«Le scelte in sanità rispettino il territorio anconetano» è il monito di Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl intervenendo nel dibattito, di questi ultimi giorni, sulle ipotesi per la definizione di una nuova direzione in Area Vasta 2. «Non è certo compito del sindacato indicare i nomi dei Direttori ma invitiamo la politica a riflettere se sia effettivamente necessario un cambio alla guida dell’Aera Vasta 2 o se piuttosto sarebbe più opportuno, nella tanto decantata logica della “discontinuità”, capire cosa si intende cambiare a livello dell’assetto del sistema regionale.»
Per CGIL – CISL –UIL, sono chiare le complesse questioni del territorio anconetano, in particolare dovrebbero essere affrontate prioritariamente:
«Affinché queste urgenze non siano affrontate solo con spirito ragionieristico e con l’unica preoccupazione della quadratura dei conti è necessario che la direzione dell’Area vasta abbia un profilo con alcune caratteristiche irrinunciabili a partire da una forte “sensibilità territoriale”. - proseguono - In effetti uno dei temi che aveva contraddistinto la campagna elettorale del presidente Ceriscioli era proprio il contatto con il territorio e l’ascolto delle istanze che provengano da esso. Non sono accettabili soluzioni che vengono catapultate nella provincia di Ancona, e che già nel passato avevano dato prova di scarso interesse al mantenimento dei servizi erogati sul territorio, nonché di mancanza di rispetto per i diritti, le prerogative e le conquiste della contrattazione decentrata.»
Secondo la Fp Cgil – Cisl Fp – Uil Fpl occorre riconoscere al territorio di Ancona la sua dignità, prendendo anche atto del faticoso lavoro avviato in questi ultimi due anni sul piano delle relazioni sindacali, tra grandi difficoltà, per arrivare alla costruzione di una realtà omogenea di area vasta, e che vede attivati una serie di tavoli, di monitoraggio e confronto, come previsto dal Protocollo d’Intesa Programmatico Sanitario e Socio-Sanitario firmato in Regione il 17/02/2014. « Serve un approccio dialogante con i territori e con gli operatori del settore che non può che nascere dalla conoscenza della realtà provinciale, e che mette al primo posto l’erogazione dei servizi ai cittadini e le condizioni di lavoro degli operatori. - concludono - Le operazioni che mirassero al solo rispetto dei conti o che assomigliassero ad una sorta di “commissariamento” di un territorio non potranno che trovarci contrari.»