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  • 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne Per un mondo libero dalla violenza sulle donne CGIL CISL UIL Marche al fianco delle donne iraniane e afghane: donne vita e libertà - “jin, jiyan azadî”

Donne. Vita. Libertà. Lo slogan delle donne curde rivoluzionarie che risuona ogni giorno nelle manifestazioni di protesta in Iran ha riecheggiato anche nella nostra regione. Nonostante la censura iraniana, non si è arrestata l’onda di solidarietà da tutto il mondo, a seguito del femminicidio di Mahsa Ahmini.

 «E ‘importante continuare a tenere i riflettori accesi sulla condizione femminile in tutto il mondo. -affermano Loredana Longhin, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, Segretarie regionali di CGIL, CISL, UIL - Il sentore che abbiamo è che ci sia un arretramento che colpisce le donne ovunque e la storia delle donne afghane e iraniane. Quello che accade altrove non ci deve lasciare indifferenti, ma ci deve insegnare che dobbiamo vigilare sempre su diritti e libertà.» 

La donna è da sempre il fulcro del cambiamento, la sua vita e la sua libertà è la vita e la libertà per tutti, come dimostra il fatto che in Iran la protesta delle donne ha da subito trovato la solidarietà degli uomini e insieme chiedono non solo l’abolizione dell’obbligatorietà dell’hijab, ma anche di vivere sotto un diverso sistema di governo che rispetti i diritti fondamentali della persona. Le generazioni che manifestano a partire da quelle piazze e poi in tutto il mondo sono un movimento contro la cultura patriarcale di oppressione, per il diritto di scelta e di autodeterminazione di donne e uomini che riesce a raccogliere la solidarietà di tutti e che parla a tutti.

Secondo Loredana Longhin, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli «Il controllo sul corpo delle donne cammina di pari passo con la violazione di altri diritti e libertà, compresi quelli del lavoro e sindacali. Lontana dall’essere una celebrazione rituale, questa giornata deve farci riflettere sulla condizione femminile in ogni parte del mondo, anche in Italia e nelle Marche.»

I dati diffusi dalla Regione evidenziano che le richieste ai Centri Antiviolenza delle Marche sono aumentate: 663 donne si sono rivolte ai CAV, 180 in più rispetto al 2020 a testimoniare l’emergenza del fenomeno, come purtroppo hanno evidenziato anche i recenti femminicidi avvenuti ad Osimo e a Fano. Certo va riconosciuto che, rispetto al passato, la capillarità dei CAV e la diffusione delle campagne antiviolenza hanno favorito l’emersione di un fenomeno in passato spesso nascosto. Delle donne che si sono rivolte ai CAV marchigiani 489 sono italiane, 174 straniere e la fascia d’età più esposta è quella che va dai 30 ai 50 anni, donne adulte in maggioranza coniugate o unite civilmente e proprio entro le mura domestiche si sviluppa la maggioranza delle violenze.

«Il consolidamento della RETE ANTIVIOLENZA territoriale, di cui anche CGIL CISL UIL sono parte attiva, è più che mai una priorità per accogliere e tutelare le donne e per prevenire la violenza» sottolineano Loredana Longhin, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli

Le donne vittime di violenza chiedono ascolto, consulenza psicologica e legale, orientamento, accompagnamento e sostegno all’autonomia per cui alloggio e lavoro sono fondamentali.

Proprio il lavoro deve essere il fattore principale di emancipazione, di libertà e di valorizzazione per le donne, mentre spesso purtroppo nel lavoro si consumano forme di violenza o di esclusione. 170000 donne disoccupate, 167000 donne inattive, 759 lavoratrici madri che hanno lasciato il posto di lavoro in un anno, 51,1% delle donne part time e 23,2 a tempo determinato, 14.279 € retribuzione media lorda annua delle donne a fronte dei 18.109 € di retribuzione media lorda annua degli uomini sono dati che ci testimoniano come ancora troppe donne nelle Marche siano escluse dal mondo del lavoro o lavorino in condizione di precarietà, con bassi salari, con scarse tutele. E troppe donne ancora nei luoghi di lavoro subiscono discriminazioni, ricatti, molestie, svalorizzazione e marginalizzazione, disparità salariale e nei percorsi di carriera.

Fenomeni da combattere con energia affermando nei luoghi di lavoro e nelle nostre comunità una cultura delle pari opportunità e del valore.

«Per questo oggi  - concludono - rilanciamo il nostro impegno a tutela dei diritti delle donne e del lavoro delle donne per la protezione, la prevenzione, la lotta alla violenza e alle discriminazioni con l’assistenza, la formazione e la sensibilizzazione culturale, perché il lavoro deve promuovere per tutte e tutti VITA e LIBERTÀ”.