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  • Coronavirus: al via la campagna di tamponamento del personale all'ospedale di Fermo. Cisl Fp: «Troppi ritardi ed errori»

 

La Direzione di Area Vasta 4 e l'Unità di Crisi hanno dato il via ad una campagna di tamponamento per tutto il personale sanitario dell'ospedale Murri di Fermo per verificare i casi di Covid 19. La decisione è arrivata dopo settimane di inviti e sollecitazioni in tal senso, restati a lungo colpevolmente inascoltati. Per la Cisl Fp, l'avvio della campagna è un primo passo, ma non basta: il tampone andrà fatto a tutti i dipendenti.

 

Il numero di operatori sanitari dell'AV4 risultati contagiati è eccessivo e va ben oltre il trend regionale: «È l'evidenza indiscutibile che molte scelte fatte sono state sbagliate - dichiara Giuseppe Donati, Segretario regionale della Cisl Fp Marche -. Ci hanno rimesso quasi 100 operatori ufficialmente contagiati, compreso, purtroppo, un infermiere ancora intubato in Rianimazione a San Benedetto del Tronto. Ma quanti sono positivi e non lo sanno?».

A un mese dall'esplosione della crisi, Donati esprime alcune considerazioni, da sviluppare e approfondire - avverte - ad emergenza terminata: «Le decine di corsi di formazione obbligatoria per il personale della sanità sulla gestione delle maxiemergenze e sulla prevenzione del rischio clinico sono apparsi, se non inutili, quasi, visti i risultati - rincalza il Segretario regionale della Cisl Fp -. Al momento scarseggiano ancora i dispositivi di protezione individuale e non vi è dubbio che la responsabilità principale dei tantissimi contagi riscontrati tra gli operatori sanitari del fermano è da riferirsi all'assenza o quasi, soprattutto nelle prime settimane, di mascherine e tute di protezione. Nei primi giorni dell'emergenza, medici, infermieri, OSS, tecnici sanitari, che volevano indossare almeno delle semplici mascherine chirurgiche, quando queste erano ancora disponibili, sono stati oggetto di vergognose reprimende da parte di Direttori, Dirigenti, Coordinatori, perchè accusati addirittura di sprecare presidi o peggio di infondere inutili allarmismi in utenti e pazienti».

«In quei giorni, che sono poi risultati determinanti per ciò che vediamo oggi, sono stati razionati anche i disinfettanti - prosegue Donati -. La motivazione addotta, del tutto infamante, oltre all'esiguità delle forniture, fu il sospetto che il personale sottraesse presidi e saponi. Riteniamo che questo approccio sia stato drammaticamente sbagliato e molti operatori hanno pagato o stanno pagando caro tutto questo con la propria salute. Non a caso, come Cisl Fp di Fermo, abbiamo consegnato ai nostri operatori iscritti un modello fac simile per inoltrare formale diffida/esposto/denuncia individuale alla Procura e all'Ispettorato del Lavoro nei confronti del datore di lavoro. Questo nell'ottica di una possibile futura richiesta di risarcimento del danno».

Il problema del contagio di infermieri ed OSS non riguarda solo la sanità pubblica e Donati individui errori compiuti anche nel fare filtro dei pazienti: «Il caso di Villa Verde, che si è ritrovata con due malati trasferiti dalla ex Geriatria INRCA, risultati positivi, è la controprova di percorsi non appropriati - sostiene il sindacalista -. Alcuni operatori di Villa Verde sono risultati positivi a seguito di ciò, ed altri sono in attesa di essere testati. Anche nelle cliniche private convenzionate e non, la carenza di presidi per il personale è censurabile e potrà essere motivo di rivalsa».

Il Segretario regionale della Cisl Fp Marche riflette infine sulla gestione dell'emergenza nel Fermano: «Ogni territorio provinciale ha avuto la garanzia di un ospedale No Covid, Fermo no. Noi riteniamo che il Murri dovesse rimanere un ospedale No Covid, essendo l'unico ancora attivo nell'Area Vasta 4. Al netto della presenza di Malattie Infettive, centro di riferimento regionale, andava attrezzato uno dei tanti presidi periferici scelleratamente chiusi negli anni a causa di tagli lineari alla sanità, per il ricovero di pazienti Covid. Parliamo ora di Palasport da attrezzare con centinaia di posti di Rianimazione, ma sarebbe stato possibile ripristinare un ex ospedale del fermano per assistere i malati di Coronavirus».

«È lapalissiano che quanto denunciavamo da anni come sindacato rispetto alle carenze e ai tagli indiscriminati alla sanità fermana, sulla mancanza di personale, sui limiti strutturali e di posti letto, si è rivelato purtroppo tutto vero - conclude Donati -. Una cosa e d’obbligo: mostrare gratitudine e rispetto per le donne e gli uomini della sanità che stanno lottando senza risparmio di energie, competenze e professionalità, mostrando coraggio pur avendo paura come tutti».