La Cisl di Fano Pesaro Urbino plaude all’azione delle forze dell’ordine e degli organi ispettivi preposti che ha sgominato il deprecabile fenomeno dello sfruttamento e del caporalato nel settore della distribuzione del materiale pubblicitario. Già nei mesi scorsi avevamo pubblicamente denunciato questo grave fenomeno capillarmente presente nel nostro territorio.
La Cisl è sempre attenta al rispetto delle condizioni lavorative dei lavoratori soprattutto in settori a maggior rischio di sfruttamento, chiede di continuare in questa azione di contrasto: occorre continuare a mantenere alta la guardia perché sono ancora troppe le sacche di sfruttamento.
La Cisl ritiene che il lavoro nero e grigio si contrasta con l’azione degli organi ispettivi, ma anche rafforzando la contrattazione sociale territoriale, antidoto all’illegalità e importante strumento per evitare in alcuni settori più frammentati il mancato rispetto degli obblighi contrattuali e retributivi. L’esperienza decennale nel settore dell’edilizia ne è la prova.
Area delicata è quella degli appalti e del subappalto, dove il meccanismo del massimo ribasso si ripercuote sulla qualità dell’opera, con l’inevitabile abbandono della ditta e quindi il classico cantiere incompiuto, che, ovviamente, sul mancato rispetto dei diritti contrattuali e retributivi del lavoratori.
Il fenomeno dell’appalto al massimo ribasso si sta estendendo anche in settori sino ad oggi non interessati: si crea dumping contrattuale nei confronti dei lavoratori, costretti pertanto ad accettare retribuzioni più basse, e verso le imprese, che subiscono concorrenza sleale per il più basso costo del lavoro.
Chiediamo anche ai Comuni di affidare alcune tipologie di servizi (accompagnamento scuolabus, custodia beni pubblici come parcheggi e centri civici) utilizzando il meccanismo dell’affidamento diretto sotto soglia a imprese e cooperative del luogo, evitando di affidare in modo improprio i servizi.
Cogliamo questa occasione per invitare gli organi ispettivi ad una forte azione di contrasto e verifica del rispetto delle regole nel caso del contratto a chiamata, che diventa uno strumento per coprire lavoro irregolare.
Sarebbe opportuno che le parti datoriali coglierselo questa occasione per avviare una riflessione comune che determini azioni di contrasto all’irregolarità e allo sfruttamento dei lavoratori e che favorisca la diffusione di un lavoro retribuito e rispettoso della dignità dei lavoratori.