In primo piano

28/07/2011 Valutazione e sintesi della manovra economica
Nel confermare il giudizio negativo per gli aspetti di iniquità presenti nella manovra economica del Governo, già espresso dalla Cisl, si propone una breve sintesi dei principali interventi in essa contenuti, che vanno dalle modifiche al sistema previdenziale, ai tagli di spesa delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato; dagli interventi che incidono sul lavoro, al rinvio della riduzione dei costi della politica. Dopo aver salvato dalla minor rivalutazione le pensioni più basse, aver salvaguardato la contrattazione integrativa nel settore pubblico ed aver tutelato i piccoli risparmiatori dal superbollo sui titoli, è assunto dalla Cisl l’impegno ad ulteriormente intervenire, per  chiedere modifiche alla manovra e renderla più equa, con proposte alternative, a cominciare dal taglio dei costi della politica ed alla riorganizzazione istituzionale. Da settembre ripartirà quindi l'azione sindacale, sostenuta anche da specifiche iniziative di mobilitazione. La Segreteria Cisl Marche
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28/07/2011 Crisi economica - l' appello delle parti sociali per un patto sulla crescita ed il rilancio del Paese
CRISI ECONOMICAL'appello delle parti sociali per un patto sulla crescita ed il rilancio del PaeseComunicato stampa congiuntoABI, ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE (CONFCOOPERATIVE, LEGA COOPERATIVE, AGCI), CGIL, CIA, CISL, COLDIRETTI, CONFAGRICOLTURA, CONFAPI, CONFINDUSTRIA, RETEIMPRESE ITALIA (CONFCOMMERCIO, CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, CONFESERCENTI), UGL"Guardiamo con preoccupazione al recente andamento dei mercati finanziari. Il mercato non sembra riconoscere la solidità dei fondamentali dell'Italia. Siamo consapevoli che la fase che stiamo attraversando dipende solo in parte dalle condizioni di fondo dell'economia italiana ed è connessa a un problema europeo di fragilità dei paesi periferici. A ciò si aggiungono i problemi di bilancio degli Stati Uniti. Ma queste incertezze dei mercati si traducono per l'Italia nel deciso ampliamento degli spread sui titoli sovrani e nella penalizzazione dei valori di borsa. Ciò comporta un elevato onere di finanziamento del debito pubblico ed un aumento del costo del denaro per famiglie ed imprese.Per evitare che la situazione italiana divenga insostenibile occorre ricreare immediatamente nel nostro Paese condizioni per ripristinare la normalità sui mercati finanziari con un immediato recupero di credibilità nei confronti degli investitori. A tal fine si rende necessario un Patto per la crescita che coinvolga tutte le parti sociali; serve una grande assunzione di responsabilità da parte di tutti ed una discontinuità capace di realizzare un progetto di crescita del Paese in grado di assicurare la sostenibilità del debito e la creazione di nuova occupazione".27 luglio 2011L' intervista a Raffaele Bonanni  - Corriere della Sera
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26/07/2011 Accordo firmato alla Moretti Compact di Pesaro
Dopo una trattativa di 11 mesi è stato firmato l’accordo integrativo per tutti i dipendenti della ditta Moretti Compact di Lunano, cittadina di 1200 abitanti nell’alta valle del Foglia. La Moretti compact, azienda specializzata nella produzione delle camerette per bambini e ragazzi, ha 250 dipendenti.  In virtù dell’accordo, tutti avranno un riconoscimento economico di 250 € annuale, e 40 di loro otterranno un  passaggio di livello. La ditta Moretti  –  pur risentendo della crisi  – è ricorsa solo per breve tempo e in modo limitato agli ammortizzatori sociali.  Ha anzi voluto scommettere su questo importante elemento delle relazioni sindacali: riconoscere un premio di produzione per iniziare uno stabile confronto con i sindacati su alcuni importanti temi: la sicurezza sul lavoro, l’ inquadramento professionale , l’organizzazione del lavoro,  i turni e l’ orario di lavoro. LA FILCA CISL, che si è adoperata per la firma del contratto integrativo, ritiene questo fatto molto significativo perché permette di distribuire salario a tutti i lavoratori e le lavoratrici con percorsi condivisi e attraverso un confronto che  riconosce l’importanza della contrattazione di secondo livello.
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21/07/2011 Segnali contraddittori per l'occupazione
Segnali contraddittori nel 2011 per quanto riguarda la cassa integrazione guadagni e l’occupazione. Lo si deduce esaminando i dati forniti dalla Cisl Marche. Per quanto riguarda i livelli occupazionali il Focus, che la Cisl ha istituito stabilmente per analizzare periodicamente l’andamento dell’economia regionale, indica un trend contraddistinto dal segno meno. Il tasso di occupazione, nel primo trimestre del 2011, segna un –1,2% per quanto riguarda i maschi (72,1% nel 2010 e 70,9% quest’anno), -0,7% per le donne (55,3% nel 2010 e 54,6% nel 2011) per un complessivo -1% (63,7% nel 2010 a fronte di un 62,7% nel 2011). Sul fronte della cassa integrazione cifre più positive con dati riferiti al semestre Gennaio/Giugno 2011. Seppur si nota una diminuzione rispetto al semestre del 2010, 15.588.122 ore rispetto alle 17.637.263, il numero, come si può notare, resta ancora piuttosto alto. In questo inizio dell’anno, dunque, si registra un -11,6% complessivo nell’utilizzo della Cig, anche se siamo lontani dalla quantità di Cassa Integrazione utilizzata dalle imprese marchigiane negli anni prima della crisi, 2007 e 2008, quando si registrava un tetto che al massimo raggiungeva 3 milioni di ore richieste. In ogni caso il dato complessivo di -11,6% lo si deduce da una diminuzione della Straordinaria (-5,3%) e dalla forte diminuzione dell’Ordinaria che si dimezza, con un -46,4%. In aumento, invece, la Cig in deroga (+11,2%), a conferma che a pagare sono soprattutto la piccola impresa e l’artigianato. La minore richiesta di cassa integrazione e ben articolata in tutti i territori, ma la performance migliore la riscontriamo nel pesarese, dove il decremento raggiunge un -20%, con una riduzione particolarmente positiva della cassa ordinaria (-58% rispetto al primo semestre del 201). Questi i dati complessivi. Analizzando i singoli comparti industriali, prendendo in esame il mese di giugno, su 2.329.573 ore complessivamente richieste, sono in testa la meccanica 718.814 ore (30,85% del totale), la moda (tessile, abbigliamento, calzature) con 396.845 ore, il legno (296.445 ore), il commercio (214.814 ore) e l’edilizia (167.844 ore). “Il perdurare di tale situazione di crisi – commenta Tonino Bori Responsabile Mercato del Lavoro della Cisl Marche – e l’assenza di segnali di ripresa ci portano ad una lettura prudente dei dati di cassa integrazione per questo primo semestre”. Per Bori “non possiamo interpretare il calo delle ore richieste nel periodo preso a riferimento, come indicativo di una rassicurante e reale ripresa del sistema produttivo”. Pur sottolineando che “gli ammortizzatori sociali aiutano nel perseguire il nostro primo obiettivo, cioè evitare chiusure e licenziamenti”, Tonino Bori conclude evidenziando come “per guardare oltre la crisi servono anche molte iniziative da parte di istituzioni, parti sociali, singoli operatori economici”.
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20/07/2011 Eletta la nuova dirigenza dei Pensionati della Cisl Marche
Conclusa la fase di reggenza alla Federazione Pensionati della Cisl Marche. Il nuovo Segretario è Mario Canale, eletto dal direttivo alla presenza del Segretario Generale Nazionale Gigi Bonfanti.  Sessantaquattro anni, nato a Recanati, Canale ha alle spalle una lunga militanza nella Cisl, prima nella Funzione Pubblica, poi nella Ust di Macerata, come segretario generale, infine nella Segreteria Cisl Marche. In Segreteria sono stati eletti Patrizia De Paolis, Umberto De Simoni e Giovanni Serpilli. «Si è conclusa una fase che ha richiesto impegno da parte di tutta la Federazione dei pensionati- sostiene  Arnaldo Chianese della Segreteria Nazionale FNP che ha gestito per alcuni mesi come reggente la Fnp delle Marche  -  E' stato un percorso all'insegna della partecipazione e della responsabilità. Esprimo grande soddisfazione e auguro un buon lavoro alla nuova segreteria. Le condizioni di crisi economico-sociale che il nostro Paese sta vivendo ci spingono ad una sempre maggior attenzione all'ascolto e alla tutela dei nostri associati, ai pensionati, in particolare  quelli più fragili ed esposti. La Fnp Cisl Marche sarà certamente all'altezza di un confronto serrato con la Regione e le Autonomie Locali per cercare di mantenere un livello di protezione sociale dignitoso e contribuire a ridisegnare il nostro sistema locale di WELFARE» Le foto dei lavori del Consiglio Direttivo di martedì 19 luglio '11 Nel corso del dibattito bocciata la manovra del governo e criticata la Regione perché “ambigua sui nuovi ticket”. Canale, dopo aver espresso la sua soddisfazione per il nuovo incarico, ha sottolineato come tra le priorità della FNP Cisl delle Marche ci sia l’intenzione di portare  a compimento “l’accordo del 2 agosto 2010 relativo alla residenzialità, così come è fondamentale la battaglia per potenziare l’offerta dei servizi domiciliari e dell’assegno di cura in riferimento alla non autosufficienza, oltre ad accelerare il percorso di modifica della legge regionale relativa alla rete integrata del sistema dei servizi sociali”. Per Mario Canale inoltre  serve “una ristrutturazione dei fondi per vincere la partita del sociale e mantenere l’attuale grado di assistenza che abbiamo nelle Marche”. Inevitabile un riferimento alla stretta attualità sui ticket sanitari. Il nuovo segretario della Cisl Pensionati delle Marche rileva che “la Regione Marche ha assunto una posizione ambigua rispetto ai ticket sanitari, in quanto pur essendo in disaccordo con il governo per il super ticket di 10 euro, di fatto, attraverso il CUP, ha già aumentato questa prestazione della stessa somma. La Regione può non applicare questo ticket, ma di fatto deve garantire ugualmente tale  costo attingendo ad altre le risorse”. Anche Gigi Bonfanti, Segretario generale nazionale della FNP Cisl ha fatto riferimento alla manovra del governo sottolineando come questa sia “una manovra inevitabile altrimenti saremmo finiti come la Grecia”. La Cisl non ne condivide tuttavia “i modi e gli strumenti utilizzati, perché inaccettabili”. Principalmente due i fattori essenziali espressi da Bonfanti: “La riduzione dei costi della politica per recuperare le risorse necessari e la riforma del fisco e la tassazione delle rendite finanziarie. Queste – ha concluso – sono le misure affinché finalmente paghi chi i soldi li ha davvero”. La Rassegna Stampa
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18/07/2011 Buone e cattive notizie dalla scuola.
Il 14 Luglio scorso durante l’incontro tra Governo e Sindacati è stato finalmente dato il via libera al piano triennale di assunzioni di 67 mila precari della scuola. Il piano prevede assunzioni per il triennio 2011/2013 su tutti i posti vacanti. A Settembre dovrebbero essere già . assegnate 30.482 cattedre e 36.488 posti a personale non docente. Metà delle cattedre andrà ai precari delle graduatorie ad esaurimento, l’altra metà ai vincitori degli ultimi concorsi; l’aggiornamento per le graduatorie avverrà ogni tre anni e non più ogni due con l’obiettivo di procedere all’eliminazione del precariato. Francesco Scrima, Segretario generale della Cisl scuola, definisce questo “un importante risultato, frutto di proposte puntuali e credibili”; per il Segretario Generale Bonanni "In un momento difficile come questo, aver ottenuto questo risultato sulla scuola è davvero un fatto straordinario. Con questo accordo abbiamo dato la certezza di un posto di lavoro stabile a 67 mila lavoratori, dimostrando nei fatti che il problema del precariato si può affrontare con soluzioni graduali e non con la demagogia ed il populismo. Cisl e Uil si sono battute insieme per questo obiettivo, insieme ad altre sigle che hanno condiviso la nostra linea sindacale della concretezza e della ragionevolezza. Speriamo che ora il Governo e l'Aran diano una rapida attuazione a questo accordo che garantirà l'apertura dell'anno scolastico in un clima meno pesante degli anni passati ". La positività di questo importante e per niente scontato accordo non fa però dimenticare le pesanti difficoltà in cui versa il mondo della scuola: una luce circondata da pesanti ombre in tutto il territorio nazionale e nella nostra Regione. Nelle Marche i dati denunciano una situazione pesante in un territorio che negli anni ha pagato un dazio ingente alla razionalizzazione e al dimensionamento. Le cifre parlano chiaro, come è stato denunciato dai Sindacati della Scuola CGIL, CISL, UIL e SNALS e dall’Assessore regionale al Lavoro Formazione e Istruzione, Marco Luchetti. «La situazione drammatica a suon di numeri. Dal 2009 il Governo ha tagliato più di 2.400 posti tra docenti e personale Ata, 917 persone perderanno il proprio posto a settembre, molti, moltissimi insegnati fissi saranno costretti ad emigrare da una scuola all'altra. In tre anni la scuola marchigiana perde così 3.424 posti (2.157 docenti e 1.267 unità di personale Ata), creando classi pollaio da 35 studenti, mancato rispetto delle normative di sicurezza, riduzione del tempo  scuola,  problemi per pulizie, sorveglianza e apertura dei plessi derivanti dalla scarsità di personale. E secondo il fabbisogno regionale comunicato dagli uffici scolastici provinciali sono circa 170 le unità in più che servono per garantire il "minimo servizio". Cifra che non comprende sezioni antimeridiane e corsi serali, che nella sola Ancona hanno visto cancellare 13 classi per 360 studenti» dichiarano i Segretari Generali del settore Scuola di Cgil, Cisl, Uil e Snals. «Ci facciamo carico - ha detto Marco Luchetti, Assessore regionale al Lavoro e all'Istruzione -  delle preoccupazioni dei genitori e delle organizzazioni sindacali, per questo oggi ci troviamo insieme». Ha quindi precisato che «le Marche dovrebbero avere 500 unità in più, secondo l'accordo del 2004 con il Governo per l'applicazione del titolo V della Costituzione sulla competenza concorrente nel settore, del quale chiediamo l'applicazione». Dalle provincie esprimono preoccupazione i segretari della Cisl Scuola, in questo periodo più che mai in “trincea” fino a settembre, all’avvio di un anno scolastico che si preannuncia comunque difficile, con classi affollate e personale ridotto. Il disagio della scuola si riflette sull’utenza: minore tempo scuola, minacciata la qualità della didattica con il rischio incombente che una scuola più povera in una regione abituata ad un certo standard di qualità, comporti un rallentamento dello sviluppo: il nostro territorio per tornare ad essere competitivo e per mantenere i suoi livelli di socialità ha bisogno di una scuola efficace ed efficiente, che sviluppi conoscenze e competenze, che attivi talenti, che educhi all’integrazione, alla solidarietà, al rispetto dell’ambiente e alla cittadinanza attiva, che prepari in modo adeguato al lavoro, alla formazione superiore, all’Università. VOCI DALLA SCUOLA La condizione della Scuola Secondaria di Secondo Grado nella nostra regione Annamaria Foresi - Segretario Provinciale Cisl Scuola Macerata L’annunciata stabilizzazione dei precari è per la scuola secondaria di secondo grado marchigiana  l’unica notizia positiva al termine di un difficile triennio iniziato nell’estate del 2008. I tagli severi subiti hanno portato la situazione ai limiti della sostenibilità sia per la qualità del servizio sia per l’esubero di professionalità e competenze non più spendibili con continuità ed efficacia. L’auspicata riforma di questo settore scolastico si è risolta con una mera riduzione dell’offerta formativa e del tempo scuola su tutto il territorio regionale, che, è necessario ricordarlo, aveva una situazione “virtuosa” dal punto di vista della razionalità della proposta educativa offerta alle famiglie. Ad esempio, nel nostro territorio,   si è avuta una penalizzazione nell’ambito della istituzione dei nuovi  percorsi : liceo tecnologico e musicale che pure erano i fiori all’occhiello del nuovo ordinamento. In realtà abbiamo avuto  la chiusura di indirizzi particolarmente significativi negli ITIS, il depotenziamento degli Istituti Professionali  realtà  molto vitali che hanno subito un  indebolimento complessivo dell’offerta formativa, la riduzione della didattica laboratoriale,  la riduzione delle relazioni con il mondo del lavoro. Anche per i precari si avrà un anno molto difficile in quanto molti di essi, nonostante la stabilizzazione, si troveranno senza la possibilità di lavorare. Sono stati  infatti cancellati a livello nazionale più di 80 mila insegnanti dall’organico attraverso riduzioni dell’orario scolastico ammantate del nome di “riforma”,  ma non sono stati  banditi vecchi concorsi, non sono state  definite nuove classi di concorso né varate nuove modalità di reclutamento; la formazione iniziale non è partita e non si sa quando partirà. Nel frattempo sono crollate le iscrizioni negli istituti tecnici e professionali a favore dei licei. Diminuiscono  le tutele per i disabili e sarà impossibile in molti casi assicurare l’apertura dei corsi serali per gli adulti anche per i tagli effettuati al personale ATA.  A ciò si aggiunge la diminuzione delle risorse complessive  della Regione che in questi anni hanno contribuito ad integrare l’offerta formativa del territorio. La manovra economica inoltre  non potendo oggettivamente tagliare ulteriormente nel settore scuola,  imprime un'accelerazione ai piani di dimensionamento della rete scolastica, di competenza di Regioni, Comuni e Province. Ciò   rende fin  da subito necessario attivare tavoli con i Comuni a cui compete il piano di dimensionamento , occorre predisporre politiche condivise tese al governo del territorio , altrimenti , fra tagli e dimensionamento  si creeranno ulteriori gravi problemi ad una scuola marchigiana da sempre attiva e di riconosciuta qualità.
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14/07/2011 «Occorrono forti azioni di contrasto all'occupazione»
14/07/2011 "Il rapporto CNEL sul mercato del lavoro conferma che, a causa della bassa crescita del Pil, l'uscita dalla crisi sarà lenta, che per il 2011 non ci saranno incrementi di occupazione e che, pertanto resta alto il rischio che la disoccupazione continui a colpire le fasce deboli, a partire dai giovani e dal Sud". Lo dichiara in una nota, Giorgio Santini, Segretario generale aggiunto della Cisl. "E' perciò necessario- continua Santini- concentrare l'impegno di istituzioni e parti sociali sulle azioni da mettere in campo, per contrastare queste criticità. Per reimpiegare le centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione va data piena attuazione alle politiche attive con l'impegno diretto dei Centri per l'Impiego, delle Agenzie del Lavoro delle parti sociali affinchè vengano aumentate considerevolmente le offerte di reimpiego al lavoro a quanti percepiscono gli ammortizzatori sociali. Per giovani, va al più presto reso operativo l'accordo sull'apprendistato per dare nuove opportunità a quanti sono coinvolti nella dispersione scolastica, per favorire l'accesso al lavoro con prospettive professionalizzanti e dare risposte con l'apprendistato di alta formazione al problema dei tanti giovani laureati e diplomati che non trovano lavoro corrispondente. Al tempo stesso vanno recuperati gli abusi sugli stage e tirocini riportandoli alla loro valenza originaria di ponte tra istruzione e lavoro. Nel terziario e nei servizi, in particolare nel servizio di cura delle persone va incentivato il lavoro a part-time lungo sul modello olandese, che può dare risposte significative soprattutto per l'occupazione femminile. "Per arginare il divario crescente sul piano occupazionale tra il Sud e resto del Paese- conclude Santini- va reso immediatamente operativo il credito d'imposta per le nuove assunzioni, utilizzando i fondi europei e va messo in atto un esteso piano finalizzato all'emersione del lavoro irregolare, che risulta purtroppo in crescita". Dal sito del Cnel, il comunicato stampa sulla presentazione del Rapporto sul Mercato del Lavoro 2010-2011:Lavoro: allarme disoccupazione a Sud, a rischio i giovani, in aumento i “neet” e gli “scoraggiati”. Rapporto 2010-2011: quest’anno non verranno recuperati i posti di lavoro persi, urgenti politiche attive per l’occupazioneAnche quest'anno è allarme disoccupazione. L'economia italiana è troppo debole per imprimere una svolta alla domanda di lavoro: a fronte di una crescita fra lo 0.5 e l'1% del Pil, le unità di lavoro nel 2011 registreranno ancora una flessione e il tasso di disoccupazione potrebbe salire ancora per qualche trimestre. E' quanto emerge dall'analisi contenuta nel Rapporto del Cnel sul "Mercato del lavoro 2010-2011", presentata stamani a Villa Lubin, e secondo la quale sarebbe urgente spostare l'enfasi dalle politiche passive a sostegno del reddito dei lavoratori disoccupati verso misure che incentivino il rientro nel circuito produttivo dei lavoratori che hanno perso il posto. Il rischio che si corre è la persistenza del lavoratore nello stato di disoccupato, preludio alla formazione di disoccupazione strutturale. L'Italia sta uscendo molto lentamente dalla crisi e il quadro macroeconomico del 2011 non garantisce il recupero dei posti di lavoro persi. Il rischio disoccupazione riguarda soprattutto i giovani: si aggrava infatti il fenomeno dei neet (not in education or training nor in employment), cioè coloro che risultano fuori dal mercato del lavoro e che non sono impegnati in un processo di formazione. Se prima della crisi il tasso di neet si aggirava attorno al 16% tra i più giovani (16-24 anni) e al 24% tra i giovani adulti (25-30 anni), tali percentuali sono rapidamente aumentate, salendo rispettivamente al 18,6 e al 28,8% nel terzo trimestre del 2010. La crisi aggrava le probabilità dei giovani di restare nella condizione di neet, così come aumenta in modo preoccupante lo "scoraggiamento" di chi addirittura rinuncia a cercare lavoro. La recessione ha inoltre inciso sul passaggio dai contratti a termine a quelli a tempo indeterminato: prima della crisi quasi il 31% dei giovani con contratto temporaneo passavano l'anno successivo a un lavoro permanente, percentuale scesa ora a poco più del 22%. Riguardo alla formazione si osserva che sebbene i laureati siano più facilitati se il titolo coincide con la domanda di lavoro, resta ampio e crescente il fenomeno dell'overeducation, dato anche che le minori opportunità professionali aumentano la disponibilità dei laureati ad accettare lavori che richiedono livelli d'istruzione più bassi. Rispetto alla dimensione territoriale nel 2010-2011 prosegue senza interruzione la caduta dell'occupazione nel Mezzogiorno. La crisi ha aumentato ancora la distanza tra Nord e Sud e parte del calo dell'occupazione meridionale si è tradotto in un aumento dei trasferimenti nel Centro-Nord. Contano solo in parte le differenze nei tassi di crescita delle due aree: nel corso della crisi la fragilità del tessuto produttivo meridionale ha anche comportato maggiori perdite occupazionali a parità di flessione del prodotto. Difatti, nel triennio 2008-2010 la variazione cumulata del Pil al centro-Nord non va molto meglio che al Sud (-4,8% e -5,9% rispettivamente nelle due aree), ma la dimensione delle perdite occupazionali nelle due aree è molto diversa: a inizio 2011 rispetto al punto di massimo di inizio 2008, la perdita di occupati al Sud era del 5%, al Nord dell'1.5%. D'altro canto la dimensione della disoccupazione al Sud è comunque contenuta dai fenomeni di scoraggiamento che hanno spinto molti lavoratori ad interrompere le azioni di ricerca, finendo classificati fra gli inattivi. Quindi, se si includessero nella definizione di disoccupati anche gli inattivi potenzialmente attivi si otterrebbe un aumento del tasso di disoccupazione nel Mezzogiorno, pari al 24,5%. Per quanto riguarda l'occupazione femminile, nel 2011 il divario di genere si è ampliato a causa del sottoutilizzo del capitale umano, dato che è aumentata, più di quanto osservato per gli uomini, la quota di occupate con un impiego che richiede una qualifica inferiore a quella posseduta. L'occupazione femminile cresce invece nei servizi ad alta intensità di lavoro e a bassa qualificazione (in seguito anche alle massicce regolarizzazioni che negli ultimi hanno riguardato le donne straniere prevalentemente impiegate nei servizi di cura e assistenza alle famiglie), accentuando la segregazione femminile in questo segmento del mercato del lavoro, mentre è caduta l'occupazione qualificata. In relazione agli immigrati, il Rapporto del Cnel sottolinea che nell'ultimo biennio la componente straniera è stata fondamentale nel contenere la contrazione dell'occupazione complessiva: tra il 2008 e il 2010 il numero di stranieri è infatti aumentato di 330 mila nuovi occupati, che hanno compensato parte del calo del numero di occupati italiani (863 mila in meno nello stesso periodo). Va però rilevato che l'aumento del numero di occupati immigrati è da ricondurre essenzialmente alla crescita demografica e ai ritardi nella regolarizzazione dei permessi di soggiorno per lavoro, e non ad una migliore occupabilità degli stranieri. Al contrario, il tasso di occupazione degli stranieri in Italia si è ridotto notevolmente negli ultimi due anni in misura nettamente più marcata di quanto osservato invece per gli italiani, sebbene resti su livelli più elevati. Anche il numero di disoccupati stranieri è aumentato sensibilmente negli anni della crisi e in misura largamente superiore a quanto sperimentato dalla componente italiana.Per approfondire vedi il testo del Rapporto
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12/07/2011 Quote rosa: che ne pensa la Cisl
Il 28 giugno u.s. il Parlamento ha approvato la legge sulle quote rosa nei consigli di amministrazione delle aziende quotate e delle società a partecipazione pubblica: la legge bipartisan approvata dal Parlamento prescrive che a partire dal 2012 i Cda delle aziende quotate e delle società a partecipazione pubblica dovranno essere composti per un quinto da donne. Dal 2015 la quota rosa dovrà salire a un terzo. «L’approvazione delle “quote rosa” nei Consiglio di Amministrazione è, senza mezzi termini, una “svolta epocale"». Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Segretario Confederale della Cisl. «Un passo importante - continua Ocmin - che ci pone sullo stesso piano di altri paesi europei e ci permetterà di ridurre sensibilmente le diverse forme di discriminazione delle donne sul lavoro, nella politica e nella società tutta. Una legge che la Cisl ha sostenuto con forza rimarcando la necessità di un approccio graduale alla riforma del sistema e che ha permesso lo sblocco di un percorso parlamentare molto delicato. Una legge che rappresenta non solo la necessità di un riequilibrio numerico tra i generi ma, soprattutto in questa fase, un’opportunità per le donne, per le aziende, per l’intero Paese». Il punto di vista di alcune dirigenti Cisl PAOLA FEDERICI, Segretario Provinciale Cisl Ascoli «L’Italia sta perdendo colpi in termini di produttività e crescita economica e diverse ricerche sostengono che l’utilizzo e la valorizzazione di solo metà della popolazione nella forza lavoro penalizzi il paese dal punto di vista economico. L’Italia è il paese dove meno donne lavorano e raggiungono posizioni di leadership, ma non perché facciano figli (l’Italia è anche uno dei paesi dove si fanno meno figli in assoluto). I motivi sono molteplici e molti di questi sono culturali. Per cambiare cultura e tradizione ci vogliono strumenti molto forti, come appunto le quote rose, una  leva temporanea per forzare un cambiamento. Noi donne Cisl siamo sempre state convinte della necessità di una normativa che facilitasse l’accesso delle donne  nei ruoli apicali e permettesse un riassetto graduale, senza eccessivi sconvolgimenti, della struttura organizzativa ed amministrativa della conduzione delle imprese . La legge appena approvata definitivamente in Parlamento costituisce l’inizio di una strada lunga e difficile, con l’obiettivo finale di creare una società con le pari opportunità e la meritocrazia. Ora occorre che ci rimbocchiamo le maniche affinchè la normativa approvata si traduca in realtà, come succede già in altri Paesi europei». CRISTIANA ILARI, Segretario Provinciale Cisl Ancona «Si tratta di un provvedimento positivo, che aspettavamo e auspicavamo e per cui la Cisl si è adoperata. Da tempo rileviamo la necessità di affrontare il tema del ruolo, delle funzioni lavorative e della carriera delle donne, non certo in termini rivendicativi, piuttosto nell’ottica di uno sviluppo che metta il nostro Paese (e il nostro territorio marchigiano con il suo tessuto produttivo incentrato su piccole e medie imprese ma anche con realtà aziendali di più ampie dimensioni) in condizioni di maggiore competitività a livello economico: più donne nelle posizioni di top management delle aziende, nonché in ruoli decisionali in campo politico, nelle amministrazioni, nel Sindacato, nei vari settori lavorativi, nelle Università, rappresentano un’opportunità di crescita. Questa legge va ora implementata con la vigilanza di tutti, poiché, pur non risolvendo in toto il problema, può essere un utile apripista, anche dal punto di culturale, per tentare di rimuovere il “Soffitto di cristallo”. Ecco perché si è reso necessario attivare le cosiddette azioni positive (e le quote sono le più evidenti) per favorire temporaneamente le donne in modo da rendere effettivo l’accesso alle pari opportunità: certo, riguardo alle quote discriminare per uguagliare può sembrare paradossale, ma è una misura necessaria temporanea, una sorta di azione di sfondamento che poi deve procedere di pari passo con un’azione sociale e una disseminazione culturale così da superare la necessità. Oggi in Italia a parità di titoli le donne sono meno occupate, più precarie e meno pagate degli uomini. Secondo una ricerca congiunta Bocconi e HayGroop del 2009  le donne italiane guadagnano circa il 25% in meno degli uomini e occupano ancora posizioni svantaggiate rispetto ai loro colleghi. Le dirigenti di prima fascia sono soltanto il 13%, poche sono le donne che arrivano ai vertici decisionali: non è una lotta per il potere fine a se stessa; è una questione di giustizia ma anche un’opportunità di rilancio e sviluppo considerate le competenze di genere delle donne. Il cammino bipartisan della legge è anche un esempio di lavoro comune, di là degli schieramenti politici e la possibilità di rompere il “soffitto di cristallo” è proprio legata alla capacità delle donne di fare RETE e di costruire un sistema di relazioni che alla fine risulti una risorsa per tutti». LAURA RACCOSTA  – SegretariA CISL FP MARCHE «"E’ troppo facile incorrere nella banalizzazione della “riserva indiana” quando si parla di “quote rosa”. Nel contesto di arretratezza culturale e scarsa sensibilità per le politiche di genere, in una società che non offre modelli femminili che favoriscono l’autostima delle donne, come immaginare che qualcosa possa “muoversi” se non per legge. La prospettiva di genere non è più il fine, ma un principio di riferimento dell’azione dei governi, e, dovrebbe esserlo anche nell’azione economica e sociale. E’ da 15 anni che ce lo dicono e che ce lo ripetiamo. Questa sarà l’occasione per iniziare a praticarlo. Se l’eticità non è un motivo sufficiente per “occupare ruoli di potere”, ci sostiene la teoria economica “womenomics”. In Italia, azzerando il gap occupazionale di genere (ossia differenza tra percentuale di partecipazione al lavoro delle donne e degli uomini) si ipotizza un aumento del PIL del 22%. Benvenute quote rosa!»
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11/07/2011 Avviso pubblico del "Fondo Mecenati" per i giovani
Sulla Gazzetta Ufficiale n° 153 del 4 luglio u.s. è stato pubblicato l'Avviso Pubblico “Procedura per il cofinanziamento di progetti volti a promuovere, creare, sviluppare, sostenere ed incoraggiare l’imprenditoria tra i giovani di età inferiore ai 35 anni nonché promuovere e sostenere il talento, l’immaginazione, la creatività e le capacità d’innovazione dei giovani di età inferiore ai 35 anni nel campo della cultura, della musica, del cinema, del teatro, dell’arte, della moda, del design e della tecnologia”. L’Avviso in esame rende attuativa una delle linee di intervento contenute nel Pacchetto di misure per i giovani “Diritto al futuro” del Ministero della Gioventù che prevede nello specifico un mix di risorse pubbliche e private per complessivi 100 milioni di euro da destinare ai giovani talenti under 35, di cui 60 milioni a cofinanziamento dei privati.Le iniziative proponibili da parte di soggetti giuridici privati, sia singoli sia associati, imprese o fondazioni, in possesso di determinati requisiti, sono destinate a investire e  finanziare l’avvio di nuove e innovative imprese giovanili e/o sostenere, anche attraverso la concessione di premi o borse di studio, il talento e la capacità innovativa e creativa in diversi campi dei giovani. Spetta, dunque, ai privati fare da “Mecenati” chiedendo il cofinanziamento pubblico nel limite del 40% e sino ad un massimo di 3 milioni di euro per idee e progetti di giovani under 35 o di società in cui la componente under 35 sia prevalente.Tra i requisiti più importanti nella predisposizione dei progetti vi è il compito di indicare chiaramente le ricadute occupazioni dei giovani, di assicurare il rispetto del principio di pari opportunità tra uomo-donna nonché l’impegno da parte del soggetto Mecenate a coprire il cofinanziamento al 60%.I tempi, i requisiti e le modalità di accesso al “Fondo Mecenati” sono riportate sul bando corredato delle relative linee guida e modulistica. Altre informazioni sono reperibili sul sito del Ministero della Gioventù www.gioventu.gov.it.Le domande potranno essere presentate dal 3 agosto p.v. ed entro i successivi tre mesi. Le medesime domande saranno analizzate da una Commissione ad hoc fino ad esaurimento delle risorse.
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11/07/2011 Il Tribunale condanna Poste Italiane
Le Poste Italiane sono state condannate dal Tribunale del lavoro di Macerata per discriminazione e comportamento antisindacale. La vicenda riguarda una dipendente di Poste Italiane, Elisabetta Fossaroli, rappresentante sindacale della Cisl di Macerata, che nel 2004 è stata sanzionata con una multa per aver mandato ai colleghi una e-mail di auguri natalizi utilizzando la rete informatica aziendale.Oltre alla multa la Fossaroli ha subito un trasferimento e un declassamento nelle mansioni svolte, provvedimenti di chiara matrice disciplinare e di ritorsione per l’attività sindacale svolta.Nelle motivazioni della sentenza, che conclude una causa durata 7 anni, il giudice ha riconosciuto il comportamento antisindacale e discriminante di Poste Italiane, che ora si espone al rischio di una causa ulteriore per il risarcimento del danno causato dalla multa, che ha marginalizzato la Fossaroli penalizzandone la carriera.Secondo il Segretario generale della Cisl di Macerata Marco Ferracuti «si tratta di una sentenza esemplare che deve fungere da monito per tutti i datori di lavoro e le aziende, sia pubbliche che private. Purtroppo spesso chi svolge attività sindacale paga di persona le conseguenze. La Cisl non ama tribunali e sentenze, ma difende con determinazione i propri sindacalisti».
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08/07/2011 Aperture domenicali, no alla liberalizzazione
 La Fisascat CISL di Macerata (Federazione dei lavoratori addetti ai servizi commerciali, affini e turismo) esprime la propria netta contrarietà alla liberalizzazione degli orari degli esercizi commerciali nelle zone turistiche prevista dalla manovra economica 2011, preambolo per una rischiosa deriva che porti a cascata alla totale liberalizzazione della materia.Questa deregolamentazione rischia di creare una situazione di anarchia del lavoro facendo venir meno le tutele previste dalla legge e dalla contrattazione collettiva, sia nazionale che locale. La titolarità sulle decisioni relative alle aperture in deroga deve rimanere in capo al confronto che si deve sviluppare a livello locale. I Comuni hanno in tal senso un ruolo di primo piano nell’assunzione di decisioni che devono essere comunque concordate, condivise e regolamentate attraverso la concertazione e la contrattazione tra le parti sociali territoriali. Le esigenze dello sviluppo del territorio vanno contemperate ai diritti dei lavoratori, che non possono subire scelte dettate solo dalle pressioni della grande distribuzione organizzata. Nei recenti rinnovi contrattuali dei settori del turismo e del terziario, della distribuzione e dei servizi si è condiviso con le associazioni dei datori di lavoro che la materia delle aperture in deroga - come l’organizzazione e l’orario del lavoro ed altre materie attinenti il mercato del lavoro  - rientrano tra quelle per le quali il confronto decentrato dovrebbe portare a soluzioni che concilino le peculiarità territoriali e le esigenze del mercato del lavoro locale con il pieno rispetto dei diritti dei lavoratori del settore. Purtroppo le dichiarazioni di alcuni amministratori locali hanno evidenziato ancora una volta la miopia di certe impostazioni basate su luoghi comuni privi di fondamento, come quelli di nuove assunzioni o di chissà quanti altri vantaggi per i lavoratori occupati nel settore. I quali invece si ritroveranno solamente un orario sempre più frammentato e incompatibile a conciliare i tempi di vita con i tempi di lavoro, senza peraltro ricevere alcuna significativa maggiorazione sul lavoro domenicale e festivo. Torniamo a ribadire come certe impostazioni dei Comuni della zona siano frutto dell’assoluta assenza di politiche per uno sviluppo equilibrato del territorio. Scelte semplicemente dettate dal “potere economico” dei grandi gruppi della distribuzione organizzata con il progressivo depauperamento delle realtà economiche commerciali locali e della vita stessa dei centri cittadini.Marco Squartini - Segretario generale Fisascat Cisl Macerata
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06/07/2011 Riprende la produzione alla Best di Montefano
Da lunedì 4 luglio, dopo più di una settimana di sciopero, i dipendenti della Best di Montefano hanno ripreso l’attività produttiva.Durante un incontro svoltosi in Regione e grazie alla mediazione delle organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Cisl e Cgil, dell’assessore regionale al lavoro Marco Lucchetti e del nuovo Presidente della Provincia di Macerata Antonio Pettinari, è stata trovata un’intesa con la dirigenza dell’azienda, una multinazionale che produce motori per cappe aspiranti.L’impegno di quest’ultima è quello di garantire il mantenimento dei siti produttivi italiani di Cerreto e Montefano, rinunciando per ora a trasferire la produzione in Polonia e assicurando che non saranno modificati degli assetti produttivi, degli organici e degli impianti fino alla definizione di un piano industriale. Per conto loro i lavoratori si sono impegnati a garantire la ripresa della produzione.Permane comunque lo stato di agitazione dei dipendenti della Best, a sostegno della trattativa che da qui al 20 luglio porterà all’individuazione di un piano industriale in grado di assicurare un futuro all’azienda.
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01/07/2011 Le Associazione dei consumatori diffidano Trenitalia
A fronte del perdurare delle  situazioni di grave disagio per gli utenti  dovuta alla soppressione di convogli causata dal malfunzionamento del nuovo sistema di automazione dei turni di lavoro, le associazioni Adiconsum, Adoc, Acu, Federconsumatori e Cittadinanzattiva delle Marche, hanno inviato  una diffida  a Trenitalia,  nella quale si intima e si diffida la  società al regolare ripristino del trasporto e a porre rimedio all’annoso problema dell’igiene delle vetture. Viene inoltre richiesta l’attivazione della procedura di conciliazione con le associazioni dei consumatori al fine di indennizzare i passeggeri convolti, stante anche l’assoluta mancanza di informazione. La diffida è anche il primo atto per eventuali successive azioni collettive nel caso la società non si renda disponibile alle richieste. Nella diffida viene inoltre effettuata richiesta di accesso agli atti in merito ai contratti di appalto di pulizia.
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30/06/2011 Ammortizzatori in Deroga: 40 milioni la richiesta delle Marche
Mercoledì 29 giugno, presso la sede dalla Regione Marche, CGIL CISL UIL Marche assieme ai rappresentanti delle imprese artigiane hanno sottoscritto l'intesa con l'Assessore Regionale al Lavoro Marco Luchetti, per richiedere al Governo 40 milioni di euro come ulteriore finanziamento per gli  ammortizzatori in deroga. " Queste risorse, - spiega Tonino Bori, Responsabile Mercato del Lavoro CISL Marche, che  ha partecipato all'incontro - considerato l'andamento della spesa sostenuta fino ad ora, i residui degli anni precedenti e l' effettivo utilizzo degli ammortizzatori  in deroga,  ci consentiranno di arrivare con una certa tranquillità alla fine del 2011 e di coprire i primi mesi del 2012".  Ora  la firma tra l'Assessore e il Ministro e subito dopo l'intesa Regionale sulle modalità di utilizzo di tali risorse.
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29/06/2011 Regole della contrattazione, trovato l'accordo.
Il 28 giugno Confindustria e Sindacati hanno siglato l'accordo sulla rappresentanza sindacale e sulla efficacia della contrattazione. L’accordo è stato trovato su di un testo al quale le parti hanno lavorato punto per punto durante una trattativa serrata. Ha un valore economico importante perché da certezza alle imprese sugli accordi finora raggiunti. Soprattutto però rafforza il legame tra le Confederazioni sindacali, rappresentando un punto di svolta per superare la stagione degli accordi separati, che tante incertezze e divisioni hanno creato tra i lavoratori e all’interno del movimento sindacale. Il Comunicato della Cisl Nazionale Il testo dell' Accordo Interconfederale Confindustria Cgil Cisl Uil del 28/06/2011 Intesa Cgil Cisl Uil su accordi sindacali con valenza generale La Rassegna Stampa
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29/06/2011 Esenzione dai ticket per lavoratori colpiti dalla crisi
In attuazione al Protocollo d’intesa per la difesa del lavoro, la coesione sociale, il sostegno allo sviluppo siglato il 6 dicembre scorso tra la Regione Marche e CGIL, CISL, UIL Marche, la Giunta Regionale ha approvato la Delibera n. 929 del 27.6.2011 contenente i criteri e le modalità per riconoscere per il 2011 interventi a tutela della salute per i lavoratori, e i loro familiari a carico, che abbiano perso il lavoro, siano in cassa integrazione, in mobilità o in contratto di solidarietà.
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29/06/2011 Poltrona Frau, dipendenti preoccupati per il piano industriale
I lavoratori dello stabilimento di Tolentino della Poltrona Frau criticano il piano di ristrutturazione recentemente presentato dall’amministrazione della società relativamente allo stabilimento di Meda (Cassino).Il piano - che prevede il trasferimento in prova della funzione di cucitura in Romania - desta preoccupazione per più di un motivo. In primo luogo è a rischio la qualità della produzione di Poltrona Frau, azienda industriale con alto valore aggiunto fornito dalla qualità delle lavorazioni. Soprattutto però il piano preoccupa in quanto parte di una strategia industriale del gruppo fondata su scelte discutibili, adottate solo per aumentare la redditività dell’azienda.Se il trasferimento andasse in porto ci sarebbero conseguenze per circa 50 dipendenti – in parte addetti interni alla cucitura, in parte lavoratori a domicilio – dello stabilimento di Meda, ai quali va tutta la solidarietà dei dipendenti dello stabilimento di Tolentino.
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29/06/2011 La Cisl al Festival del lavoro di Treia
Si è chiuso domenica 26 giugno il Festival del lavoro di Treia. Tre giorni intensi in cui si è parlato di lavoro con alcuni dei più autorevoli esponenti dell’economia, della politica, della cultura e dell’informazione locali e nazionali – tra gli ospiti Ferruccio De Bortoli, Maurizio Sacconi, Cesare Damiano, Tiziano Treu, Andrea Vianello ecc.La Cisl è stata presente al Festival con il Segretario generale aggiunto Giorgio Santini e con il Segretario generale provinciale Marco Ferracuti.Quest’ultimo è intervenuto nel pomeriggio del 24 giugno ad una tavola rotonda sul tema dell’immigrazione e dei cosiddetti “lavori rifiutati”, ossia quei lavori che sempre più spesso i giovani italiani rifiutano di svolgere e che stanno diventando appannaggio quasi esclusivo dei cittadini extracomunitari.Una realtà che rende oggi gli immigrati una risorsa imprescindibile non solo per l’economia ma anche per la società e la cultura dei paesi occidentali. Lavori rifiutati perché sporchi, difficili, a volte pericolosi. Ma lavori importanti e delicatissimi, basti pensare al settore dell’assistenza alle persone anziane e fragili, quasi esclusivamente “coperto” da assistenti familiari extracomunitarie.Ma la vera sfida, ha sottolineato Ferracuti, sarà quella che riguarda gli immigrati di seconda generazione. Nati in Italia, di fatto sono e si sentono cittadini italiani pur non essendolo in termini giuridici. Una generazione di nuovi stranieri che probabilmente avrà aspettative diverse da quelle dei loro genitori, volendo misurarsi con lavori diversi e più qualificati.Tutto questo mentre in Italia e nelle Marche sta diminuendo la richiesta di lavoro intellettuale qualificato aumentando, di pari percentuale, quella di lavoro manuale non qualificato. Un effetto perverso della crisi che farà sopravvivere soprattutto imprese meno qualificate, rendendo più debole l’intero sistema.Giorgio Santini è invece intervenuto ad una tavola rotonda sulla somministrazione di lavoro a tempo determinato e sugli appalti. Soprattutto su quest’ultimo tema Santini ha sottolineato la necessità di accordi territoriali per disciplinare le modalità di affidamento di servizi e forniture pubbliche. Una spinta autorevole per la sottoscrizione del tanto sospirato accordo provinciale sugli appalti di Macerata, tuttora fermo in Prefettura ma ormai in dirittura d’arrivo per la firma.
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28/06/2011 Trasporto regionale ferroviario nel caos
L'intervista a Roberto Ascani, Segretario Generale della Fit Cisl Marche.Rassegna Stampa
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24/06/2011 Welfare domani
La Cisl di Pesaro Urbino organizza un seminario sull'evoluzione dei sistemi di protezione sociale tra istituzioni, cittadinanza e territorio.L'evento si svolgerà mercoledì 6 luglio dalle 9 alle 16:30 nella Sala Serpieri, ex collegio Raffaello, in Piazza della Repubblica a Urbino.
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23/06/2011 Montefano, scioperano i lavoratori della Best
I 140 dipendenti della Best di Montefano hanno proclamato uno sciopero per giovedi 23 giugno. Le ragioni della protesta sono dovute al fatto che la Best, multinazionale specializzata nella produzione di motori per cappe aspiranti, ha deciso di chiudere lo stabilimento al termine delle ferie estive per trasferire la produzione in Polonia. Un primo incontro tra i sindacati e l'amministratore delegato dell'azienda ha avuto luogo nel pomeriggio di giovedi, senza però portare risultati concreti. Al momento, secondo i rappresentanti sindacali, non ci sono margini di sicurezza per i lavoratori, che pertanto hanno deciso di prolungare la protesta anche nella giornata di venerdi, in attesa di conoscere i dettagli del piano industriale elaborato dall'azienda. http://www.youtube.com/watch?v=Zj6xHu1V6M4
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15/06/2011 Manifestazione nazionale a Roma sabato 18 giugno
Le foto della manifestazione LE PROPOSTE  CISL e UIL L'intervento di Raffaele Bonanni SPECIALE RASSEGNA STAMPA
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15/06/2011 Sciopero dell'intera giornata alla Berloni Spa di Pesaro
E' riuscito lo sciopero che si è svolto a Pesaro presso la sede della Berloni GiornoNotte contro il piano industriale presentato dall'azienda che prevede  170 esuberi su un organico di 400 dipendenti e la chiusura di siti produttivi ritenuti non più efficienti. E' grave la mancanza di prospettive per mantenere l'occupazione, la trasparenza nella gestione degli esuberi e le prospettive di esternalizzazioni di fasi lavorative. Lo stato di agitazione continuerà fino a che non ci sarà  un confronto serio responsabile e trasperente con l'azienda. E' previsto per Giovedì mattina un incontro tra la proprietà, le istituzioni e i sindacati.
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09/06/2011 Manifestazione regionale su Fisco e Legge sulla non autosufficienza
14 giugno 2011  Fiera della Pesca  Le foto Riforma integrale del sistema fiscale e approvazione di una legge quadro che stabilisca diritti minimi su tutto il territorio nazionale per le persone disabili. Sono questi i due punti fondamentali della proposta a sostegno della quale la Cisl e Uil hanno organizzato la manifestazione in P.zza del Popolo a Roma il prossimo 18 giugno. Sono anche i due punti di cui si è parlato nella manifestazione organizzata martedì 14 giugno dalla Cisl Marche all’Auditorium Fiera della pesca di Ancona. «Una proposta con contenuti validi – sostiene Stefano Mastrovincenzo Segretario generale della Cisl Marche – con la quale vogliamo mandare un messaggio forte alla politica. I titoli annunciati dal governo non bastano, la riforma fiscale va fatta davvero e la legge sulla non autosufficienza è una questione di civiltà». Di welfare e servizi sanitari ha parlato il Segretario generale della FP nazionale Giovanni Faverin, secondo il quale in un contesto territoriale, sociale e culturale completamente cambiato non è possibile che i servizi restino organizzati come 30 anni fa. «Per questo – sostiene Faverin - occorre combattere sprechi e arretratezze, smontando i sistemi clientelari e convincendo gli enti pubblici a gestire in forma associata buona parte dei loro servizi». Il rischio, secondo il Segretario generale dei dipendenti pubblici è che, con la scusa dell’inefficienza del sistema pubblico, si affermi una logica di privatizzazione anche nei servizi sanitari. Dello stretto legame che passa tra riforma del fisco e non autosufficienza ha parlato il Segretario generale dei pensionati Cisl nazionalE, Gigi Bonfanti.  «Il fisco – afferma - è uno strumento per ridistribuire la ricchezza anche in forma di servizi sociali e sanitari erogati  ai più deboli e ai più poveri.  Negli ultimi 20 anni in Italia la ricchezza non è stata ridistribuita per questo è necessaria una riforma che non sia solo tecnica, ma che porti ad un sistema sociale nuovo e più giusto». Tra i servizi che è necessario garantire per Bonfanti spiccano quelli per le persone disabili, anziane e non solo. Il tema, la non autosufficienza, è di quelli scottanti perché «tantissime famiglie oggi scoppiano perchè non riescono a reggere il ritmo della vita lavorativa, da conciliare con l’impegno di cura di un genitore anziano e non autosufficiente». Per questo, secondo i pensionati Cisl, serve una legge quadro che stabilisca, diritti minimi esigibili su tutto il territorio nazionale per le persone e le famiglie che si trovano in questa situazione. Secondo Pietro Cerrito, Segretario confederale nazionale, «il momento è favorevole per la riforma del sistema fiscale. Le recenti vicende politiche hanno creato una situazione tale per cui una riforma fiscale ci sarà sicuramente. Il problema è che bisogna vedere chi sarà in grado di gestirla, se le forze sociali o le potenti lobbies che già si sono messe in moto». Gli obiettivi immediati della Cisl sono ridurre le aliquote dell’Irpef sui redditi più bassi ed equiparare la detrazione generale (cosiddetta “no tax area”) dei pensionati a quella dei lavoratori attivi dipendenti. Operazioni da finanziare attraverso l’aumento di un punto percentuale delle aliquote Iva del 10 e del 20%. «In ogni caso – conclude Cerrito -  la spesa sociale va riorganizzata: non ha senso pagare l’indennità di accompagnamento a persone che hanno redditi altissimi. I bisogni sociali crescono e cambiano, così anche i servizi socio sanitari devono cambiare: servono meno ospedali e più servizi erogati sul territorio o a domicilio». Il MANIFESTO del 14 giugno 2011La RASSEGNA VIDEO:  èTV MARCHEAssemblea dei Quadri e Delegati - Roma, 21 maggio 2011 "Riforma del Fisco, Legge sulla non autosufficenza"Verso il 18 giugno 2011 - Manifestazione Cisl e Uil - Roma, Piazza del Popolo LE PROPOSTE DELLA CISL
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09/06/2011 Per i lavoratori della Caterpillar rinnovo del Contratto Integrativo
Dopo una trattativa di cica 15 mesi la Rappresentanza Sindacale Unitaria Caterpillar e i Sindacati dei metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm hanno finalmente trovato un accordo con la multinazionale americana per la sigla del rinnovo del Contratto Integrativo. Perni centrali della trattativa sono stati la "flessibilità aggiuntiva" per l'Azienda e "salario ed occupazione" per i lavoratori. E' stata difatti la concessione, in deroga, di 4 sabati obbligatori aggiuntivi a quelli previsti dal CCNL (solo nel turno di mattina e recuperabili con meccanismo di Banca Ore) a permettere: • la fissazione di una percentuale massima di utilizzo di lavoro atipico (il 30%) e la conseguente assunzione a tempo indeterminato, dalla data della firma dell'accordo, e nell'arco massimo di 18 mesi, di circa 40 lavoratori atipici; • l'aumento del Premio feriale di 200 € annui portando lo stesso, a regime a 2.432,90 € fissi, dal presente accordo il premio sarà esteso, nella quota di 1.632,90 €,  anche agli interinali; Oltre a questi 2 importanti elementi vanno inoltre evidenziati: • la concessione di 2 giorni di permesso per la nascita di un figlio (anche in casi di adozione); • il riconoscimento di 1 ora di assemblea aggiuntiva ed esclusiva per trattare i temi della Sicurezza sul Lavoro con tutti i lavoratori; • la crescita del montante massimo del Premio di produzione Variabile che passa dai 1.620 € del vecchio accordo ai 2.040 € del nuovo accordo; • vengono inoltre riconosciuti 1.000 € a fronte del riconoscimento del PdR in riferimento al 2010 (anno non coperto dall'accordo). Leggi l'ACCORDO INTEGRATIVO
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07/06/2011 Uffici postali: continuano i disagi per i lavoratori e per gli utenti
Dal primo giugno il sistema informatico di tutti gli uffici postali d'Italia è andato in tilt. Il sindacato dei lavoratori postali della Cisl Marche (SLP Cisl),  con una nota inviata alle Poste Italiane SpA, ha subito segnalato i gravi disagi in cui si sono trovati sia gli operatori postali che gli utenti.  Nonostante le immediate denunce,  ad oggi poco è mutato e i disagi continuano a perdurare. Ieri con una ulteriore nota  i sindacati hanno chiesto alla dirigenza dell'azienda  un incontro immediato per un confronto, evidenziando che la straordinaria situazione in cui  si stanno trovando gli uffici postali deve essere affrontata con strumenti eccezionali. «Il personale applicato alla sportelleria rivendica di poter lavorare in maniera dignitosa con sistemi e apparecchi funzionanti e senza trovarsi sulle spalle responsabilità che derivano da altrui inefficienze» dichiara Dario Dominici, Segretario regionale SLP Cisl Marche
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25/05/2011 Cisl Marche su LABOR TV
LABOR TV (link) Tg Cisl - ore 17.00 ore 17.15  "Lavori in Corso"  il Tg della Cisl Marche. Si parla di: Cisl, comuni associati per servizi più efficienti Crisi del lavoro: la situazione della Berloni Protocollo tra regione e sindacati sulla casa Lo studio della ricercatrice Silvia Spinaci I programmi di Labor Tv andranno in onda anche su Sky 924 alle ore 21.00
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24/05/2011 «La nostra azione riformista su fisco, sviluppo e lotta agli sprechi»
Un piano di azione riformista del sindacato per assicurare la crescita, combattere gli sprechi di denaro pubblico, riformare il fisco, garantire i rinnovi contrattuali della pubblica amministrazione e riaffermare la legge quadro per la non autosufficienza. Sono queste le principali indicazioni che vengono da CISL e UIL, scaturite dalla grande Assemblea Nazionale dei Quadri e Delegati che si è tenuta a Roma negli spazi del Palazzetto dello Sport in piazza Apollodoro. Lavoratori e pensionati hanno approvato la piattaforma della manifestazione nazionale dei lavoratori e dei pensionati indetta per il prossimo 18 giugno sempre a Roma. Il programma di azione concordato dalle segreterie generali di CISL e Uil nei giorni scorsi si annuncia nel momento in cui in tutto il Paese si avvertono forti segnali di cambiamento e si manifesta una sempre più diffusa esigenza di dare risposte chiare alla crisi di crescita che il paese attraversa salvaguardando i diritti e le necessità dei pensionati, delle donne e degli uomini che lavorano, promuovendo più occupazione sicura tra i giovani, ed aprendo prospettive adeguate di accoglienza e integrazione dei lavoratori immigrati. "Bisogna garantire una svolta", ha osservato il Segretario generale della CISL Raffaele Bonanni."Serve una riforma seria se vogliamo davvero potenziare l'efficienza economica e garantire la equità sociale", ha detto ancora Bonanni, riferendosi alla urgente necessità di una riforma del fisco che riduca il peso delle imposte soprattutto ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, oltre che alle imprese che si impegnano ad assicurare i loro investimenti produttivi sul territorio nazionale, creando nuove opportunità di lavoro. "Il sistema italiano deve essere profondamente riformato- ha aggiunto Bonanni- a partire dal fisco e dalla lotta alla evasione fiscale, due condizioni indispensabili a prescindere dalle quali nessun progetto di cambiamento può andare in porto". "Dai nostri calcoli - ha spiegato - più di 200 miliardi vengono distratti dall'imposizione e quindi la possibilita' di recuperare fondi per questa strada e' molto elevata. Il Paese è in crisi, - ha poi sottolineato. Abbiamo bisogno di risorse e di un mercato piu' vivace, rispetto ad un mercato 'stantio' come quello attuale. In tal senso, insieme all'aumento della produttivita', puntiamo ad unariforma integrale del fisco. Una riforma che stiamo chiedendo con tutte le nostre forze e che, per fortuna, ha fatto passi avanti importantissimi. Quel che chiediamo è uno spostamento di pesi dai redditi più bassi a quelli più alti, colpendo anche evasori e rendite finanziarie. Ritengo - ha pertanto concluso Bonanni - che quanto inserito dal ministro Tremonti nel documento inviato all'Unione europea sia l'occasione per una legge delega da portare in Parlamento per definire la partita. Penso infatti che, con la collaborazione di tutti, avremo una riforma fiscale che oltre a garantire più equità, servirà al Paese, anche a ripartire economicamente". Il Documento Conclusivo dell'Assemblea Nazionale Cisl e Uil
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20/05/2011 Detassazione del salario: quando si applica
Con la Circolare n° 19/E del 10 maggio u.s. l’Agenzia delle entrate e il Ministero del Lavoro hanno fornito chiarimenti circa l’applicabilità dell’imposta sostitutiva del 10% alle somme erogate nel 2011 a fronte di incrementi di produttività, in attuazione di accordi collettivi di livello aziendale o territoriale. La circolare chiarisce che il beneficio fiscale opera  successivamente alla stipulazione dei medesimi accordi o contratti collettivi aziendali o territoriali e che, quindi,  le somme erogate dal datore di lavoro nel 2011 a fronte di incrementi di produttività,  prima della stipula degli stessi accordi, non possono essere assoggettate all’imposta sostitutiva agevolata del 10%. La circolare, peraltro, anche al fine di evitare possibili contenziosi fra le Parti sui contenuti delle intese e fra l’Erario e i sostituti di imposta,  stabilisce che ai fini della prova sia comunque indispensabile la formalizzazione per iscritto degli accordi, restringendo dunque la portata della precedente formulazione. In considerazione dell’incertezza che ha caratterizzato l’applicazione del regime agevolato nella prima parte dell’anno la circolare prevede, inoltre, che i sostituti d’imposta che abbiano applicato l’imposta sostitutiva sulle somme corrisposte in assenza di accordi o contratti collettivi aziendali o territoriali possano provvedere al versamento della differenza tra l’importo dell’imposta sostitutiva già versato e l’importo effettivamente dovuto in applicazione delle ritenute ordinarie sui redditi di lavoro dipendente, comprensiva di interessi, senza l’applicazione delle sanzioni.
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13/05/2011 Riforma dell'apprendistato. Un passo importante per l'occupazione giovanile.
Riforma dell’apprendistato: un passo importante per l’occupazione  giovaniledi Giorgio SantiniDopo una lunga “gestazione” contrassegnata, in particolare, dall’accordo tra Governo, Regioni e parti sociali dello scorso 27 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato, in via preliminare, la riforma dell’ apprendistato. Si tratta davvero di una buona notizia, anche in considerazione della difficile condizione dei giovani nel nostro mercato del lavoro, che si affianca all’introduzione del credito d’imposta per le assunzioni nel Mezzogiorno, varato contestualmente dal Governo nel c.d. “Piano Sviluppo”. Il rafforzamento dell’apprendistato interviene contemporaneamente sulle due linee di frattura sociale che segnano in negativo la condizione giovanile nel nostro paese: la crescente separazione tra scuola e lavoro che determina una grande difficoltà ad incrociare la domanda di lavoro e il vero e proprio blocco dell’accesso al lavoro, determinato dal protrarsi della crisi economica, che, soprattutto nell’ultimo periodo, ha generato consistenti bacini di disoccupazione e cassa integrazione. Dal punto di vista della tecnica legislativa è apprezzabile la decisione di procedere con un testo unico dell’apprendistato, che andrà a sostituire tutta la normativa precedente, semplificando il lavoro di operatori e interpreti e contribuendo a rilanciare un contratto che potrà diventare, sempre più, il canale privilegiato e stabile di ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. Il contratto di apprendistato continuerà ad operare su tre livelli: la qualifica professionale per i giovanissimi anche in assolvimento dell’obbligo di istruzione; la professionalizzazione dei giovani dai 18 ai 29 anni; il conseguimento di un titolo di scuola media secondaria, istruzione tecnica superiore, universitario o post-universitario in aziende  convenzionate con istituzioni educative. A queste categorie si affiancano alcune novità significative relative ai possibili fruitori del contratto: i lavoratori in mobilità (senza limiti di età), i praticanti degli studi professionali ed i lavoratori del pubblico impiego. Per quanto riguarda la disciplina generale comune, essa viene affidata alla contrattazione collettiva nel rispetto di alcuni principi: dalla forma scritta del contratto e del piano formativo individuale, alla conferma del sottoinquadramento di due livelli, che può esser utilizzato in alternativa alla percentualizzazione, alla presenza di un tutor, alla registrazione della formazione nel libretto formativo, al riconoscimento della qualifica professionale ai fini contrattuali. Tra i principi generali viene confermato chiaramente che il contratto di apprendistato è da considerarsi un rapporto a tempo indeterminato che può concludersi al termine della fase di apprendistato ma, nel silenzio assenso del datore di lavoro, si stabilizza automaticamente. E’ stata tra l’altro inserito, su precisa richiesta della Cisl, il coinvolgimento dei Fondi nterprofessionali nei percorsi formativi per gli apprendisti. Per quanto riguarda l’apprendistato professionalizzante, riservato ai giovani tra 18 e 29 anni, saranno gli accordi interconfederali e i contratti collettivi a stabilire durata e modalità di erogazione della formazione in funzione dei profili professionali stabiliti nei sistemi di classificazione e inquadramento, nonché la durata del contratto, comunque non superiore a 6 anni. Rispetto all’apprendistato per una qualifica professionale, anche in diritto dovere, si stabilisce che in tutti i settori possono essere assunti i ragazzi che abbiano compiuto quindici anni, con una regolamentazione dei profili formativi rimessa alle Regioni, che dovranno comunque prevedere un periodo di formazione congruo. In caso di mancata 2 regolamentazione regionale, interverrà un Decreto del Ministro del Lavoro di concerto con il Ministro dell’Istruzione, sentite le parti sociali. L’apprendistato di alta formazione è anch’esso affidato alle Regioni per la regolamentazione dei profili formativi; lo strumento risulta ulteriormente valorizzato grazie al possibile utilizzo per l’assolvimento del praticantato presso gli studi professionali e al rafforzamento della possibilità di incrocio con il percorso del dottorato di ricerca. Sugli standard formativi il testo contiene l’impegno a definirli entro 12 mesi, da parte dei due ministeri interessati, Lavoro e Istruzione, previa intesa con le Regioni, mentre gli standard professionali di riferimento ai fini della verifica degli esiti dei percorsi formativi in apprendistato professionalizzante sono quelli definiti nei Ccnl di categoria. Rispetto agli incentivi sono confermati quelli vigenti mentre lo svolgimento della formazione sarà soggetto all’effettiva verifica, da parte degli enti bilaterali o di soggetti accreditati a livello regionale, con relative, significative sanzioni in caso di mancato assolvimento. Va ricordato che la riforma sarà soggetta al fondamentale vaglio del rapporto con le Regioni: rimangono infatti alcuni nodi da sciogliere  proprio per quanto riguarda il rapporto con le competenze regionali. Pur nella positività della riforma vi sono alcuni punti problematici. E’ necessario, infatti, reperire, all’interno delle risorse disponibili, i finanziamenti necessari per rendere più robuste le incentivazioni finanziarie, in modo da offrire al contratto di apprendistato un carattere privilegiato rispetto ad altri per facilitare l’ingresso stabile dei giovani nel mondo del lavoro. In merito alla formazione trasversale prevista nell’apprendistato professionalizzante (40 ore per il primo anno, 24 per il secondo) essa dovrebbe essere mantenuta su 40 ore, dato quantitativo mutuato da numerosi accordi sindacali, anche negli anni successivi al primo. Viene poi generalizzato l’abbassamento a quindici anni per il diritto dovere: esso dovrà essere sempre accompagnato da percorsi di formazione che affianchino l’accesso al lavoro e che portino all’effettiva acquisizione di una qualifica professionale, in collegamento con i percorsi di istruzione professionale triennali già esistenti nelle regioni. E’ però importante sottolineare che il testo, che ha ricevuto la disponibilità di tutte le parti sociali ad un confronto di merito volto a concludere rapidamente l’intesa per pervenire all’accordo previsto nella Legge delega, ben risponde alle esigenze di semplificazione e  valorizzazione della contrattazione collettiva, puntando rendere più semplici le assunzioni di apprendisti ed effettivo l’aspetto formativo. Valorizzare l’apprendistato è davvero di una sfida importante: un tassello fondamentale per il miglioramento complessivo del nostro mercato del lavoro nel quale le parti sociali e le istituzioni devono misurare le loro capacità di costruzione di futuro per il Paese e per i nostri giovani.(articolo  pubblicato il 7 maggio 2011 su Conquiste del Lavoro)
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13/05/2011 Gestioni comuni per servizi più appropriati
LE FOTO DEL CONVEGNO“E’ necessario confrontarsi su un modello di associazionismo marchigiano in grado di assicurare la continuità e l’efficienza dei servizi la cui richiesta da parte dei cittadini continua ad essere costante ed elevata a fronte di ingenti tagli di risorse attuati a livello nazionale. Per questo diffondere forme associative di gestione tra comuni significa  procedere verso quella la razionalizzazione dei soggetti istituzionali per garantire qualità ed efficacia dei servizi”. E’ con queste parole che il Segretario Generale della Cisl Marche Stefano Mastrovincenzo ha presentato “Un nuovo associazionismo comunale delle Marche”, lo studio promosso dalla stessa Cisl Marche insieme alle Federazioni del Pubblico impiego e dei Pensionati e curato dalla ricercatrice dell’Università di Macerata Silvia Spinaci.“Sollecitiamo le istituzioni a ripensare un modello nelle Marche che favorisca ed incentivi convenzioni, unioni, fino alla fusione tra comuni ” ha detto Mastrovincenzo rilanciando la chiave della razionalizzazione   nel sistema delle autonomie locali e aprendo un dibattito al quale hanno partecipato tra gli altri l’Assessore regionale Antonio Canzian, il Presidente dell’assemblea Legislativa delle Marche Vittoriano Solazzi, la Presidente dell’Unione Province marchigiane Patrizia Casagrande.Lo sviluppo della dimensione sovra comunale si pone del resto sempre di più agli occhi degli amministratori regionali e locali come strada maestra per garantire un esercizio delle funzioni degli enti locali efficace ed efficiente e capace di rispondere al principio costituzionale di adeguatezza,  è  stata una delle valutazioni condivise da tutti gli intervenuti.Dalla ricerca è emerso che sono soprattutto le funzioni e i servizi riferiti alla gestione del territorio (per circa 53% delle amministrazioni marchigiane)  come lo smaltimento dei rifiuti ad essere governati attraverso un sistema associazionistico, così come il sistema associativo è concentrato anche sulla gestione dei servizi sociali (52% dei comuni).   Le percentuali si abbassano,  di più della metà , quando si parla di associazione delle funzioni  di gestione del personale amministrativo , o di quelle della polizia municipale e addirittura di quelle relative all’istruzione come il servizio di  trasporto e mensa scolastica.“L’importante – conclude Mastrovincenzo – è costruire un percorso reale, evitando forme associative di facciata e sostenendo percorsi di qualità. Questo percorso di efficientamento e razionalizzazione dei livelli amministrativi è ineludibile, anche alla luce delle recenti novità legislative sul federalismo “IL PROGRAMMA del ConvegnoLa Presentazione di Stefano Mastrovincenzo, Segretario Generale Cisl MarcheL'intervento di Silvia Spinaci, ricercatrice dell'Università di MacerataIndice del testo " Un nuovo associazionismo comunale nelle Marche" di Silvia SpinaciLa Rassegna StampaLe FOTO del Convegno
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10/05/2011 Firmato l'accordo tra sindacati e Regione Marche su affitti e politiche abitative
«Un protocollo importante, quello che abbiamo firmato oggi  con la Regione. Si dà avvio ad un percorso  per dare concretezza, nell’ambito delle politiche abitative regionali,  a misure  di sostegno a chi è in difficoltà a sostenere il costo dell’ affitto e a chi è in condizione di  sfratto, anche a causa della perdita del lavoro – afferma Mario Canale, Segretario Regionale Cisl Marche – che insieme alla promozione di  interventi, per agevolare l’accesso alla prima abitazione a favore di   giovani under 35 anni di età, costituisce un ‘insieme di azioni  che ci impegneranno, per la definizione dei criteri, a partire dalle prossime settimane». Una firma che impegna, per le politiche abitative regionali, 2,7 milioni di euro, risorse derivanti dai complessivi 17,290 milioni di euro  previsti dall’accordo tra Regione, CGIL-CISL-UIL, SICET, SUNIA, UNIAT, Unione Inquilini, Assocasa e Ugl per le misure anticrisi per l’anno 2011,  siglato nei mesi scorsi. Nello specifico la cifra  è suddivisa in: 1,3 milioni per la copertura degli aumenti degli affitti per gli alloggi Erap, alleggerendo così le famiglie più colpite dalla crisi; 1,4 milioni, per  sovvenzionare le locazioni delle famiglie, in stato di povertà, che non riescono ad  arrivare alla fine del mese e quindi non possono pagare l'affitto per intero. Una novità prevista è rappresentata, sicuramente, dall’introduzione dell’indicatore della situazione economica equivalente, ISEE, per il calcolo dei canoni locativi e per l’ accesso agli alloggi ERAP.Verranno inoltre definite, nel prosieguo del percorso concertativo tra le organizzazioni sindacali e l’Assessorato alla Casa della Regione Marche,  le modalità d'alienazione di una parte dei beni immobili che potrebbero sostenere la costruzione di nuovi alloggi e la definizione del nuovo Piano Casa, prevedendo interventi a favore  delle giovani coppie per l’accesso alla prima casa. «Aumenta l'impegno della giunta regionale nei confronti delle politiche abitative - ha detto l'Assessore Regionale alla casa Antonio Canzian - La firma è importante non solo per i fondi a sostegno di chi non può pagare l'affitto o far fronte agli aumenti, ma anche perché` oltre che tamponare l'attuale crisi getta le basi per la futura proficua collaborazione con i sindacati in vista delle prossime decisioni da prendere insieme a cominciare dal Piano Casa regionale». Una sinergia tra Regione e Sindacati che sicuramente, potrà aiutare, con risposte  concrete,   i giovani e le famiglie sempre più in affanno e vulnerabili, perché colpite dalla crisi, ad accedere o a conservare uno dei beni più preziosi come quello della casa. IL PROTOCOLLO D'INTESA Leggi la Rassegna Stampa: Corriere Adriatico
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10/05/2011 Riorganizzazione Berloni: 166 esuberi
Pesaro - I timori delle organizzazioni sindacali in merito alla crisi della Berloni Spa  erano più che fondati. E’ giunta infatti la notizia che la riorganizzazione dell’intero gruppo prevede purtroppo, anche un esubero di circa 166 dipendenti  con relativa  richiesta della  cassa integrazione straordinaria alla quale inevitabilmente seguirà la messa in mobilità dei lavoratori. A questo si aggiunge l’alienazione dei relativi siti produttivi e la cessazione di tutte le attività del gruppo ad eccezione della produzione di cucine. Fillea e Filca di fronte allo spettro dello smantellamento di alcune attività e della disoccupazione dei dipendenti  annunciano  fin da ora la volontà di opporsi con tutti i mezzi ai licenziamenti e di attivare tutti gli strumenti e tutti i canali a disposizione per la salvaguardia dei  posti di lavoro. “Siamo disponibili a confrontarci con l’azienda – dichiarano  Fillea e Filca - a patto che ci presenti un piano industriale definitivo che comprenda un vero rilancio dell’attività produttiva e nessun posto di lavoro compromesso”. 5 maggio 2011                                                                                              FILLEA CGIL  -  FILCA CISL Il Comunicato Stampa di FILCA CISL e FILLEA CGIL del 1 aprile 2011 Il Comunicato Stampa dell'azienda BERLONI dell'8 aprile 2011
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06/05/2011 La scelta di una strada diversa
Profonde trasformazioni investono oggi demografia, lavoro, welfare, creando incertezza e timore per il futuro. Emergono estremismi e difese di interessi specifici, cresce la litigiosità in politica su temi lontani dai cittadini; prevale la logica del breve termine mentre aumentano malessere democratico e vulnerabilità sociale, calano le risorse pubbliche disponibili. In tutta Europa gli effetti della crisi pesano sui cittadini più esposti, si prevedono ulteriori misure sui conti pubblici per rispettare parametri di bilancio; paesi come Irlanda e Spagna, per anni additati ad esempio, sono in profonda recessione. E’ una fase davvero inedita e noi della Cisl abbiamo scelto responsabilità e concretezza per tutelare lavoro e coesione sociale. Il confronto con Governo e Regioni sulle risorse per gli ammortizzatori; il rinnovo di tanti contratti nazionali col nuovo modello contrattuale; l’azione nel settore pubblico per salvaguardare retribuzioni e diritto alla contrattazione depotenziando la punitiva riforma Brunetta e recuperando scatti ed assunzioni nella scuola martoriata dai tagli; le manifestazioni sul fisco con i primi risultati su detassazione al 10% del salario di produttività e ripristino di misure antievasione da parte di un Governo che, appena eletto, le aveva azzerate; le intese sofferte per favorire investimenti e salvare posti di lavoro. Sono esempi dell’azione della Cisl, forza sociale autonoma che si confronta con ogni imprenditore e ogni governo, in prima fila negli accordi firmati col Governo Prodi, come oggi nel confronto complesso con l’esecutivo in carica; un sindacato che insieme a Cgil e Uil rinnova molti contratti nazionali, affronta molte crisi aziendali, sigla i positivi accordi con la Regione Marche, ma, se necessario, firma anche accordi senza qualche partner sindacale (l’accordo di Fim-Cisl e Uilm-Uil a Mirafiori tre mesi fa additato come infame svendita dei diritti, ora alla Bertone diventa “legittima difesa” dei lavoratori). La Cisl chiede di fare di più per il lavoro, specie giovanile: nuovo apprendistato, ammortizzatori anche per i precari, più integrazione tra istruzione-formazione e lavoro, più sostegno alla ricerca. Vogliamo contrattare di più nelle aziende e diciamo agli imprenditori più coraggio nell’assumere. Chiediamo meno tasse per lavoratori, pensionati e imprese che creano lavoro e più lotta all’evasione e prelievo sulle rendite, la riduzione di livelli amministrativi e costi impropri della politica. Insistiamo per una legge sulla non autosufficienza. Su Fisco, Lavoro, Sviluppo, Welfare da tempo stiamo costruendo alleanze tra parti sociali, in pressing sul Governo, e dialogando anche con l’opposizione. Su questi temi Cisl e Uil si mobiliteranno con un’assemblea di delegati il 21 maggio e una grande manifestazione di piazza a Roma sabato 18 giugno; dall’inizio della crisi abbiamo scelto di evitare scioperi generali che penalizzino la fragile ripresa e le tasche dei lavoratori. Serve sempre di più un sindacato che non si faccia trascinare nelle tensioni dello scontro politico e che si confronti in modo rigoroso con istituzioni e imprenditori. Pur nella difficile situazione crediamo sia possibile attivare energie per ridare speranza e slancio al nostro paese equità e solidarietà; noi della Cisl vogliamo dare un contributo perché ciò avvenga. Stefano Mastrovincenzo (Segretario Generale Cisl Marche) Ancona 5 maggio 2011
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29/04/2011 Farmaci generici: costo a carico degli utenti
«In base alla normativa nazionale (Legge 122/2010) che prevede un risparmio sulla spesa farmaceutica di 600 milioni di euro,  l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha definito il nuovo prezzario di riferimento in vigore dal 15 aprile 2011 – afferma Mario Canale Segretario Cisl Marche -   e poiché a tutt’oggi  le case farmaceutiche non si sono ancora adeguate a tale prezzario la differenza del prezzo del farmaco viene richiesta dalle Farmacie direttamente  al  cittadino-consumatore». «Con una nota – prosegue Canale -  inviata all'Assessore regionale alla Salute, Almerino Mezzolani, e al Dirigente del Dipartimento Salute e Servizi Sociali, Carmine Ruta, Cgil-Cisl-Uil hanno sottoposto all’attenzione della Regione Marche quanto sta accadendo sui prezzi dei farmaci fuori brevetto o cosiddetti  farmaci generici e sollecitato un intervento tempestivo volto ad  impedire che la manovra prevista  dal Governo, senza alcuna “misura di protezione”,  ricada ancora una volta esclusivamente sulle tasche degli  utenti».
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28/04/2011 Vicenda Merloni: richiamo alla responsabilità
DICHIARAZIONE Siamo entrati nella fase più decisiva per la complessa vicenda dell’Antonio Merloni. Serve una dose ancora maggiore di responsabilità da parte di tutti i soggetti coinvolti, per evitare ulteriori tensioni, confusioni, illusioni ai lavoratori già duramente provati da questo lungo periodo di attesa. Dobbiamo tutti attenerci ai fatti reali al momento attuale, e valutare eventualmente le novità che dovessero intervenire. L’obiettivo del sindacato è valorizzare ogni ipotesi che dia garanzia di serietà imprenditoriale e del progetto industriale e di significativi risultati occupazionali. Ci auguriamo tempi stretti per la valutazione delle offerte vincolanti presentate e l’utilizzo di tutti gli strumenti (a partire dall’Accordo di programma) utili a creare lavoro e a ridare possibilità di sviluppo alle aree colpite dalla crisi della Antonio Merloni. Sollecitiamo istituzioni, istituti di credito, forze politiche e sociali a collaborare tutti in questa direzione. 28 aprile 2011                                  Stefano Mastrovincenzo Cisl Marche Il Comunicato Stampa con la dichiarazione di Anna Trovò, Segretario Generale FIM CISL
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26/04/2011 La scuola che vogliamo per le Marche
Leggi la Rassegna Stampa: Corriere Adriatico, Il Messaggero, Il Resto del Carlino
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15/04/2011 Sanità e tagli. Allarme operatori sanitari.
La Rassegna Stampa: Corriere Adriatico, Il Messaggero
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15/04/2011 Incidente mortale Quadrilatero: indetto sciopero di otto ore.
La Rassegna Stampa: Corriere Adriatico, C.Adriatico, Il Messaggero, Il Resto del Carlino
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14/04/2011 Un ulteriore frutto dell'accordo anticrisi
CGIL CISL UIL MARCHE : 2.100.000 euro di incentivi  per le imprese che trasformano i contratti a termine ed i contratti “atipici” in contratti a tempo indeterminatoPubblicato  oggi 13. 04. 2011  l’avviso con il quale si dà piena attuazione al punto che riguarda la stabilizzazione dei contratti di lavoro contenuto  nell’intesa “anticrisi” sottoscritta a fine 2010 tra la Regione Marche e CGIL CISL UIL Regionali. “ E’ un risultato molto importante - si  sottolinea in casa CISL - che prevede un impegno di spesa di 2.100.000 euro per il 2011 che andranno come incentivo alle imprese che trasformeranno i contratti a termine, le collaborazioni a progetto, i contratti di inserimento lavorativo, i contratti di lavoro ripartito, i contratti di inserimento e i lavoratori interinali, in contratti a tempo indeterminato;  è una misura che, favorendo la stabilità,  difende la buona occupazione e la coesione sociale”.Il bando scade il 31.12.2011. Clicca qui per scaricare il BANDO
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18/05/2010 La Marcia Perugia-Assisi
Marcia Perugia - Assisi  una scelta di impegno e testimonianza perché certi  valori non siano considerati desueti o elitari. Il  tema della pace a lungo negli anni 70-80 è stato centrale nel dibattito sociale e politico nei paesi occidentali (dal Vietnam alla Guerra fredda), è stato evocato negli anni ‘90 quando dai Balcani in fiamme a pochi chilometri da noi giungevano echi di sangue e distruzioni, ha avuto una fiammata di partecipazione nel 2003 quando Bush avviò l’operazione militare in Iraq. Ora la Pace sembra uscita dalle preoccupazioni delle opinioni pubbliche e quindi dei Governi,  sembra diventata un tema per sognatori, non è più vista come un obiettivo sociale e politico significativo, o magari è considerata una cosa scontata. L’approccio proposto dalla Tavola della Pace parla di Pace con particolare attenzione alla dimensione educativa e alla necessità di un cambiamento di tipo culturale. Infatti tante erano le scuole, tanti gli scouts e altri giovani dei movimenti, un unico fiume umano di diverse provenienze e di esperienze, di vari stili, proposte, colori. Associazioni ambientaliste o nonviolente, organizzazioni non governative, di ispirazione cristiana e non, impegnate per la legalità, la presenza sempre significativa dei sindacati, qua e là bandiere di partito. Il Documento base denuncia che “….c’è troppa violenza in giro e troppa indifferenza. In nome della nostra “pace”, troppo spesso siamo pronti a condonare la violenza sugli altri. Una società chiusa e insensibile non ha futuro” e afferma ”…Dobbiamo ri-mettere al centro della nostra vita i valori condivisi, scolpiti nella nostra bella Costituzione e nel Diritto internazionale dei diritti umani, che possono aiutarci a superare positivamente questa profonda crisi e accrescere la qualità civile della nostra società. Abbiamo bisogno di un’altra cultura. Dobbiamo sostituire l’io con il noi, la disoccupazione con il lavoro, l'esclusione con l'accoglienza, lo sfruttamento con la giustizia sociale, l’egoismo con la responsabilità, l'individualismo con l’apertura agli altri, l’intolleranza con il dialogo, il razzismo con il rispetto dei diritti umani, il cinismo con la solidarietà, la competizione selvaggia con la cooperazione, il consumismo con nuovi stili di vita, la distruzione della natura con la sua protezione, l’illegalità con il rispetto delle regole democratiche, la violenza con la nonviolenza, i pregiudizi con la ricerca della verità, l’orrore con la bellezza, gli interessi personali con il bene comune, la paura con la speranza. Dobbiamo riscoprire il significato autentico di questi valori, approfondirne la conoscenza, rigenerarli in un grande progetto educativo, permettergli di sprigionare tutta l’energia positiva che contengono. Dobbiamo esigere che ad ogni valore, oggi ribadito anche nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea, corrispondano atti politici concreti e coerenti a partire dalle nostre città fino all’Europa e all’Onu. Per quanto possa apparire difficile, cambiare è possibile! E, in ogni caso, è indispensabile”.
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