«Nell’augurarci di essere veramente prossimi alla conclusione di un percorso virtuoso mirato alla costituzione di una unica azienda provinciale pubblica in grado di gestire i rifiuti e lo spazzamento di tutta la Provincia di Ancona, si ritiene non più procrastinabile denunciare lo stato di grave difficoltà e di allarme in cui versa il “settore della raccolta e spazzamento rifiuti” in tutta la provincia. – scrive la FIT CISL Marche in una nota stampa - La condizione dei mezzi di raccolta e di altri veicoli correlati versa in una situazione preoccupante per obsolescenza tecnica, tecnologica, e vetustà anagrafica; la difficoltà di definire investimenti, soprattutto mirati a rinnovare i mezzi necessari (compattatori, spazzatrici, etc.) per svolgimento del servizio di raccolta e spazzamento sta portando ad un degrado giornaliero del servizio offerto e al peggioramento esponenziale delle condizioni lavorative.»
« La situazione precaria dell’attuale affidamento, minata da ripetute proroghe di breve durata del servizio, ha rafforzato un “disimpegno” da parte di molte aziende, comprensibile ma non giustificato, portando anche ad una precarizzazione del lavoro. – prosegue il sindacato di categoria - A ciò si aggiunge l’impossibilità di attivare politiche professionalizzanti, mirate alla qualificazione del personale (agevolando l’acquisizione di patenti di guida per esempio), che sarebbero oggi giustificate dalla necessità di reperire personale qualificato idoneo e patentato sul mercato. Inoltre, la frastagliata galassia di aziende oggi operanti nella provincia, impedisce di mantenere e/o potenziare poli di manutenzione (officine interne) di mezzi specializzati e qualificati (privilegiando assegnazioni ad officine esterne); sinceramente ci si meraviglia come ancora oggi si possa garantire un servizio giornaliero regolare. Investimenti sui mezzi tecnologicamente avanzati, sulla professionalizzazione e formazione del personale, sulla integrazione e razionalizzazione dei servizi, su poli manutentivi interni specializzati e qualificati, sulle infrastrutture di conferimento, e addirittura sulla logistica essenziale (spogliatoi e locali accessori) che possano garantire elevati standard di efficienza del servizio e nello stesso tempo condizioni ottimali di salute e sicurezza per il personale che vi opera, rappresentano una priorità oggi non rinviabile.»
«Il tempo non ha rappresentato, in questo particolare contesto, una variabile trascurabile; il fatto che sia trascorso quasi un quindicennio dall’avvio della discussione sulla costituzione di una azienda pubblica per la gestione dei rifiuti rappresenta un vulnus non più recuperabile, ma che pesa in modo preoccupante sulle condizioni operative attuali: si prenda coscienza della “situazione emergenziale” – concludono - e si acceleri nel processo costitutivo al fine di efficientare un servizio che determini, da subito, un miglioramento delle condizioni lavorative dei lavoratori, un miglioramento del servizio offerto ai cittadini e perché no, anche un impatto economico positivo sulle tasche dei cittadini contribuenti. »