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  • Lettera al Corriere Adriatico

operai A. MerloniIl giorno 15 ottobre il vostro giornale ha pubblicato nella pagina regionale una lettera inviata da una dipendente dello stabilimento di Maragone dell’Antonio Merloni. In qualità di Rappresentanti Sindacali Unitari dello stesso stabilimento, riteniamo doveroso precisare alcuni aspetti segnalati nella lettera, in quanto ci sentiamo coinvolti in prima persona. Come rappresentanti eletti dai lavoratori conosciamo e comprendiamo infatti benissimo le difficoltà che anni di cassa integrazione scaricano sulla vita quotidiana delle persone, perché è anche la nostra personale situazione; anche noi abbiamo fatto e facciamo cassa integrazione. Durante il lungo periodo di Cig antecedente il commissariamento, avevamo costruito un meccanismo di rotazione che ha coinvolto più dell’85% dei lavoratori, con l’obiettivo di spalmare la riduzione dell’orario di lavoro per il massimo dei lavoratori possibili, contrastando in maniera decisa la posizione aziendale che ha sempre rivendicato la priorità delle esigenze tecnico-organizzative. Dal momento in cui l’azienda è entrata in Amministrazione straordinaria, la cosiddetta legge Marzano, l’attività lavorativa ha subito un crollo improvviso, con una sospensione lavorativa di alcuni mesi, per poi riprendere solamente  per una media di 4/5 giorni al mese, coinvolgendo un numero di lavoratori estremamente basso, 450-550 persone, sui 1250 dell’organico complessivo degli stabilimenti di Fabriano. In questo contesto, a causa della scarsità di produzione, non è stato più possibile applicare il meccanismo che avevamo precedentemente contrattato. In tutti gli incontri avvenuti con i Commissari è stato sempre richiesto da parte sindacale, di attuare il massimo della rotazione possibile tra i lavoratori, ma per vari mesi non e’ stato possibile trovare alcun accordo. Da luglio scorso si è iniziato a coinvolgere anche altri lavoratori che da mesi non erano rientrati al lavoro; ad oggi sono più di 800 le persone coinvolte nella scarsissima attività lavorativa. Siamo consapevoli che la nostra azione sindacale può avere dei limiti, ma vorremmo ricordare le enormi difficoltà che la drammatica situazione produttiva dell’azienda pone, impedendoci di fatto di dare risposte positive alle innumerevoli esigenze dei lavoratori; continueremo comunque con determinazione a coinvolgere il numero più ampio possibile di lavoratori. All’Antonio Merloni il 75-80% dei lavoratori è iscritto alle organizzazioni sindacali, la percentuale aumenta se si considerano solo gli operai, non includendo nel calcolo gli impiegati; affermare, come dice la lettera della lavoratrice, che gli iscritti al sindacato hanno una corsia preferenziale non corrisponde alla realtà, in quanto molti iscritti al sindacato si sono trovati in situazioni simili alla signora, proprio per i motivi oggettivi che abbiamo sopra spiegato. Cogliamo l’occasione per esprimere la speranza che, in un momento cosi difficile, drammatico per il nostro futuro di lavoratori dell’Antonio Merloni, dove ognuno di noi vive incertezze, tensioni, problemi, si mantenga una forte unità di intenti e che ognuno continui a ricercare il massimo della coesione tra i lavoratori. Come abbiamo fatto con la manifestazione di mercoledì 14 ottobre, facciamo appello a tutti coloro che hanno una responsabilità istituzionale ai vari livelli, perché stiano vicini ai lavoratori dell’Antonio Merloni e delle aziende dell’indotto, e spendano tutte le energie e le competenze per dare una prospettiva di lavoro e di vita dignitosa a tante famiglie in difficoltà, in un territorio che non vuole rassegnarsi ad una prospettiva di lento e inesorabile declino.  Fabriano 17 ottobre 2009                                                                                    

                                                                                                I delegati RSU                                                                                     Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil                                                                                       Antonio Merloni Maragone