La Clabo group non ha intenzione di tornare sui suoi passi e procede con la messa in mobilità di 27 su 54 dipendenti dell’Artic e la conseguente chiusura del sito produttivo di Montelabbate.
Nell’incontro avuto presso la sede di Confindustria di Ancona il management della Clabo group, ha ribadito, infatti, l’esubero in totale di 73 dipendenti e ha deciso, nonostante la contrarietà dei sindacati, di chiudere lo stabilimento nel Pesarese e trasferire i lavoratori non licenziati a Jesi.
“Il prezzo maggiore lo pagano i lavoratori di Montelabbate – spiega la Filca Cisl – è una scelta miope, fatta nella logica di riduzione dei costi, con la consapevolezza che produrrà una riduzione dell’efficienza. La scelta di chiudere lo stabilimento di Montelabbate non risanerà i problemi finanziari della Clabo, anzi si perde così un significativo sito produttivo, marchio leader nell’arredo bar, che ha raggiunto elevati standard e che, difficilmente, con i tagli che si vogliono attuare manterrà gli stessi livelli nella produzione.”
I sindacati non sono convinti delle spiegazioni fornite dal management. “La verità emersa dall’incontro, spiegano ancora i rappresentanti della Filca Cisl a nostro avviso, è invece quella di una volontà predeterminata e scaturita da una parte del nuovo gruppo dirigente che, come ha già fatto altrove, si vuole liberare in fretta anche del sito di Montelabbate.”
Ci chiediamo perché, visto che l’Artic non è più strategica per la Clabo group , la direzione aziendale non la collochi sul mercato per vedere se qualche investitore o gruppo industriale sia interessato all’acquisto? Così si potrebbe risanare parte del debito e ridurre i costi “insostenibili” per il mantenimento del sito. I sindacati chiedono alla Clabo di ritirare la procedura di mobilità e di ripensare seriamente al futuro dell’ Artic.