I numeri sulle diseguaglianze di genere, a partire dal divario salariale in Italia e in Europa sono ancora insopportabili. Secondo l’Eurostat, la differenza di retribuzione tra uomini e donne nell’UE è del 16%. Nel caso delle pensioni, le cifre aumentano fino al 37%.
In Italia, l’accesso al mondo del lavoro per le donne è del 53%, di 15 punti sotto la media europea. Solo la Grecia fa peggio di noi, con il suo 49%. Una vera e propria emergenza, basata su discriminazioni ingiustificate, che avrebbe potuto essere contenuta da misure concrete. Almeno per ora, però, la questione sulla parità di salario dovrà aspettare.
Anche nelle Marche le diseguaglianze di genere sono ancora troppo pesanti: nei livelli di inquadramento, nei percorsi di avanzamento di carriera e soprattutto nelle retribuzioni.
Le lavoratrici marchigiane, oltre ad avere retribuzioni piuttosto inferiori alla media nazionale (1.983 euro lordi annui in meno), percepiscono in media 7.111 euro lordi annui meno degli uomini. Le retribuzioni medie lorde annue dei lavoratori ammontano a 22.235 euro, a fronte dei 15.219 euro delle lavoratrici: quest’ultime, dunque percepiscono il 31,6% in meno dei loro colleghi maschi.
Naturalmente queste differenze sono condizionate anche dal maggior utilizzo per le lavoratrici del part time, spesso involontario e sempre più dilagante, piuttosto che dei contratti a termine, cosi come una maggior presenza di donne nei lavori e settori più poveri. Ma l’incidenza di contratti precari o a tempo parziale giustifica solo in parte il divario retributivo tra uomini e donne.
Peraltro, salari più bassi significa basse pensioni, quando già oggi le pensionate marchigiane percepiscono una pensione media lorda mensile di 683 euro, ben al di sotto di quella percepita degli uomini, una differenza che per le pensionate ex lavoratrici dipendenti arriva a − 628 euro mensili.
«Questo significa che c’è ancora tanta strada da fare per vedere un mondo in cui il lavoro di donne e uomini possa essere misurato con gli stessi numeri ma soprattutto un mondo in cui il lavoro, il valore, le competenze, l’impegno e i risultati raggiunti dalle donne possa avere il giusto riconoscimento» . dichiarano Daniela Barbaresi, Cristiana Ilari e Claudia Mazzucchelli, Segretarie regionali di CGIL, CISL, UIL.
«E allora, questa Giornata internazionale della donna, che a causa della diffusione del Coronavirus non potrà caratterizzarsi con eventi e iniziative, vogliamo dedicarla a Sara Caucci e Laura Di Sante, le giovani ricercatrici del centro di virologia dell’ospedale regionale di Torrette di Ancona che sono riuscite a isolare il virus.
Giovani studiose, con elevate competenze e professionalità, ma che come tante altre lavoratrici si misurano con la precarietà del lavoro e senza garanzie di un futuro certo. A Sara, Laura, a tutte le lavoratrici, a tutte noi, buon 8 marzo! ».