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  • Ridurre le liste d'attesa governando l'intramoenia

imagesLe liste d’attesa per visite e prestazioni specialistiche sono un problema annoso della sanità italiana e regionale. Per risolverlo è necessario eliminare le distorsioni organizzative che comportano incredibili differenze tra i tempi d’attesa per le prestazioni erogate in regime istituzionale rispetto a quelle in libera professione.

Per il Segretario della Cisl Marche Sauro Rossi “il punto di svolta sta nel rendere effettivamente esigibile il rispetto della normativa nazionale che impone il divieto di erogare in regime di libera professione più del 50% del totale delle prestazioni effettuate. Questo vincolo, a nostro avviso, andrebbe riferito non all’Azienda – Ente, bensì ad ogni singolo professionista che opera al suo interno, per evitare che quelli di maggiore prestigio “scarichino” prestazioni pubbliche sui loro assistenti, riservando per se stessi quelle in regime di libera professione”.

Bene le azioni di cui parla il Direttore del Servizio Salute Piero Ciccarelli nell’intervista di oggi, specie sull’appropriatezza e sull’aumento dell’offerta di prestazioni. Sul primo dei due punti è necessario, in sede di accordi collettivi nazionali e regionali, vincolare i medici di medicina generale convenzionati ad una maggiore collaborazione e responsabilità in fase di prescrizione.

Però serve anche altro. E’ necessario procedere da subito con una rilevazione precisa ed attendibile dei tempi d’attesa per le prestazioni più critiche, tema sul quale finora la Regione si è rivelata inefficiente. La mancanza di dati oggettivi è stata infatti alla base della mancata attuazione del precedente piano di governo (Delibera di Giunta regionale n. 1040 del 2011).

Per il Segretario generale dei Pensionati Cisl Marche Mario Canale “la regolamentazione dell’intramoenia (prestazioni in regime di libera professione erogate da professionisti dipendenti del Servizio Sanitario Regionale) è la vera chiave di volta per risolvere una situazione che pregiudica scandalosamente i diritti dei cittadini in particolare pensionati, troppo spesso costretti a rivolgersi alle cure private con costi che, specie in questo momento di crisi, sono diventati insostenibili. Tanto che, come dimostrano recenti ricerche, molti rinunciano a curarsi, con conseguenze gravi sulla loro salute e con successivo aggravio di costi sul Servizio Sanitario”.

Su questi aspetti il Sindacato è pronto a confrontarsi in seno al gruppo di lavoro che affiancherà il tavolo tecnico, istituito dalla Delibera di Giunta regionale n. 1 del 2014 (il nuovo Piano di governo delle liste d’attesa per la specialistica ambulatoriale) e ribadito dal Protocollo programmatico Regione - Sindacati firmato lunedì scorso.