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  • Poste Italiane, Slp Cisl Marche: «Completa privatizzazione annullerebbe il suo ruolo sociale»

Il giorno 20 giugno 2018 ad Ancona si è svolta l’assemblea del personale applicato alla Divisione Mercato Privati nelle Marche. Alla relazione del Segretario Generale della Slp Cisl Marche Dario Dominici è seguito un dibattito vivace e brillante degli oltre 150 partecipanti, espressione delle diverse professionalità presenti negli uffici postali: Sportellisti, Consulenti e Direttori.

«La prima preoccupazione rimane la possibilità ancora non completamente scongiurata del completo collocamento in borsa di Poste. La completa privatizzazione non farebbe altro che annullare il ruolo sociale sin qui svolto dalla azienda in ogni angolo del Paese, oltre che cancellare completamente quelle caratteristiche di sicurezza tanto apprezzate dalla clientela che ogni giorno entra, con massima fiducia, negli uffici -  esordisce Dominici -. Massima soddisfazione per la recente sottoscrizione dell’accordo sulle politiche attive del lavoro, che produrrà i suoi effetti anche nel prossimo biennio 2019-2020; ma rimane indispensabile prevedere, da subito, nuovi ingressi in ambito Mercato Privati per riequilibrare i livelli gestionali e non compromettere la qualità del servizio offerto ai cittadini e ai clienti. La mancata gestione del turn-over ormai non consente la regolare apertura degli uffici, che nel periodo estivo saranno interessati da un pesante piano di razionalizzazione per complessive 813 giornate di chiusura su 96 uffici (pari a un quarto dei 400 totali) la maggior parte nei mesi di luglio e agosto».

Il responsabile della più rappresentativa organizzazione di categoria sottolinea che al maggior impegno richiesto al personale, determinato dalla inadeguatezza del personale rispetto al modello organizzativo in continua riorganizzazione, si aggiungono crescenti insopportabili pressioni commerciali che «mortificano l’impegno profuso, le competenze e la dignità delle persone; anche attraverso trasferimenti, valutazioni non oggettive e abnorme ricorso ai richiami. Pressioni indebite ed esagerate, continue canvass e piani di azioni commerciali poco si coniugano con le norme a tutela del cliente ed al rispetto dei suoi reali bisogni».

Dominici conclude con un riferimento al rinnovo del CCNL: «Nell’arco del Piano Industriale saremo chiamati a rinnovarne ben due.  Per il personale non dirigente del Gruppo Poste Italiane, oltre a garantire il recupero del potere di acquisto dei salari, speriamo di poter ottenere una non rinviabile rivisitazione dei ruoli e dei relativi livelli inquadramentali capace di riequilibrare la crescente domanda di specializzazione - richiesta dalla azienda e dalle norme, che tutelano la clientela - con il impegno profuso da questa categoria di lavoratori; sulle cui spalle il piano industriale “Deliver 2022” lascia una parte preponderante del consolidamento dei risultati e della crescita dell’Azienda e del Gruppo, in un contesto politico ed economico che rimane difficile».