• Home/
  • Bilancio 2011 degli enti locali: "in primo piano i servizi alla persona e il sostegno al lavoro"

Mercoledì 10 novembre, nella sede Cisl di Pesaro (via Porta Rimini, 11), si è svolta una conferenza stampa di Cgil, Cil e Uil per presentare il documento unitario sul bilancio degli Enti locali relativo al 2011. Sauro Rossi, segretario provinciale Cisl e i segretari di Cgil e Uil hanno illustrato gli aspetti più importanti del documento.
  "La predisposizione dei bilanci preventivi degli Enti Locali per il 2011 è fortemente condizionata dalla particolare situazione economica del Paese e dalla recente introduzione di provvedimenti normativi e finanziari che influenzeranno pesantemente le scelte delle Amministrazioni. Anche i nostri territori sono ancora coinvolti dalla profonda crisi economica che ha determinato una caduta della produzione, la chiusura di diverse imprese, un aumento della disoccupazione e della cassa integrazione; i recenti timidi segnali di ripresa nella produzione non consentono di recuperare le posizioni perdute e tanto meno di generare tangibili effetti positivi sull’occupazione. La crisi ha generato nuove situazioni di disagio sociale, in particolare per chi ha perso il lavoro, e ne ha acuite altre, come la disoccupazione giovanile e femminile, la condizione delle famiglie immigrate, e la riduzione del potere d’acquisto dei redditi dei lavoratori e dei pensionati. Il tessuto economico locale, oltre la crisi, risente anche dei processi d’internazionalizzazione dell’economia, con le nuove opportunità che si creano ma soprattutto con le nuove sfide competitive a cui far fronte. La recente manovra finanziaria del Governo, attuata con il Decreto Legge 78/10 (convertito con la Legge 122/10), ha introdotto tagli e vincoli particolarmente pesanti nei confronti del sistema delle Autonomie Locali, che incideranno profondamente sulle scelte delle Amministrazioni, a partire dai bilanci preventivi 2011. Crisi economica, globalizzazione e manovra finanziaria stanno mettendo a dura prova il sistema economico e sociale, che ha trovato negli ultimi decenni nel lavoro diffuso e nella coesione sociale i suoi punti di forza, che hanno permesso a questa provincia di essere fra le prime in Italia in termini di benessere. Il nostro territorio è chiamato a rispondere a queste nuove sfide, consapevoli che è impossibile governare territorialmente le dinamiche più generali, ma che molto dipende da come le forze locali (istituzionali, civili e sociali) sono in grado di reagire, valorizzando le proprie potenzialità e i propri punti di forza. Sul piano delle scelte strategiche, come organizzazioni sindacali abbiamo colto la sollecitazione dell’Amministrazione Provinciale di misurarci su un progetto a medio-lungo termine (“Provincia 2020”) e stiamo contribuendo alla discussione che si è avviata, avendo predisposto al riguardo un documento specifico contenente alcune elaborazioni tematiche. Questo livello di confronto e gli obiettivi che assieme, anche come parti sociali, ci si augura di condividere (incentrato sui temi della coesione sociale, del nuovo modello di sviluppo, della sostenibilità sociale ed ambientale delle politiche locali, dell’assetto delle infrastrutture materiali e immateriali), può rappresentare la cornice entro cui collocare le scelte, Amministrative e non solo, più immediate, ad iniziare dalla programmazione di bilancio per i prossimi anni. Priorità delle scelte Il contesto di riferimento costringerà le Amministrazioni ad assumere scelte difficili in rapporto alle necessità di rispondere alle esigenze di governo di una comunità, ma queste scelte dovranno essere ispirate da un preciso ordine di priorità. Le priorità da assumere, considerando le specifiche funzioni e titolarità delle Amministrazioni locali, a nostro avviso dovranno essere i servizi alla persona ed il sostegno al lavoro, come elementi decisivi per garantire, anche in futuro, la coesione del territorio. La stessa Regione Marche individua queste due priorità nei suoi deliberati. Altrettanta attenzione va posta nell’assumere il vincolo dell’equità, per garantire che le ricadute delle scelte siano socialmente sostenibili e ripartite in ragione delle diverse possibilità economiche dei cittadini.    Misure anticrisi Rimanendo alto il numero di lavoratori colpiti dalla crisi ed essendosi ulteriormente aggravate le condizioni economiche di molte famiglie, è importante dare continuità ed estendere le misure anticrisi attivate nell’anno in corso (orientate a sostenere le famiglie in difficoltà nel pagamento delle utenze, degli affitti, delle rette) previa verifica della loro efficacia e congruità. Politiche sociali Il livello di coesione sociale e di benessere che caratterizza la nostra provincia è determinata prima di tutto dalla diffusione di una rete di servizi sociali che ha sostenuto le famiglie, ma anche il sistema economico locale. L’obiettivo è di salvaguardare l’attuale livello dei servizi erogati, garantendo le necessarie risorse umane e finanziarie, non rinunciando ad adeguare l’offerta a quelle che sono le diverse dinamiche della domanda e del bisogno e non trascurando gli interventi volti a promuovere e riconoscere gli sforzi sostenuti dalle famiglie. A questo obiettivo vanno orientate anche le politiche del personale, all’interno dei draconiani vincoli posti dalla manovra finanziaria. Il confronto con le Amministrazioni deve rappresentare anche l’occasione per una verifica sugli interventi avviati a favore delle persone non autosufficienti e sul modo in cui le recenti deliberazioni regionali (assegni di cura, sad, residenzialità) abbiano trovato riscontro nelle singole realtà comunali e di Ambito sociale. Riorganizzazione dei servizi ed esternalizzazioni La gestione dei servizi può comportare anche un confronto sui modelli organizzativi e sulle forme di gestione, in particolare nelle situazioni in cui esistono o possono introdursi forme d’esternalizzazione: la posizione del sindacato è che questi processi devono vedere affidati al pubblico il ruolo di programmazione, determinazione delle condizioni qualitative del servizio e delle modalità d’accesso, nonché nel quadro di un rapporto con il privato (in particolare il privato sociale) teso essenzialmente ad integrare l’offerta attuale, un ruolo diretto nella gestione.  Il raccordo tra pubblico e privato deve prendere forma sulla base di condizioni precise, che prevedano fra l’altro il vincolo del rispetto delle norme di legge e contrattuali sul lavoro e sulla sicurezza. Il protocollo sugli appalti dei servizi, sottoscritto tra le oo.ss., le associazioni cooperative e delle imprese, con i Comuni dell’Ambito sociale n.1, e successivamente portato all’attenzione della Conferenza provinciale delle Autonomie, rappresenta un riferimento da estendere nella sua applicazione. Politiche tariffarie Si accentua ulteriormente l’esigenza di adottare politiche tariffarie adeguate a sostenere i redditi delle famiglie, in particolare quelle meno abbienti e quelle colpite dalla crisi.  In particolare si richiede che la dinamica tariffaria non sia superiore a quella inflattiva e che vada estesa ulteriormente l’applicazione dell’Isee alle tariffe dei servizi a domanda individuale. Una oculata gestione dell’Isee può anche garantire un gettito aggiuntivo necessario a permettere su basi di equità una gestione economicamente più equilibrata dei servizi. Politiche del personale Considerando i vincoli posti dalla manovra finanziaria sul personale, per quanto concerne i tetti di spesa, il tour over e i contratti flessibili (diversi per le Amministrazioni rientranti nel patto di stabilità e le altre), vincoli che mettono seriamente in discussione la possibilità di garantire una adeguata erogazione dei servizi e la funzionalità dell’Amministrazione, è necessario che la negoziazione con le Rsu e con le categorie sindacali sulle politiche del personale non sia penalizzante per i lavoratori e che tutte le opportunità consentite vengano utilizzate per consentire il funzionamento dei servizi, la stabilizzazione dei lavoratori precari, salvaguardia dei percorsi professionali e la gestione della produttività. Politiche tributarie Le attuali norme nazionali, tutt’altro che “federaliste”, pongono seri vincoli all’autonomia amministrativa in materia tributaria, a iniziare da quelli posti alle addizionali ed alle aliquote Irpef e Ici. La principale azione in grado di produrre immediatamente introiti aggiuntivi è il recupero dell’evasione e dell’elusione fiscale relativi ai tributi comunali, ad iniziare dall’Ici (anche attraverso la riclassificazione degli immobili in base all’art……), la Tarsu, …. Nell’attività sino ad ora condotta esiste uno scarto notevole, in termini di recupero dell’evasione, tra le amministrazioni che hanno attivato adeguate misure e le altre. E altrettanto necessario che le Amministrazioni si organizzino, singolarmente o in forma associata, per adempiere gli atti previsti dall’art.16 del d.l.78/10, ad iniziare dalla costituzione del Consiglio tributario, in attesa che i prevista atti dell’Agenzia delle entrate possano permettere l’avvio dell’attività di contrasto all’evasione. Le incongruenze della norma sono evidenti, a iniziare dal non considerare la mancanza di personale e di strumenti a disposizione dei Comuni per farsi carico dei nuovi adempimenti; per questa ragione a nostro avviso è necessario organizzare questa nuova attività a livello sovra comunale. Esercizio associato delle funzioni e gestione associata dei servizi. Da tempo le oo.ss. sollecitano un processo associativo fra le Amministrazioni finalizzato alla gestione associata dei servizi e delle funzioni. In questi anni abbiamo assistito nella provincia ad esperienze condotte con esiti diversi, con situazioni positive che si sono consolidate e sviluppati e casi di segno opposto. Le nuove condizioni finanziarie delle Amministrazioni, che impongono scelte anche radicali, e le disposizioni previste nell’art. 14 del d.l. 78/10, richiedono a tutte le Amministrazioni, anche quelle con popolazione superiore ai 5000 abitanti, una rinnovata capacità di lavorare su progetti aggregativi, nelle forme e con gli strumenti previste dalla normativa (Unioni dei Comuni, Uffici comuni e convenzioni, Comunità Montane, Ambiti sociali). Le oo.ss. propongono l’avvio immediato di una fase progettuale, coordinata dalla Conferenza provinciale delle Autonomie, in raccordo con la Regione Marche (anche in relazione alle prerogative che la norma gli riconosce, in particolare in materia di determinazione della dimensione territoriale ottimale) finalizzata ad individuare gli ambiti territoriali, le forme associative, le funzioni, i servizi, le risorse per avviare concretamente questo percorso. Sulla base di questa impostazione, Cgil-Cisl-Uil territoriali, di concerto con le rispettive federazioni dei pensionati, richiedono a tutte le Amministrazioni comunali della provincia, alle Comunità Montane, alle Unioni dei Comuni, ed alla stessa Amministrazione provinciale, l’avvio di una fase di confronto preventivo, finalizzato a conoscere gli orientamenti delle Amministrazioni su questi argomenti e ad individuare auspicabili punti di condivisione sulle scelte che si dovranno assumere".