Consideriamo la recente situazione del mercato del lavoro in Italia da una visuale specifica, quella della conciliazione lavoro- famiglia. Osserviamo un miglioramento nel settore del lavoro con retribuzioni basse (inferiori di 2/3 di quella media) con aumento dei contratti di lavoro, ma instabili e senza sicurezza nella permanenza del rapporto. L’aumento di lavoro coinvolge il Centro –Nord Italia interessando soprattutto donne e giovani.
Le risultanze dell’indagine Istat 2017 non indicano l’auspicato miglioramento degli aspetti conciliazione lavoro-famiglia. Dopo un primo periodo di valorizzazione degli aspetti relativi alla conciliazione lavorativa , ora il tasso di occupazione delle donne con figli minori diminuisce rispetto alle donne senza figli che aumentano i numeri dell’occupazione.
L’occupazione e la partecipazione al lavoro delle donne tra 25 e 49 anni, con almeno 1 figlio non superiore a 5 anni, non risulta migliorato; in media su 100 donne occupate senza figli, le madri che lavorano con figli in età prescolare sono circa 76.
La diversità che si riscontra nelle differenze di genere, gap salariale, diminuisce per effetto di basse retribuzioni e di lavori precari, ad eccezione delle donne con istruzione di alto livello che stanno raggiungendo posizioni occupazionali importanti.
Il rapporto di lavoro part-time è aumentato, ma è il tempo parziale “involontario” che si diffonde con un numero di donne consistente, nonostante avrebbero preferito lavoro a tempo pieno.
In rapporto al livello europeo la situazione dell’occupazione in Italia rimane inferiore di 1,3 punti rispetto al valore pre-crisi dell’anno 2008. Sono ancora le donne ad essere colpite sensibilmente dal divario, mentre la componente maschile ha recuperato i bassi livelli occupazionali della pre-crisi.
Il gap di genere del tasso di occupazione aumenta di poco, mentre il tasso della mancata partecipazione diminuisce in modo leggero. Nonostante questo la differenza di genere è comunque evidente : il 25,9% delle donne che vogliono lavorare non trova occupazione a fronte del 18,2% degli uomini , significa che il divario di genere è ben 5 volte superiore al livello europeo.
Difficile il miglioramento di lavoro per le donne giovani tra i 15 e i 34 anni; almeno una su quattro lavora part-time ma vorrebbe un’occupazione a tempo pieno (27% donne in confronto a all’11,1% dei maschi).
Il divario intergenerazionale ancora non diminuisce ma si notano spiragli di miglioramento. Per gli ultra cinquantenni aumenta la permanenza nel mercato del lavoro per le recenti riforme previdenziali, i giovani di 20-34 anni e gli adulti di 35-40 anni si stanno portando ad un livello occupazionale comunque in aumento.
L’Italia di fronte all’Europa è ancora nelle ultime posizioni delle nazioni europee per il tasso di occupazione (seguita solo da Croazia e Grecia) e per la mancata partecipazione al lavoro (disoccupati e non occupati).
È evidente che il miglioramento occupazionale non potrà da solo dare soluzioni soddisfacenti alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.