«Nelle ultime settimane, a ridosso del MICAM, abbiamo assistito a diversi interventi di imprenditori e associazioni datoriali in merito alla situazione che sta attraversando il settore della moda, con particolare attenzione al comparto delle calzature. - scrivono in una nota stampa Filctem Cgil Fermo - Femca Cisl Marche - Sono state diverse le richieste di aiuto per le imprese, dalla defiscalizzazione, all’abbattimento del costo del lavoro, fino al dibattito sulla Zes. Purtroppo abbiamo avuto l’impressione che, ancora una volta, si stia tentando di affrontare una crisi con strumenti capaci di tamponare le difficoltà contingenti ma non di risolvere i problemi strutturali del nostro tessuto produttivo manifatturiero, il quale, che come sindacato abbiamo evidenziato, mostra preoccupanti dati sull’export con un calo del 12,4% nel primo semestre dell’anno.»
«Con questo intervento vorremmo spostare l’attenzione sulla complessità del sistema calzaturiero e soprattutto sul ruolo imprescindibile delle lavoratrici e dei lavoratori. - proseguono i sindacati di categoria - Oggi più che mai è necessario costruire un nuovo paradigma produttivo capace di dare soluzioni strutturali e non parziali. La provincia di Fermo poggia la propria produzione manifatturiera sul sistema calzaturiero. Un sistema divenuto importante grazie ad una fitta rete di piccole e micro imprese diffuse in tutto il territorio. Purtroppo tale sistema non riesce più ad avere un ruolo all’interno di un contesto globale integrato, che richiede nuove sfide: innovazione tecnologica, internazionalizzazione, diversificazione dei mercati di riferimento. Sfide che le imprese da sole non sono in grado di affrontare, in particolare le innumerevoli piccole e piccolissime, quindi è necessario un lavoro integrato tra università e territorio, un rafforzamento del Fermo tenconlogy lab quale strumento a disposizione di tutto il tessuto produttivo fermano.»
«Puntare quindi sull’unione e sulla collaborazione integrata fra le imprese del territorio rilanciando i tavoli di confronto presenti sul territorio regionale e provinciale per fare sintesi tra le parti sociali ed uscire dai campanilismi, oggi più che mai inutili, affrontando le sfide con una voce univoca del territorio, puntando anche sulla formazione, sul rafforzamento della filiera e trasformando in opportunità gli investimenti che le griffe della moda hanno fatto nel nostro territorio. - rilanciano - Innanzitutto è importante uscire dalla dinamica competitiva tra aziende locali per “accaparrarsi nuovi clienti”, anziché alimentare dinamiche di produzione a ribasso, servirebbe costituire una catena di valore nella produzione che passi per la qualità del prodotto e il rispetto dei diritti; vincolare su queste basi la dinamica di filiera. Mettere al centro le competenze e le capacità che il nostro territorio offre significa ridefinire il perimetro del settore. La difficile congiuntura economico/produttiva che stiamo attraversando, anche a causa di un quadro geopolitico complesso, ci impone una doppia sfida: difendere i posti di lavoro, evitare chiusure e licenziamenti attraverso strumenti di supporto per imprese e lavoratori, in primis attraverso il rafforzamento degli ammortizzatori sociali; al contempo è urgente rafforzare il distretto attuando strategie di ampio respiro.»
«Vanno immediatamente modernizzate le dinamiche produttive e di marketing; serve potenziare le infrastrutture e rendere il territorio appetibile per nuovi investimenti; va costituita una forte filiera dei diritti che faccia delle Marche il distretto della legalità; va rafforzata la cultura della salute e della sicurezza; vanno contrastate le forme di dumping contrattuale anche rafforzando la contrattazione di secondo livello per favorire la redistribuzione della ricchezza prodotta più che mai necessaria vista la media delle retribuzioni che, nella provincia di Fermo, registra i dati più bassi nella regione e ben al di sotto delle media nazionale. -sottolineano e concludono - Infine siamo assolutamente convinti che l’innovazione passa anche attraverso il protagonismo delle lavoratrici e dei lavoratori nei luoghi di lavoro, a partire dal ruolo fondamentale delle RSU. Su queste basi siamo pronti a confrontarci con le imprese al fine di difendere e rilanciare il nostro distretto.»