C’è bisogno di misure che aiutino la Sanità, oramai allo stremo, e per farlo è urgente abbassare il livello di contagio in modo da non sovraffollare i reparti Covid-19 e mettere in sicurezza tutto il personale sanitario ospedaliero, delle residenze assistite, soprattutto dopo episodi come ad esempio i contagi avvenuti a Corridonia, e i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta. «Per questo occorre dettagliare meglio quali attività della Pubblica Amministrazione debbano essere svolte con obbligo di presenza e ricorrere maggiormente al lavoro da remoto – dichiarano Cisl Fp e Cgil Funzione Pubblica della Provincia di Macerata -. Il personale della Sanità sta pagando un contributo altissimo alla gestione di questa emergenza e non è tollerabile che le misure di contenimento adottate non garantiscano il drastico calo del rischio contagio».
Insieme alle Confederazioni, i sindacati di categoria stanno lavorando per indicare al Governo l'esigenza di distinguere nell'ambito dei servizi pubblici cosa è realmente essenziale e cosa invece può essere svolto in altre modalità o differito.
Il Responsabile della Cisl Fp di Macerata, Alessandro Moretti, e il Segretario provinciale della Cgil Funzione Pubblica di Macerata, John Palmieri, ricordano infatti come «sia stato disposto dal Ministero che la stragrande maggioranza delle attività oggi in capo alle pubbliche amministrazioni possano essere svolte da remoto, contribuendo così a garantire misure di contenimento che, pur offrendo la continuità delle attività e dei servizi resi ai cittadini, tutelino la salute dei lavoratori e della popolazione».
Per i sindacati, «in quell'elenco così generico, allegato al Dpcm, inserire tutta la Pubblica amministrazione, gran parte dei servizi pubblici a gestione diretta o da terzi, in concessione o in appalto, all'interno dei servizi essenziali, senza andare a qualificare quelle che sono le attività indispensabili e quelle invece differibili, rischia di generare ulteriore caos e di essere in contrasto con le volontà di contenimento annunciate e da altri provvedimenti dello stesso Governo».
Bisogna chiarire subito quali attività delle pubbliche amministrazioni possono essere agevolate da tutte le misure previste. Il Ministero della Pubblica amministrazione, oggi intervenuto per richiamare i Dirigenti inadempienti, solleciti tutte le amministrazioni affinché ci sia un più largo ricorso al lavoro agile e al lavoro da remoto o alle tutele previste dal “Cura Italia” nel caso in cui il lavoratore che non svolge un'attività indispensabile non possa svolgerla in smart working.
«Abbiamo bisogno di far lavorare tutto il personale in sicurezza e di garantire la continuità dei servizi ai cittadini -concludono Cisl Fp e Cgil Funzione Pubblica di Macerata -. Possiamo farlo diversamente, ed è quello che abbiamo chiesto fin dalla metà di febbraio sia al Governo, sia alle Amministrazioni Locali. Ci auguriamo che la mobilitazione dei servizi e delle attività produttive facciano capire al Governo che il Dpcm approvato domenica, va modificato. La salute di tutti è un bene primario».