Tra le priorità del nuovo consigliere regionale delegato alla sanità, abbiamo letto, condividendolo, la necessità di intervenire sul sovraffollamento delle strutture di pronto soccorso. Obiettivo certamente necessario per i comuni a nord di Ancona vista la situazione di caos che costantemente si genera all’interno del pronto soccorso di Torrette o dell’ Ospedale di Jesi per l’elevato numero di utenti. Proprio per questo appare incomprensibile il depotenziamento lento, ma continuo, del Punto di Assistenza Territoriale ( ex Punto di Primo Intervento) dell’ ospedale di Chiaravalle. E questo nonostante le dichiarazioni della Regione circa il ruolo e il funzionamento degli Ospedali di comunità come appunto “dovrebbe” essere quello di Chiaravalle.
Qualche mese fa la Regione Marche lanciava una campagna informativa sostenendo espressamente che: “Negli Ospedali di Comunità viene attivato il Punto di Assistenza Territoriale all’interno del quale si garantisce:
• Assistenza primaria 24 ore su 24 con accesso diretto per una risposta rapida e, in sede, per le problematiche di bassa gravità;
• Presa in carico immediata delle problematiche di media e alta gravità con trasferimento nelle sedi ospedaliere più adeguate.
Nel Punto di Assistenza Territoriale, quindi, il cittadino trova le risposte assicurate dalla precedente organizzazione, integrate con altre attività che ne aumentano la capacità di presa in carico. Il Punto di Assistenza Territoriale è sempre aperto e vi si può accedere senza una prescrizione medica per ottenere in tempi adeguati una risposta al proprio bisogno (anche bisogni minimi, quali terapia iniettiva, medicazioni, infusioni varie).”
Sembrerebbero parola al vento. Come si conciliano queste dichiarazioni con la disposizione con la quale gli utenti del Punto di Assistenza Territoriale di Chiaravalle con patologie traumatiche minori, anche se hanno già fatto un esame radiologico, sono costretti a ripassare al Pronto Soccorso di Jesi per avere una valutazione specialistica ortopedica? Come è possibile che si debba riscontrare l’impossibilità di fare ecografie ( ad esempio per una colica renale) presso la diagnostica di Chiaravalle, pur in presenza del macchinario necessario e del medico?
Chiediamo che questi servizi vengano immediatamente ristabiliti per gli utenti che hanno bisogno di questa strutture e per i lavoratori che vi operano con la massima diligenza e professionalità.