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  • CONVEGNO "SCUOLA E PRECARIATO: NON CI RESTA CHE PIANGERE"

Intervento del Segretario della CISL/SCUOLA di Ascoli/Fermo Feliciana Capretta Il volantino con cui è stato pubblicizzato l'incontro odierno è molto accattivamente e significativo: tanti pezzi di un puzzle e due "omini" che li stanno mettendo insieme. L'immagine rende bene l'idea della complessità del problema di cui discutiamo stasera: il precariato scolastico. Scaletta dell'intervento: Si tratta di un problema complesso per diversi motivi Il primo: definire la figura del precario. Ci sono precari e precari: c'è il precario che ha fatto una supplenza di pochi giorni e c'è il precario che da anni, anche dieci e più, ha avuto regolarmente l'incarico annuale (cioè ha avuto rinnovato il proprio contratto di lavoro ogni 1 settembre); c'è il precario che ha l'abilitazione e c'è il precario che l'abilitazione non ce l'ha (e anche qui ci sono due figure distinte, c'è colui che non ha superato le prove previste per averla e colui che non ha avuto modo di abilitarsi). Il secondo: comporre interessi contrastanti. Da una parte, c'è il precario che giustamente rivendica una stabilizzazione dopo tanti anni di incarichi a termine, sempre rinnovati. Dall'altra, c'è il giovane che vuole entrare nella scuola, o come docente o come personale ausiliario ed amministrativo, la scuola l'ha vissuta solo da studente ma vuole spendersi in questo ambiente e chiede che vengano banditi i concorsi. Il terzo: non illudere i precari: La CISL SCUOLA ha elaborato un interessantissimo dossier sul precariato, nel quale vengono riportati dati precisi sulle graduatorie dei docenti e degli ATA. Da questi dati risulta che lo "smaltimento" delle graduatorie potrà avvenire in un lasso di tempo, purtroppo, molto più lungo di quanto annunciato, o auspicato, dal Ministro. Pertanto, bisogna fare attenzione: le proclamazioni di intenti, nobili e generose, per cui tutti i precari devono essere stabilizzati, non devono diventare rivendicazioni populiste, usate strumentalmente da qualcuno e non devono creare illusioni. Il quarto: gli interventi regionali devono essere appropriati. Fa bene la Regione a finanziare progetti di formazione professionale rivolti ai precari (da tenere presente che tali progetti sono tutt'altra cosa rispetto ai progetti regionali legati agli elenchi prioritari del decreto salvaprecari), ma la formazione professionale deve essere effettivamente spendibile. L'obiettivo dei percari è assicurarsi un punteggio da utilizzare al momento del rinnovo delle graduatorie e quindi la formazione professionale dovrebbe essere finalizzata, in qualche modo, all'acquisizione di tali punteggi o, comunque garantire una formazione rivolta al superamento di esami che "danno" punteggio. Il quinto: la politica deve fare sintesi. la situazione della scuola e delle scuole è diventata, senza esagerazioni, drammatica: i tagli del personale docente e ATA sono insostenibili: non sempre è assicurata la vigilanza degli alunni neanche per i bambini della scuola dell'infanzia e primaria; i docenti e il personale ATA assenti non vengono sostituiti e le classi vengono sdoppiate, con buona pace del diritto allo studio degli alunni. La politica, dopo aver conosciuto la realtà scolastica, deve dire se e come intende adoperarsi per risolvere i problemi della scuola, deve dirci che scuola vuole,