In un contesto di forte recessione dei consumi quale effetto di una crisi che non lascia alternative al taglio dei bilanci familiari in tutte le voci che non sono indispensabili, molte aziende della grande distribuzione hanno deciso di aprire i battenti a Pasquetta e nel giorno in cui tutti gli italiani festeggiano la Liberazione!
E’ una scelta assunta in totale autonomia nonostante le regole che governano le relazioni tra sindacato e aziende prevedano un confronto preventivo per definire l’organizzazione del lavoro, ed in particolare le aperture straordinarie, i presidi e gli orari di lavoro.
Una scelta contro la quale si sono schierati anche i Vescovi marchigiani, attraverso il Presidente della CEM (Conferenza Episcopale Marchigiana) Mons. Luigi Conti, chiamato direttamente in causa dalla Cisl delle Marche. .
La decisione di allargare le aperture festive anche a Pasquetta stona peraltro con i tanti accordi sottoscritti con diverse aziende del settore per evitare tagli all’ occupazione e governare - anche attraverso una organizzazione del lavoro più flessibile e la riduzione del trattamento economico delle prestazioni festive - l’aumento dei costi.
Riteniamo la scelta della grande distribuzione condannabile perché miope e non lungimirante. Ridurre le politiche commerciali al mero ampliamento delle aperture domenicali e festive è infatti sbagliato e improduttivo di effetti. In un contesto dove non sono le occasioni di acquisto a mancare, ma le risorse economiche di tante famiglie pesantemente colpite dalla crisi, la decisione di aprire i battenti nelle due festività di aprile rischia di configurarsi come una dimostrazione di scarsa sensibilità nei confronti dei lavoratori del settore che hanno condiviso i tanti accordi di cassa integrazione, di solidarietà o di rivisitazione della organizzazione del lavoro e di chi gli acquisti non può farli neanche nei giorni feriali.
Le tante forzature fatte dai responsabili aziendali per ottenere la disponibilità dei lavoratori a prestare la propria attività nelle festività costituisce peraltro una violazione del contratto nazionale di lavoro che prevede la facoltatività della prestazione lavorativa in tutte le festività nazionali.
Per queste ragioni le Categorie dei lavoratori del commercio di Cgil Cisl e Uil (Filcams, Fisascat e Uiltucs) proclamano lo stato di agitazione con il blocco di tutte le prestazioni festive su tutto il territorio regionale ed effettueranno volantinaggi per sensibilizzare i consumatori ed invitarli ad effettuare i loro acquisti in altre giornate.