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  • Costruzioni: il 15 novembre sindacati in piazza ad Ancona per il rilancio del settore

Il 15 novembre i sindacati delle costruzioni Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil, hanno manifestato in 100 piazze italiane per chiedere il rilancio del settore. Lo hanno deciso a Roma i circa 500 partecipanti giunti da tutta Italia per gli Attivi unitari delle tre categorie. Nel corso dei numerosi interventi di segretari e delegati è emersa la volontà di chiedere al governo una decisa inversione di rotta rispetto al passato e di mettere in campo tutte le misure idonee al rilancio del comparto, e conseguentemente alla competitività e alla produttività del Paese.

Nelle Marche, l'iniziativa si è tenuta ad Ancona, in Piazza Roma.

Comunicato stampa

Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil da tempo sono convinte che per rilanciare il Paese occorre una politica industriale in grado di rilanciare l’intera filiera delle costruzioni: dall’edilizia ai materiali, dal settore del legno e arredo al cemento, dai lapidei al settore dei laterizi. Il settore dell’edilizia italiano in dieci anni di perdurante crisi economica, la più grave dal dopoguerra ad oggi, ha perso oltre 700 mila posti di lavoro (circa 80 Ilva o 140Alitalia per stare ai giorni nostri), 120.000 aziende hanno chiuso (di cui il 90% piccole e medie aziende) ed in questi mesi stiamo assistendo alla crisi delle grandi imprese di costruzioni, Astaldi SpA, Tecnoscavi, Carena e CMC su tutte, 4 imprese peraltro impegnate in grandi opere nella nostra regione. Pensiamo che si possano invertire  questi dati della pesante crisi del settore partendo dal rilancio vero delle infrastrutture, dalla riqualificazione e messa in sicurezza del territorio, dalla riforma delle pensioni e del fisco, da un impegno più forte sulla legalità, con il rafforzamento del Durc, dalla diffusione della congruità, dall’attuazione della Patente a punti, da un inasprimento delle pene, da una reale riforma del Codice degli Appalti, che riduca il ricorso al subappalto e il numero delle stazioni appaltanti e che favorisca il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

Nelle Marche i dati della crisi sono altrettanto preoccupanti: dal 2008 al 2018 si sono persi circa 13.000 posti di lavoro ed hanno chiuso circa 3.000 aziende mentre le ore lavorate sono passate da 25 Mln a 13 Mln; la massa salari delle 5 casse edili, per analizzare un altro indicatore, è passata da 225 milioni del 2009 ai 139 circa del 2018.

A questo quadro desolante si aggiunge che, a oltre 3 anni dal grave sisma del 2016, solo il 12% circa dei 42.000 edifici danneggiati sono stati ricostruiti. La ricostruzione post-sisma potrebbe essere per le Marche un volano importante di rilancio del settore, ma assistiamo ad una lentezza nella partenza della ricostruzione pesante a fronte invece di una fase emergenziale ancora non definitivamente chiusa.

Sulla ricostruzione, come parti sociali sindacali delle costruzioni delle Marche, siamo molto preoccupati della non osservanza di alcune norme tipo il settimanale di cantiere (obbligo previsto dalle seconde linee guide antimafia) e che ritardi ulteriormente l’utilizzo del DURC per Congruità. Questi strumenti sono decisivi per combattere fenomeni di illegalità ed evasione contributiva, in una regione dove le ore mensili lavorate in edilizia si attestano intorno a 110, e quindi c’è ancora un  pesante ricorso alle sottodichiarazioni e al lavoro nero e grigio.

A questo si aggiunge sul lato infrastrutturale che nelle Marche sono fermi investimenti per oltre 5 mld di euro stanziati negli ultimi anni che non si sono mai tramutati in cantieri per problemi amministrativi, o burocratici, o peggio ancora per problemi delle aziende vincitrici degli appalti. 

In primis, fondamentale per lo sviluppo economico di questa Regione, e per le nostre federazioni, l’asse “uscita Ancona Ovest, collegamento Porto -SS16”, sul quale ribadiamo l’importanza di procedere speditamente e senza indugio sul progetto forte dello studio di fattibilità dell’ANAS del 18 di maggio.

Seconda grande questione, invochiamo un attenzione particolare su tutti i futuri investimenti per edilizia ospedaliera della regione Marche (ospedale di Pesaro-Macerata e Ascoli) e sul ricorso al project finacing, ribadendo che per noi è prioritario che quei lavoratori vengano messi nelle condizioni di lavorare nel miglior modo possibile (ambiente, sicurezza, logistica) e in un quadro di regole chiare e definite (CCNL edile-regolarità di versamenti-opportuni percorsi formativi).

Senza contare che  nella nostra regione sono ferme al palo opere importanti come: Quadrilatero (220 milioni di euro di lavori ancora da realizzare e tavolo di crisi Astaldi aperto al Mise); Nuovo Ospedale INRCA di Ancona (48 milioni di euro e tavolo di crisi CMC aperto al Mise); Nuovo Ospedale Salesi (56 milioni di euro); realizzazione nuova sede ferroviaria Montemarciano-Falconara Marittima (appalto RFI assegnato a Ricciardello da circa 65 milioni di euro); completamento Fano-Grosseto (valore opera circa 310 milioni in attesa del via libera ministeriale); Intervalliva Tolentino - San Severino Marche;  Galleria "Passo del Cornello" (iniziata 24 anni fa, scavata per 500m e lasciata al suo destino…);  Svincolo S.S.77 a Civitanova Marche e bretella Macerata-La Pieve.

Ultima in ordine di arrivo, ma non per importanza, la Galleria di Trisungo (appalto ANAS) a forte rischio incompiuta.  In questo caso, il fallimento della Carena, storica azienda del settore, ha determinato uno stallo e un fermo lavorazioni che oramai si protrae dal mese di agosto.

Senza dimenticare, che la pesante crisi del settore delle costruzioni, ha già determinato anche la chiusura di alcune principali aziende del mobile e dei materiali da costruzioni  della Regione come: Desi Mobili – Sicc – Bizzarri – Gatto – Bontempi - Sifa – Febal - Sacci - Foresi – Dignani.

Per questo Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil proclamano una manifestazione nazionale  per il prossimo 15 novembre in tutti i settori dell’intera filiera delle costruzioni.

Chiediamo pertanto alla Regione Marche di farsi carico di una lunga serie di problemi e ritardi nei vari cantieri, chiediamo anche di portarli al Governo al fine di monitorare una situazione senza precedenti in termini di scostamento tra lavoro effettivamente svolto e lavoro potenziale. Le Marche potrebbero (e dovrebbero) essere una delle Regioni d’Italia dove si lavora di più nel settore e invece abbiamo dati allarmanti su occupazione edile (e non solo) che ci collocano come avamposto del meridione italiano.

 

Servono pertanto politiche di settore, visione d’insieme e investimenti forti, chiediamo alla Regione di fare quanto nelle sue possibilità, per restituire al settore quella dignità e quel ruolo di volano per l’economia che storicamente gli spetta.

 

Da Youtube