La struttura sanitaria di Chiaravalle perde un altro pezzo. La Direzione ospedaliera ha infatti chiesto al direttore di Area vasta l’autorizzazione a ridurre l’attività del punto di primo intervento alle sole sei ore mattutine dalle 8.00 alle 14.00. Solo sei ore di apertura, per un servizio sanitario di primo intervento. La previsione è quella di attivare tale riduzione dal 1 maggio 2016. La motivazione sarebbe la difficoltà a reperire medici e lo scarso utilizzo del servizio nel periodo pomeridiano.
Cgil, Cisl e Uil considerano tale decisione assolutamente negativa nel merito e nel metodo. Non si sono considerati infatti gli effetti del progressivo spostamento degli interventi, comunque numerosi, verso il Pronto Soccorso di Jesi e di Torrette, da sempre in difficoltà e sovraffollati. Appare inoltre inconcepibile che la motivazione per la chiusura di un servizio sanitario debba dipendere dalla carenza di personale. Sembra inoltre del tutto contraria a quanto dichiarato dai nuovi vertici regionali questa modalità di intervento senza nessuna condivisione con le comunità locali.
La rete dell’emergenza doveva essere rivalutata a fine 2016 anche a seguito della riorganizzazione della rete ospedaliera. Oggi invece si cerca di accelerare colpendo una struttura e un territorio. Cgil, Cisl e Uil ritengono che le decisioni debbano essere prese assieme ai territori, valutando attentamente le esigenze delle comunità locali. Senza dubbio è il modo peggiore per avviare la trasformazione della struttura di Chiaravalle che rischia sempre più di diventare uno “scatolone vuoto”.