Sciopero per 24 ore venerdì 11 maggio dei lavoratori portuali e marittimi in tutti porti d'Italia, contro la crescente diffusione dall'autoproduzione, tramite la quale le compagnie fanno svolgere ai marittimi le operazioni di rizzaggio e derizzaggio dei carichi a bordo delle navi - attività che invece competerebbe ai lavoratori delle compagnie portuali - per risparmiare tempo e costo della mano d'opera a terra.
La mobilitazione indetta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ad Ancona nasce «per sensibilizzare le istituzioni che – spiega Roberto Ascani, Segretario generale della Fit Cisl Marche - non ci hanno mai ascoltato». I sindacati incontreranno alle 12 il Prefetto per esporre le problematiche dei lavoratori.
Negli ultimi tempi il verificarsi di casi di autoproduzione nei porti italiani è sempre più frequente: «Anche ad a Ancona, ci sono stati ancora dei timidi tentativi. La pratica dell'autoproduzione è prevista per legge solo nel caso in cui in uno scalo non siano presenti lavoratori portuali in grado di svolgerla e sempre previa autorizzazione di Autorità di Sistema Portuale e Capitaneria di Porto, ma ormai si verificano in altri porti parecchi casi al giorno senza nessuna preventiva richiesta alle autorità competenti».
I rischi riguardano la sicurezza: «I marittimi non sono formati per questo tipo di intervento, che viene svolto spesso durante i turni di riposo e senza remunerazione – prosegue Ascani -. Con l'autoproduzione si sottrae lavoro ai portuali i cui livelli occupazionali sono già minacciati dalla crescente automazione dei terminal. Chiederemo prestissimo – conclude il Segretario generale della Fit Cisl Marche - un incontro alle associazioni di terminalisti e armatori, con l'Autorità di Sistema Portuale come garante, per poter sancire un patto di correttezza e di rispetto delle regole contrattuali e legislative».