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  • Ospedali Riuniti di Ancona, la RSU denuncia: «Reparti allo stremo, servono assunzioni e stabilizzazioni»

La Rappresentanza sindacale unitaria dell'Azienda Ospedaliera Ospedali Riuniti di Ancona ha denunciato, in una lettera aperta rivolta a tutti i dipendenti, le criticità organizzative aggravate dalla quarta ondata Covid e dal mancato confronto tra azienda e sindacati.

La Direzione Aziendale ha affrontato la quarta ondata pandemica gestendola come fossimo ancora in una prima fase di emergenza ricorrendo a strumenti come il blocco delle ferie, senza tenere conto della stanchezza e dello stremo del personale sanitario coinvolto.  

Professionisti, operatori sanitari, e dipendenti tutti sempre più esausti che hanno già più volte rinunciato a riposi e ferie per affrontare responsabilmente le difficoltà di questa pandemia.   

Molti reparti sono in sofferenza di personale a causa di gestioni lacunose e zoppicanti, di scelte mai fatte, non solo a livello aziendale ma soprattutto a livello di politica regionale.   

I dipendenti dell’AOU Ospedali Riuniti sono sottoposti a doppi turni, prestazioni aggiuntive, rientri in servizio che generano un accumulo di straordinari non facilmente recuperabili in termini di riposo, per non parlare dei turni di pronta disponibilità che sono di gran lunga superiori al numero pro-capite mensile assegnato indicato dal dettato contrattuale.  

La mobilitazione del personale per la copertura organizzativa dei reparti covid dedicati pone gli altri reparti ordinari in situazione di sofferenza e il lavoro straordinario non può sopperire alla carenza di organico.   

Le nuove assunzioni attuate a inizio anno sostanzialmente riconfermano gli operatori già in sevizio, ad oggi mancano infermieri, operatori socio-sanitari, ostetriche, tecnici di laboratorio, tecnici di radiologia, fisioterapisti, personale ausiliario e di supporto.   

Fino ad ora, si è ricorso a contratti a termine, di breve durata, che aumentano la precarietà del personale sanitario pronto a trasferirsi verso altre aziende sanitarie fuori delle Marche che assumono con contratti ben più allettanti, e alla cessazione del contratto si vedono costretti a rinunciare alle ferie, all’eccedenze orarie maturate che non vengono né poste in pagamento né, tanto meno, si dà la possibilità di recuperarle.  

Il tutto senza un reale confronto sul piano sindacale con tavoli di trattativa convocati su richiesta della Rsu aziendale e delle organizzazioni sindacali che si riducono a una mera comunicazione informativa ma non forniscono risposte adeguate alle tante richieste inoltrate in questi due anni.  

Si rimane infatti in attesa delle procedure di stabilizzazione non ancora portate a compimento, si stigmatizza la mancata attuazione, nonostante le richieste di una procedura trasparente, di reclutamento tramite la regolamentazione della mobilità dall’esterno.  

È necessario un piano straordinario di assunzioni che potenzi strutturalmente quei vuoti organizzativi creati negli ultimi anni dalla politica del taglio assunzioni al fine di garantire ai cittadini il diritto alla salute i quali hanno visto procrastinarsi la propria “prevenzione”.   

Da troppo tempo, infatti, sono state bloccate le normali prestazioni di esami diagnostici, visite ambulatoriali e interventi chirurgici di bassa e media priorità.  

Per non dimenticare tutte le patologie croniche che sono state lasciate nel limbo.   

«Siamo disponibili come sempre al confronto, ma che non sia come quello attuale che è stato esclusivamente di facciata» conclude Laura Cesari, Coordinatrice RSU.  

Per le suddette motivazioni la RSU aziendale ha deciso di indire una conferenza stampa per il giorno 9 febbraio 2022.  

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