente».

L’opinione di Gambini: «Non mettiamo i pannelli in centro storico anche se abbiamo dovuto fare una variante per un’azienda importante che ha presentato però un piano ad impatto zero. La soluzione migliore credo sia quella prospettata del partenariato pubblico-privato: i gestori della rete la fanno da padroni, l’energia rinnovabile è un fatto di democrazia, ogni cittadino si può produrre la propria energia anche se le società di settore, che con l’energia fanno business, condizionano le uscite dei decreti. Avremo dei problemi per gestire l’impatto dei pannelli fotovoltaici. Il prezzo dell’energia calerà progressivamente nei prossimi anni, gli impianti dovranno essere sostenibili».

Il segretario regionale CISL Marco Ferracuti tira le conclusioni: « In Italia c’è un problema di dipendenza energetica legato al fatto di essere un Paese manifatturiero, vocazione manifatturiera ancora più accentuata nelle Marche che ha il 33% di addetti del manifatture rispetto agli occupati totali contro il 21.6% del sistema Italia. Negli ultimi anni c’è stata una crescita dei consumi di energia e un basso incremento della produzione di rinnovabili (+2% nell’ultimo triennio)». I dati dei consumi 2021 rispetto al 2020: Italia +6%, Marche +8%, energia rinnovabile prodotta nel 2021 in Italia 35%, Marche 24.6%. Fotografata la situazione, Ferracuti passa alle proposte: «Lo sviluppo delle Comunità energetiche rinnovabili possono da un lato  garantire un aumento della competitività del manifatturiero e sostegno per le famiglie grazie al calo dei costi dell’energia,  dall’altro sostenere le persone che vivono in condizioni di povertà energetica e realizzare un welfare aziendale con il ristorno ai dipendenti dell’energia prodotta. Alla Regione chiediamo di destinare una parte consistente delle risorse europee al finanziamento delle Cer».

 

Da Youtube