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  • Rappresentanza e Contrattazione: la sfida della Cisl Marche

P1030327 Si è svolto ieri, mercoledì 3 dicembre ad Urbino il secondo appuntamento formativo per dirigenti e operatori della Cisl delle Marche, all'interno del percorso di formazione 2014-2015 intitolato "Non è più come prima".

Questa seconda tappa è stata dedicata alla rappresentanza, concetto sempre più messo in discussione dalla pratica diffusa di forme di democrazia diretta che interrogano profondamente  il sindacato e il suo modo di esercitare la tutela e la promozione dei lavoratori.

Al Palazzo del Collegio Raffaello dell'Università Carlo Bò sono intervenuti, dialogando con i sindacalisti della Cisl, il prof. Ilvo Diamanti (Università di Urbino) il prof. Peter Sheldon (University of new South Wales – Sydney), Walter Cerfeda dell'Ires Marche e Uliano Stendardi, del Dipartimento contrattazione della Cisl nazionale. Presenti anche alcuni studenti dell'Università di Urbino, ai quali la partecipazione al corso è valsa  l'attribuzione di crediti formativi da parte del Dipartimento di economia, società e politica.

Di rappresentanza come strumento di riconoscimento ed identificazione dei lavoratori ha parlato Ilvo Diamanti, secondo il quale  «in tempo di democrazia ibrida anche il sindacato deve ibridarsi, imparando ad utilizzare tutti i mezzi di comunicazione di cui dispone (piazze, TV e Rete) per continuare ad essere un luogo in cui i lavoratori si incontrano e si conoscono, ricostruendo relazioni dirette insieme a quella  fiducia che da senso alla vita delle persone».

«Oggi è il concetto generale di rappresentanza ad essere sfidato: la pratica sempre più diffusa di forme di democrazia diretta, l’appeal plebiscitario, la sfiducia crescente verso le agenzie di rappresentanza e la funzione delle forze sociali rendono difficile capire quale sarà il campo da gioco della partita democratica da qui in avanti – afferma Stefano Mastrovincenzo, segretario generale Cisl Marche - dobbiamo fare i conti con crescenti criticità a partire dal lavoro, sempre più difficile da promuovere e rappresentare in una realtà incerta e turbolenta.”

Per questo – prosegue Mastrovincenzo -  siamo impegnati a  sviluppare una formazione che accompagni in maniera costante e continua la nostra azione sindacale; in tempi così complessi per il nostro paese e per il sistema produttivo, il dialogo sociale va rafforzato e non sminuito; vogliamo aumentare e qualificare la contrattazione, a partire da quella di secondo livello, non solo come strumento difensivo di gestione delle tante crisi, ma soprattutto come luogo di individuazione e condivisione di obiettivi, dalla qualità e produttività del lavoro alla promozione di tutele e nuova occupazione.»

Peter Sheldon ha raccontato alcune esperienze sindacali del mondo anglosassone relative ad un mercato del lavoro per alcuni versi simile a quello italiano, caratterizzato dalla presenza di ampi fasce trasversali di lavoratori con scarse o scarsissime tutele (immigrati, impiegati, lavoratori autonomi e freelenace) raggiungere i quali per il sindacato è difficile e costoso. Ne sono derivati spunti interessanti per riposizionare l'azione sindacale della Cisl.

Walter Cerfeda, dell'Ires Marche, ha approfondito il tema della contrattazione specificando la necessità che l'impresa torni ad essere luogo di accumulazione di ricchezza, presupposto necessario per la crescita. «Se vogliamo far ripartire la contrattazione territoriale - ha sostenuto Cerfeda - è necessario ricostruire il territorio, coinvolgendo tutti i soggetti che lo abitano. Le istituzioni, gli istituti bancari, che devono destinare risorse a famiglie ed imprese, quelli culturali (Università) che devono lavorare nell'ottica del trasferimento tecnologico alle imprese per aiutarle a produrre innovazione e recuperare competitività».

Di una contrattazione contestualizzata, quasi fino a diventare personalizzata, ha invece parlato Uliano Stendardi, che ha sottolineato come il primo compito del sindacalista è quello di conoscere. «Se ad esempio si contratta welfare aziendale - ha affermato Stendardi - è decisivo conoscere la propria base sociale, i lavoratori e i loro bisogni per costruire le prestazioni più adatte. Per questo però serve anche una formazione congiunta per lavoratori e management dell'impresa, in grado di costruire un linguaggio comune necessario per la contrattazione».

Filo conduttore di questi ultimi due interventi è la necessità di una corresponsabilizzazione reciproca tra impresa e lavoro, sempre più chiamati a stipulare un patto di convergenza su obiettivi comuni, in cui la contrattazione diventi continua, capace di anticipare i problemi, nella logica della costruzione di reti negoziali diffuse.

Durante l'incontro sono stati illustrati anche alcune buone pratiche di contrattazione aziendale sul territorio marchigiano,relative all'esperienza delle Categorie Fisascat (commercio e servizi) e Fim (metalmeccanici).

Il prossimo appuntamento è previsto a Camerino, per il 3 febbraio 2015, dove si parlerà di sviluppo e territorio.