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  • Poste: presentato il piano di razionalizzazione degli uffici. L'azienda sfugge al confronto sulle criticità nelle Marche

Oggi, 26 settembre,  si è svolto l’incontro a livello territoriale per discutere sugli interventi di ottimizzazione delle rete degli Uffici Postali, dopo l’incontro nazionale dell’8 marzo scorso durante il quale l’azienda ha annunciato un piano di razionalizzazione della rete degli uffici nei maggiori centri urbani a forte concentrazione di offerta rispetto alla domanda.

Tale piano avrebbe consentito la ricollocazione di 480 unità presso gli uffici con maggiore necessità di presidio. Durante l'incontro è stato comunicato l’elenco degli uffici da chiudere secondo le valutazioni aziendali: Ancona suc11 Ancona suc12 e Palombina e il superamento del doppio turno nell’ufficio postale di Matelica.  Per la Cisl Slp Marche, il confronto avrebbe dovuto essere un'occasione per un approfondito esame sui razionali che hanno portato l’azienda ad operare tali scelte. «Sin dalle prime battute - dichiara Dario Dominici, Segretario generale Slp Cisl Marche - abbiamo capito che l’unico nuovo elemento per quanto riguarda le chiusure era che sarebbero state operate esclusivamente in comuni con oltre 100.000 abitanti mentre la soppressione dei turni pomeridiani era giustificata da una pedonabilità (numero dei clienti serviti e conteggio di alcune delle operazioni richieste) ritenuta insufficiente. A nulla sono valse le richieste di approfondimento sia rispetto ai razionali, che al recupero di risorse. Sia rispetto al disequilibrio tra domanda e offerta che sono rimasti appannaggio della azienda.  Abbiamo anche richiesto che l’ufficio di Ancona 10, ancora chiuso dopo la rapina e diviso in più uffici postali del capoluogo, fosse temporaneamente aperto nei locali che eventualmente si fossero liberati e che attualmente ospitano la succursale 12».

Anche su questo argomento la replica della azienda è stata vaga, se non addirittura contraddittoria rispetto ai tempi della contrattualizzazione (non prima del 2020) e della individuazione dei nuovi locali nell'area urbana prossima a quella dove aveva originariamente sede la succursale. Infine la Cisl Slp ha invitato la azienda a valutare bene la situazione di Matelica e di riflettere prima di procedere alla soppressione del turno pomeridiano, evidenziando che il centro si trova all’interno del cratere del sisma e rammentando la funzione sociale di Poste italiane che, in un contesto di ricostruzione molto lento a realizzarsi, non può non tenere conto delle esigenze dei cittadini utenti /clienti di Poste. Chiudere il doppio turno in questione oltre ad avere poco senso rispetto al numero di risorse recuperabili, costituirebbe un grave disagio per i residenti: infatti il primo ufficio aperto nel pomeriggio si verrebbe a trovare ad oltre 20 km di distanza ed è caratterizzato da una orografia del territorio e conseguente viabilità molto scomoda e con tempi di percorrenza lunghi.

Dopo due ore di riunione e senza aver ricevuto alcuna risposta alle questioni poste sul tavolo da parte aziendale, la Cisl Slp ha abbandonato il tavolo evidenziando il proprio disappunto per la superficialità con cui si era pensato di affrontare gli argomenti al’ordine del giorno che creeranno ripercussioni negative per tutti, dagli addetti alla cittadinanza.